Il 16 dicembre scorso il Consiglio d’Europa ha approvato finalmente, dopo quasi due anni e mezzo di negoziazione, il pacchetto per le politiche di coesione per il periodo di programmazione comunitaria 2014-2020. Con uno sforzo economico complessivo di 325,15 miliardi di euro da spendere nei prossimi sette anni, ci si propone così di contribuire in maniera significativa a raggiungere gli obiettivi di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva come delineata dalla Strategia di Europa 2020.
Da questo documento quadro discende, quindi, l’adozione e la pubblicazione di sei diversi regolamenti che rappresenteranno gli strumenti operativi con cui tali indicazioni politiche verranno implementate concretamente nei diversi contesti territoriali.
In attesa della definitiva approvazione del contesto comunitario di riferimento, il nostro ministero per la coesione territoriale aveva, tuttavia, già inviato alla Commissione europea, il 9 dicembre scorso, una bozza di Accordo di partenariato. Tale intesa, frutto di un lungo percorso di preparazione e di discussione con i vari attori istituzionali e un ampio network di soggetti economici e sociali, rappresenta, infatti, un documento fondamentale richiesto proprio dalla proposta di regolamento comunitario per l’impiego dei fondi strutturali europei nel periodo 2014-2020.
Si prevederanno così diversi Programmi Operativi (nazionali e/o regionali) per il ciclo di programmazione 2014-2020. In particolare, saranno previste tre specifiche azioni a livello nazionale (PON) in materia di istruzione, occupazione e inclusione sociale.
In una visione strategica il documento ritiene quindi che, nei prossimi anni, si debba, in particolare al centro-nord, operare per promuovere l’innovazione e l’internazionalizzazione, da un lato scommettendo con forza sulla modernizzazione del made in Italy attraverso la crescita di innovazione che sposti i vantaggi competitivi sulla qualità più che sui costi, e, dall’altro, sulla crescita di settori ad alta tecnologia legati alle conoscenze specializzate presenti nelle università e nelle strutture di ricerca, sostenendo, anche in questo caso, nuove attività meno esposte alla concorrenza di costo dei paesi emergenti.
Per il nostro mezzogiorno, altresì, occorre, secondo il Ministro Trigilia, far crescere le attività produttive e le imprese capaci di stare sul mercato per attivare uno sviluppo autonomo e sostenibile. In questa prospettiva, particolare attenzione viene dedicata alla possibilità di cogliere, in modo più estensivo, vantaggi rilevanti in settori di lunga specializzazione, ma troppo spesso trascurati, come l’agricoltura e l’agroindustria, nonché rinnovare l’impegno nei confronti del comparto dei beni culturali e ambientali.
L’auspicio è che, almeno questa volta, l’esecutivo europeista e di servizio guidato dai quarantenni riesca a governare questo processo e che non si assista all’ennesima cattiva gestione di queste fondamentali risorse per il rilancio dello sviluppo economico e dell’occupazione nel nostro Paese. È di solo pochi giorni un’informativa che prevede specifiche misure di accelerazione dell’utilizzo delle risorse della politica di coesione 2007-2013 approvata, a dimostrazione delle nostre croniche difficoltà, proprio per evitare il disimpegno.
Se il 2014 vorrà essere, quindi, l’anno in cui le buone intenzioni degli ultimi mesi diventeranno realtà attraverso la definizione di concrete misure e azioni e si daranno risposte concrete ai 2 milioni 744 mila di disoccupati (nel 2012 sono stati 636 mila in più rispetto al 2011 secondo l’Istat), in particolare i più giovani (il cui tasso di disoccupazione giovanile supera il 35%, ben 14 punti in più del 2008), non si potrà infatti fare a meno dell’utilizzo intelligente di tali risorse.
In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com