Ieri, come noto, si è tenuto un incontro tra i sindacati e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. All’ordine del giorno la riforma della governance dell’Inps e la possibile introduzione di modifiche alla legge Fornero sulle pensioni. In serata, al termine dell’incontro, Maurizio Petriccioli, Segretario confederale e responsabile previdenza della Cisl, ha detto che il suo sindacato ha chiesto al ministro di mantenere una governance duale e certa all’interno dell’Inps. Inoltre, ha spiegato che ci sarà un nuovo incontro tra le parti. Nulla è trapelato circa una riforma delle pensioni, e non è da escludere che il tema possa essere affrontato, o approfondito, nel prossimo incontro.
L’Inps non ha mai ricevuto dalla Regione Sicilia i 170 milioni di euro necessari per pagare gli ammortizzatori sociali del 2014: per questa regione novemila persone senza lavoro che fino ad oggi hanno contato su quei soldi per sopravvivere dovranno trovare delle alternative. L’Inps ha infatti deciso di bloccare in Sicilia l’erogazione della mobilità in deroga e della cassa integrazione. I 170 milioni mancanti erano la quota di cofinanziamento regionale da aggiungere ai 24 milioni stanziati dal ministero del Lavoro per la cassa integrazione e mobilità in deroga nel 2014. Secondo le stime della Cgil il provvedimento dell’Inps colpirà circa quattromila siciliani. Per comprendere la drammatica situazione siciliana, a questi quattromila vanno aggiunti altri cinquemila disoccupati a cui è stato negato l’accesso alla mobilità in deroga già a novembre.
Tra le questioni che verranno affrontate nell’incontro c’è il problema dei 4mila insegnanti bloccati per una svista della legge Fornero. Non è chiusa inoltre la questione degli esodati, nonostante ben sei provvedimenti di salvaguardia. In attesa di una soluzione anche le ricongiunzioni onerosa, l’opzione donna e la questione ferrovieri. Secondo Poletti per risolvere i problemi degli aspiranti pensionati “serve uno strumento flessibile che aiuti queste persone a raggiungere i requisiti”. Il ministro del Lavoro non ha però rivelato come ha intenzione di intervenire, menzionando solo che sono allo studio “molte ipotesi”. Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha indicato tra le possibili soluzioni quella di lasciare al lavoratore che abbia tra i 62 e i 70 la libertà di scegliere quando andare in pensione, con un assegno rapportato a un riequilibrio del calcolo previdenziale. Il taglio della proposta presentata in parlamento da Baretta varierebbe tra il 2 e l’8% per chi decide di andare in pensione prima.
Oggi pomeriggio il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, incontrerà i sindacati. All’ordine del giorno ci saranno Inps e pensioni. Le organizzazioni dei lavoratori hanno infatti chiesto di incontrare il ministro dopo che il Governo ha nominato Tito Boeri Presidente dell’Inps, per studiare un cambiamento della governance dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, sollecitata anche da Cesare Damiano, Presidente della commissione Lavoro della Camera. I sindacati vorranno poi parlare sicuramente di pensioni dopo le dichiarazioni che Poletti ha rilasciato la scorsa settimana, in cui ha aperto la porta a una modifica della legge Fornero. Negli ultimi mesi Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno presentato diverse proposte per cambiare il sistema previdenziale e ci sarà da vedere se sono compatibili con i programmi del Governo.