Riforma pensioni 2015/ News. Opzione donna, l’emendamento in discussione domani o lunedì
Riforma pensioni 2015, news: le pensioni italiane risultano essere al quinto posto tra le più tassate d’Europa. Impietoso il raffronto con la Germania (oggi, sabato 12 dicembre 2015).
Come noto, la Legge di stabilità è ancora al vaglio del Parlamento e in queste ore il Governo sta presentando i suoi emendamenti. A quanto si apprende dal Comitato Opzione donna, sempre attivo su Facebook, ritiene che il loro tema verrà affrontato domani, se non addirittura lunedì. “Seguendo le evoluzioni del percorso del disegno di legge a tutto tondo, non si può non rilevare come gli scogli legati alle difficoltà economiche siano di non poco conto e che riuscire ad allargare le strette maglie imposte dalla situazione, non risulta essere una manovra semplice”, scrive Orietta Armiliato sulla bacheca del gruppo. Non resta che attendere per vedere se ci saranno dei cambiamenti al testo originario della Legge di stabilità su questo e sugli altri punti previdenziali della stessa. Sembra che l’aumento della no tax area per i pensionati possa essere anticipato al 2016 come auspicato da parte del Partito democratico. Nei lavori sulla Legge di stabilità si starebbe infatti lavorando a un emendamento che dovrebbe destinare parte del canone Rai (che ricordiamo sarà pagato direttamente in bolletta elettrica) proprio a questo obiettivo. In particolare, gli introiti della tassa resterebbero per due terzi all’azienda pubblica televisiva, mentre un terzo servirà anche per aumentare la no tax area già dal 2016, oltre che a finanziare radio e tv locali. Considerando che il costo del canone diminuirà, per i pensionati che sono in regola con il canone Rai si tratta di un “guadagno”.
La legge Fornero torna nel mirino dei sindacati. Nello specifico, Annamaria Furlan ritiene che sia indispensabile modificarla per favorire l’occupazione giovanile. Il Segretario generale della Cisl, di fronte ai dati Istat sull’andamento dell’occupazione del terzo trimestre, non può non notare che mostrano una ripresa fragile, dove aumentano anche gli inattivi. “Di fronte all’enorme numero di giovani senza un lavoro stabile – ha detto Furlan – è indispensabile rimettere mano subito alla legge Fornero sulle pensioni, per garantire un ricambio nei posti di lavoro con una giusta flessibilità in uscita in modo da venire incontro alle esigenze di chi svolge lavori più faticosi e pesanti”.
I lavoratori precoci trovano una nuova sponda nella loro battaglia per poter andare in pensione dopo più di 40 anni di lavoro. La Cgil, infatti, sostiene la cosiddetta “Quota 41”, cioè la possibilità di andare in pensione, indipendente dall’età anagrafica e e senza penalizzazioni, dopo 41 anni di contributi. Una proposta già formulata dalla commissione Lavoro della Camera e che il Movimento 5 Stelle vuol far scattare già dopo 40 anni di contributi. Vera Lamonica, Segretario nazionale della Cgil, ha anche detto che nella formulare la flessibilità pensionistica andranno fatte scontare le penalizzazioni “già insite nel sistema contributivo”. Vedremo se le istanze del sindacato verranno accolte o meno.
Mentre alla Camera dei Deputati vengono bocciati i vari emendamenti presentati da diverse forze politiche nell’ambito della Legge di Stabilità in ottica sistema previdenziale, arrivano notizie non proprio confortati per i pensionati italiani. Notizie dalle quali si evince come l’Italia sia al quinto posto in Europa per pressione fiscale al riguardo del sistema pensionistico. Un motivo che spiega in buona parte il fenomeno dell’esodo dei pensionati italiani verso altre zone geografiche per così dire più convenienti. Sull’argomento è stata sentita Carla Cantone, segretario del Ferpa, sindacato europeo dei pensionati, la quale ha evidenziato come negli altri Paesi Europei i pensionati paghino di media il 30% in meno di tasse. La Cantone ha voluto quindi sottolineare il raffronto con la Germania facendo notare come pensioni di 1500 euro in Italia pagano tasse di 600 euro mentre in terra teutonica se ne paghino soltanto 60. Per rendere bene la situazione si è preso in esame un pensionato tra i 65 ed i 75 anni con pensioni di circa 20 mila euro annui lordi, In Italia paga il 20,73% di tasse mentre in Spagna il 9,5%, nel Regno Unito il 7,2% ed in Francia il 5,2% senza poi considerare che ci sono Paesi come Bulgaria, Slovacchia, Lituania e Ungheria dove non sono previste tasse per i pensionati di questa fascia reddituale.
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