Dopo un anno e mezzo di trattativa – e due scioperi generali della categoria – Abi e i sindacati dei bancari hanno raggiunto un’intesa sul rinnovo del contratto nazionale di settore. IlSussidiario.net ha intervistato Sergio Girgenti, della segreteria Nazionale di Fiba-Cisl, uno dei protagonisti della trattativa che, oltre a risolvere una situazione complessa, presenta anche elementi innovativi che potrebbero fare da apripista in un momento di stallo della contrattazione.
Qual è stata la chiave di volta che ha permesso di raggiungere questo importante accordo?
Alla fine il senso di responsabilità ha prevalso consentendoci di raggiungere un accordo importante e positivo per i lavoratori. L’Abi inizialmente aveva minacciato una disdetta con disapplicazione del contratto nazionale. Questa avrebbe provocato una destrutturazione del settore con una conseguente perdita di regole sia contrattuali sia di relazioni aziendali.
E cosa sarebbe potuto succedere in tal caso?
Questo scenario ci avrebbe portato inevitabilmente allo scontro. C’è inoltre da considerare il fatto che Abi sarebbe rimasta isolata sia sul fronte confindustriale che su quello datoriale. Noi abbiamo avuto una grande determinazione e tutte e otto le sigle sono rimaste compatte.
In un momento in cui il rapporto tra le parti datoriali e sindacali è in stallo per via della deflazione, il rinnovo in questione presenta novità interessanti per quanto riguarda la retribuzione…
La retribuzione diretta non diminuisce, anzi aumenta. Abbiamo superato il concetto di recupero inflattivo basato su indicatori Istat o IPca che sarebbero stati negativi. Posso dire che abbiamo inventato l’indicatore del Buon Senso, ossia quello che riconosce un incremento economico compatibile con il costo del lavoro complessivo del settore. E questo potrebbe essere un buono spunto anche per altri rinnovi di categoria.
Ci spieghi meglio…
Abbiamo previsto un aumento di 85 euro – in media – a partire dal 2016 suddiviso in tre tranche e il contratto è stato allungato di un anno. Tutto ciò ci ha permesso di strutturare una dinamica del costo del lavoro meno pesante. In più abbiamo potenziato il fondo di solidarietà con un duplice obiettivo: incentivare e incrementare l’occupazione dei giovani (questo metodo, già sperimentato con il precedente contratto, dal 2012 ha consentito l’assunzione a tempo indeterminato di 10.000 giovani) e tutelare i lavoratori in esubero o in stato di necessità.
In uno scenario che vedrà il settore bancario riorganizzarsi attraverso fusioni e accorpamenti, nel quale dunque è possibile intravedere lo spauracchio degli esuberi, quali soluzioni prevede il nuovo contratto?
Prevedendo l’anno prossimo possibili esuberi dovuti alle fusioni delle banche, per esempio le Popolari, abbiamo prorogato l’operatività – al 31/12/2018 – dell’ente bilaterale che chiamiamo Fondo per l’occupazione (Foc). Questo è finanziato con una giornata di solidarietà dei lavoratori, una dei dirigenti e con il 4% delle retribuzioni dei top manager.
Come funzionerà questo fondo?
Questo fondo – in primo luogo – favorisce l’inserimento delle nuove figure professionali e aiuta i lavoratori in caso di licenziamento. Nel primo caso, incentiva, con una contribuzione di 7.500 euro alle aziende, l’assunzione di giovani con un contratto a tempo indeterminato.
E nel secondo?
Nel secondo offre un sostegno, definito sezione emergenziale, ai lavoratori licenziati che cercano di ricollocarsi. Si tratta di un contributo in integrazione alla Naspi – erogato per 24 mesi – che consente al lavoratore licenziato di percepire circa l’80% dell’ultimo stipendio. Qualora poi il lavoratore trovasse nel corso dei 24 mesi una nuova collocazione in un’azienda del settore, la contribuzione rimanente sarà destinata in premio all’azienda che lo ha assunto. Faccio un esempio: una persona in stato “emergenziale” da 10 mesi all’undicesimo viene assunta da una banca. Gli ulteriori 14 mesi che avrebbe avuto in integrazione alla Naspi finiscono in premio all’azienda che lo ha assunto. Come forma ulteriore di incentivazione.
Questo nuovo contratto cerca dunque di anticipare un futuro di complessità e incertezza per il settore bancario. Quali possibilità per i giovani di trovare un nuovo impiego nel settore stante questo scenario?
Una volta c’era il mito del posto fisso in banca, adesso naturalmente non c’è più. Però esistono ancora delle opportunità. Tant’è che noi abbiamo proposto di discutere di nuovi modelli di professionalità nel mondo bancario che potrebbero essere diversi da quelli di oggi. Parlo dei servizi bancari alla cittadinanza e alle imprese. Vogliamo discuterne – lo faremo nei prossimi mesi – con l’Abi in un cantiere che definirà i contorni di nuove professionalità per questo settore in trasformazione. Sappiamo che la banca non è più quella di prima, ci saranno riduzioni degli sportelli, ma aumenterà la richiesta di figure professionali collegate alle piattaforme informatiche, banche online, attività a supporto dei clienti.
Per i nuovi possibili assunti, a ogni modo, il contratto offre dei vantaggi. È così?
Sì, il fanale d’ingresso è del -10% rispetto alle tabelle di riferimento, nel precedente contratto era -18%. In aggiunta, come dicevo prima, il Fondo per l’occupazione offre una significativa contribuzione. Tutto questo ancora una volta per incentivare il processo di assunzione.
(Marco Latorre)
In collaborazione con www.think-in.it