Le proposte di riforma delle pensioni di Tito Boeri sono pronte. E, secondo quanto scrive La Stampa, verranno presentate l’8 luglio insieme alla relazione annuale dell’Inps. In passato il Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale si era pronunciato a favore di un reddito minimo per gli italiani over 55enni che rimangono senza lavoro, in modo da sostenerli fino al momento della pensione. Inoltre, Boeri aveva avanzato l’ipotesi di finanziare questo intervento attraverso un ricalcolo delle pensioni più alte con il metodo contributivo.
Oggi è l’ultimo giorno per aderire alla class action per Opzione donna che un comitato spontaneo ha deciso di presentare al Tar del Lazio. Nei mesi scorsi sono state raccolte, in diverse tranche, molte adesioni di donne che avrebbero il diritto di andare in pensione con la norma approvata nel 2004 (almeno 35 anni di contributi e 57 e 3 mesi di età – 58 e 3 mesi per le autonome), con il ricalcolo contributivo pieno. Un diritto però frenato dall’Inps, in attesa di istruzioni da parte del Governo: dato che l’opzione è aperta fino al 31 dicembre 2015, ma esiste la finestra mobile, le domande andavano presentate entro il 30 novembre 2014 oppure resta valida la data di fine 2015? Nessuna decisione è arrivata da parte del ministero del Lavoro e così, convinte delle proprie ragioni, le italiane si sono date da fare ricorrendo alla giustizia. Vedremo quale sarà l’esito della causa, sperando che arrivi una decisione dell’esecutivo prima ancora del pronunciamento dei giudici.
Oggi, 30 giugno 2015, dovrebbe essere la data in cui Tito Boeri presenterà la proposta di riforma delle pensioni dell’Inps, come annunciato nei mesi scorsi dallo stesso presidente dell’ente, che aveva dato, come scadenza, proprio la fine di giugno. Nessuna anticipazione ufficiale sui contenuti della proposta che, tuttavia, non dovrebbe prevedere l’introduzione della cosiddetta riforma anticipata, bocciata indirettamente da Boeri che nelle scorse settimane aveva criticato le proposte di Cesare Damiano, considerandole eccessivamente onerose per le casse pubbliche. Possibile che nella proposta venga introdotto il reddito minimo a favore degli over 55 esclusi dal mondo del lavoro, vero cavallo di battaglia di Tito Boeri, e che siano presenti suggerimenti per razionalizzare la spesa pensionistica.
Il tema della riforma delle pensioni coinvolge (e coinvolgerà) inevitabilmente un numero elevato di contribuenti e per questo motivo, prima di procedere con le modifiche, la politica dovrebbe ascoltare le parti sociali, per evitare il ripetersi di riforme non condivise, in grado di minare definitivamente la fiducia degli italiani nella classe politica. I sindacati, negli ultimi mesi, pur non condividendo, a grosse linee, l’operato del governo (si pensi ad esempio al parere critico dei rappresentanti dei lavoratori nei confronti del dl pensioni), hanno chiesto più volte incontri per discutere sui temi principali, soprattutto quelli legati all’aumento della flessibilità nell’età pensionabile (intervento annunciato dal governo Renzi nella prossima Legge di Stabilità). Sabato scorso, in Friuli, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un incontro con i parlamentari friulani, finalizzato a discutere proprio dei temi più scottanti della riforma delle pensioni, ma il meeting si è rivelato un fallimento, a causa della scarsa affluenza dei parlamentari: solo la deputata del Pd Gianna Malisani ha preso parte all’incontro, a cui non hanno partecipato gli altri 18 parlamentari friuliani. “La assente risposta dei parlamentari eletti in regione”, ha dichiarato il segretario generale della Cisl Fnp, Pizzolitto, “dimostra ancora una volta che parecchi dei nostri rappresentanti politici hanno perso il contatto con la vita reale. Non si lamentino, poi, se la gente non va a votare”. Dello stesso avviso il segretario regionale dello Spi Cgil, Ezio Medeot, che sottolinea come il sabato “era stato scelto come giornata utile per questo incontro con i parlamentari, proprio perché sapevamo che sarebbero stati a casa e questo è stato il risultato. Direi che c’è uno scarto fin troppo evidente tra i problemi che hanno le persone e chi dovrebbe risolverli”.