Le proposte lanciate da Matteo Renzi, direttamente dall’Expo, sono state apprezzate dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che ha chiesto, tuttavia un maggior sforzo al Governo sul tema della riforma delle pensioni. “Rispetto alla proposta di Renzi alcune cose andrebbero anticipate”, ha dichiarato Furlan, riferendosi soprattutto alle modifiche alla Riforma Fornero. “Non possiamo aspettare fino al 2018 con questa legge pensionistica, c’e’ urgenza di rivedere la Fornero e creare delle condizioni di flessibilita’ in uscita considerando che non tutti i lavoratori sono uguali”, ha concluso il segretario, che ha apprezzato le proposte di Renzi di estendere il bonus Irpef di 80 euro ai pensionati (categoria attualmente esclusa, assieme ai titolari di partita Iva) e la proposta di ridurre le imposte sugli immobili, in particolare quelle sulla prima casa.
Il presidente della Commissione Lavoro alla, Camera Cesare Damiano, uno dei parlamentari più attivi sul tema della riforma delle pensioni, è tornato a parlare di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. “Bisogna affrontare in modo strutturale il nodo della flessibilità in uscita, la riforma della gestione separata, la chiusura del capitolo esodati con la garanzia di uno strumento di sostegno al reddito per i lavoratori con piu’ di 55 anni senza lavoro senza dimenticare il problema delle ricongiunzioni onerose e dell’opzione donna”, ha dichiarato Damiano in una nota, sottolineando come l’obiettivo sia quello di raggiungere un’intesa, almeno sulla flessibilità in uscita, entro settembre. Damiano ha sottolineato, con soddisfazione, il rimborso a favore dei pensionati che, ad agosto, riceveranno in media più di 500 euro, in applicazione della sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco delle indicizzazioni introdotto dal Governo Monti.
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, negli ultimi mesi è stato protagonista del dibattito sulla riforma delle pensioni, presentando i punti cardine che dovrebbero ispirare l’esecutivo e al tempo stesso proponendo alcune misure per migliorare la trasparenza dell’Istituto. Negli ultimi giorni, tuttavia, sono emerse, con forza, alcune lacune operative nella gestione dell’ente che dovrebbero essere risolte in fretta, in quanto toccano da vicino i cittadini, soprattutto quelli appartenenti alle fasce più deboli: oltre al ritardo nei pagamenti della NaspI, giustificate con la maggiore complessità del calcolo rispetto ai precedenti ammortizzatori sociali, i principali sindacati hanno denunciato anche il mancato pagamento della quattordicesima ai pensionati, prevista nei primi giorni di luglio. Sono molti i pensionati che non hanno ricevuto l’integrazione, a causa della mancata comunicazione di dati reddituali relativi agli anni precedenti: secondo Spi Cgil Emilia-Romagna “nella banca data dell’Inps qualcosa non sta funzionando bene”. Sarebbero circa 80mila i pensionati italiani che riceveranno la quattordicesima solo dopo la ricostituzione della propria posizione e dovranno attendere, verosimilmente, il mese di settembre.