Riforma pensioni 2015/ Opzione donna ed esodati, il fronte “necessario” dei partiti
Riforma pensioni 2015, news di oggi 13 agosto. Sarebbero 17.319 i sindacalisti che avrebbero beneficiato della norma sulle cosiddette “pensioni d’oro” che continua a far discutere

Come noto, il 9 settembre in commissione Lavoro alla Camera riprenderà il confronto su Opzione donna e la settima salvaguardia degli esodati. Si spera che i vari partiti, divisi in altre commissioni, facciano fronte comune, dato che di fronte avranno Mef, Inps, ministero del Lavoro e Ragioneria generale dello Stato. Se dunque ci fossero divisioni sarebbe difficile chiedere lo sblocco di Opzione donna e l’approvazione della settima salvaguardia. Tanti italiani aspettano fiduciosi.
Il Sole 24 Ore di oggi ricorda l’esistenza della ricongiunzione, che consente di riunire in un’unica gestione le diverse posizioni previdenziali aperte, così da ottenere un’unica pensione. La ricongiunzione, tanto utile per chi nella sua carriera ha cambiato professione, è però onerosa. E al momento non è consentita per i contributi versati nella gestione separata Inps. Sul tema sembra voler però intervenire Tito Boeri. Nelle sue proposte di riforma delle pensioni c’era infatti anche quella di intervenire sulle ricongiunzioni, non rendendole più onerose. Certo è che bisognerà intervenire anche sulla gestione separata Inps, tanto più che con il Jobs Act i contratti “atipici” sono stati di molto limitati.
Se l’Inps si è impegnato nell’operazione trasparenza e nel proporre anche le sue idee per una riforma delle pensioni, ora finisce nel ciclone delle polemiche per il congedo parentale appena introdotto dal Jobs Act. Infatti, Repubblica riporta oggi la notizia di alcuni italiani che da luglio hanno presentato domanda all’Inps per il congedo, seguendo le indicazioni fornite, ma che solo dopo insistenti domande hanno scoperto essere “bloccate” per la mancanza di una circolare. Dunque bisognerà attendere, anche se a molti avrebbe fatto comodo poter avere questo congedo (che si può utilizzare solo entro fine anno) nel periodo estivo.
Sarebbero oltre 17mila i sindacalisti che avrebbero beneficiato della norma contenuta nel decreto 564 del 1996 sulle cosiddette “pensioni d’oro” che avrebbe permesso a dirigenti e dipendenti sindacali di ricevere una pensione integrativa attraverso il pagamento anche di un solo mese di contributi integrativi da parte delle organizzazioni sindacali. Il dato, fa sapere Scelta Civica, è emerso durante un recente question time alla Camera con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in risposta all’interrogazione presentata dal deputato Giulio Sottanelli. “Con molto rammarico dalla risposta non è emersa la cifra relativa alla maggiore spesa a carico dell’Inps per la copertura di questo meccanismo che ha permesso a oltre 17mila persone di percepire una pensione superiore rispetto ai contributi versati, e questo non può che dispiacerci – ha detto il parlamentare – In questo caso come per tutti gli altri casi di pensioni d’oro noi di Scelta Civica crediamo che sia arrivato il momento di rimuovere ogni ingiustizia e ripristinare l’equità tra generazioni, poiché non si possono chiedere sacrifici e prelievi ulteriori a chi è destinato ad avere prestazioni future più basse”.
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