Tito Boeri ha espresso forti perplessità su una delle misure della riforma delle pensioni varate dal Governo: l’aumento della quattordicesima. A margine di un convegno all’Università Bocconi, il Presidente dell’Inps ha infatti detto che se l’obiettivo è aiutare i pensionati poveri “non si può guardare alla sola pensione percepita, ma occorre guardare all’insieme dei redditi familiari”. Infatti, al momento solo in tre casi su dieci le quattordicesime “vengono percepite dalle persone che hanno il 20% dei redditi più bassi”, mentre c’è “una fetta consistente dei percettori attuali” tra il 30% più ricco della popolazione. Per Boeri, dunque, si sarebbe dovuto utilizzare l’Isee, così da guardare all’insieme dei redditi percepiti e non solo all’assegno pensionistico. “Non capisco perché non si è usato quello strumento”, ha aggiunto.
I lavoratori precoci non sono molto entusiasti della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità 2017 e dopo aver manifestato martedì a Roma, si preparano a scendere in piazza a Bologna sabato 22 ottobre. Ancora una volta con loro ci saranno anche i comitati per la proroga di Opzione donna, che stanno vivendo giorni non facili dato che ancora non si è capito se il Governo intenda estendere all’anno prossimo la possibilità per le donne di accedere anticipatamente alla pensione in cambio di un ricalcolo contributivo del proprio assegno pensionistico. I lavoratori precoci, invece, attendono il testo definitivo della manovra per capire quanti di loro potranno avere accesso alle apposite misure studio dal Governo.
Mentre con la riforma delle pensioni l’età pensionabile potrà abbassarsi tramite l’Ape, il Governo ha deciso di porre la fiducia sul dll di conversione del decreto sull’efficientamento degli uffici giudiziari. All’interno del provvedimento c’è anche la norme per prorogare di un altro anno la permanenza in carica di quei magistrati che hanno superato i 70 anni. È stato il ministro Boschi a chiedere la fiducia, dopo che le pregiudiziali di Lega Nord, Sinistra Italiana, Forza Italia e Sinistra italiana sul provvedimento sono state respinte.
Mentre si discute di Ape e riforma delle pensioni, Roberto Simonetti lancia un allarme su Opzione donna, spiegando che “non ci sarà alcuna proroga”. Il Segretario della commissione Lavoro della Camera segnala infatti che “la norma contenuta nella scorsa legge di stabilità 2016 sul contatore fu scritta in modo sibillino affinché il Governo potesse appropriarsi di quelle risorse, tanto che presentai un emendamento per chiarire in modo inequivocabile la destinazione alla sperimentazione opzione donna delle somme in esubero. L’emendamento fu respinto dalla stessa maggioranza”. Per il deputato leghista, che già aveva denunciato il ritardo nella presentazione da parte dell’Inps dei risultati del monitoraggio su Opzione donna, “la norma fu appositamente scritta in questo modo subdolo e poco chiaro e il mio emendamento fu scientificamente bocciato per permettere oggi al Governo di sottrarre tranquillamente le somme e utilizzarle per altri fini”.
Le parole di Tommaso Nannicini sull’ottava salvaguardia non sono piaciute alla Rete dei comitati degli esodati. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è infatti intervenuto sulla riforma delle pensioni a UnoMattina, rispondendo anche alla domanda di uno degli esodati e spiegando che il provvedimento che ci sarà nella Legge di bilancio prevederà l’allungamento a 36 mesi del termine di maturazione del requisito pensionistico dalla fine della mobilità per i mobilitati, l’allungamento a 12 mesi per i licenziati a tempo determinato e gli autorizzati ai contributi volontari e di 24 mesi per le altre categorie. “Contro i licenziati e i contributori volontari si consuma l’ennesima ingiustificata d ingiustificabile discriminazione”, tuona la Rete dei Comitati, che attende ora il testo definitivo della Legge di stabilità prima di valutare eventuali mobilitazioni.
Nel Documento programmatico di bilancio inviato dal Governo italiano alla Commissione europea sono state messe nero su bianco le cifre destinate ai vari interventi della Legge di stabilità 2017, tra cui la riforma delle pensioni. In particolare, l’anno prossimo saranno stanziati 1,8 miliardi di euro per: aumentare la quattordicesima alle pensioni fino a 1.000 euro al mese; parificare la no tax area dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti; varare misure in favore dei lavoratori precoci e per i lavori usuranti; rendere gratuito il cumulo tra contributi versati in diverse casse; introdurre l’Anticipo pensionistico, noto come Ape.
Matteo Renzi ha parlato della riforma delle pensioni appena approvata dal Governo con la Legge di stabilità. Il Premier, parlando a Radio 105, ha detto che una parte degli italiani è stata delusa dalla Legge Fornero perché gli ha impedito di andare in pensione, ma “è anche vero che una parte non ne vuol sapere”. Dunque l’intervento del Governo mira a dare una possibilità, senza impattare sui conti pubblici. “Chi vuole uscire prima può farlo, mentre diamo più soldi, come giusto, a chi ha pensioni da fame”, ha aggiunto Renzi, specificando anche che purtroppo non c’erano risorse per estendere il bonus da 80 euro anche ai pensionati, ma l’aumento della quattordicesima può arrivare anche a 50 euro mensili.
Carmelo Barbagallo sembra piuttosto soddisfatto della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità 2017. Soprattutto perché sono stati stanziati 7 miliardi di euro in tre anni: una cifra vicina ai 2,5 miliardi annui richiesti dalla Uil. Il sindacalista evidenzia anche che la soglia di reddito massimo per accedere all’Ape social è stata innalzato a 1.500 euro, accogliendo così una richiesta delle parti sociali. Tuttavia, il Segretario generale della Uil riconosce che le soglie contributive richieste per l’accesso all’Ape (30 e 36 anni) non sono condivise dal sindacato. Barbagallo è intenzionato comunque a cercare di migliorare la riforma durante l’iter parlamentare della manovra.
Le parole di Cesare Damiano sulla presenza nella Legge di stabilità 2017 dell’ottava salvaguardia degli esodati hanno riacceso le speranze di questi ultimi. Sulla pagina Facebook della Rete dei comitati, infatti, vengono condivisi diversi articoli sul tema, accompagnati da un messaggio che lascia capire che finché non sarà approvata l’ottava salvaguardia gli esodati non molleranno: “Aspettando il testo… mentre scaldiamo i motori e affiliamo le armi pronti a partire se questa volta non si arriverà almeno a decorrenza 2019!”. Staremo a vedere, quando il testo della manovra sarà reso noto, se gli esodati avranno o meno bisogno di tornare in piazza per far sentire ancora la loro voce.
Tommaso Nannicini è intervenuto a UnoMattina, dando utili elementi riguardo Opzione donna e ottava salvaguardia degli esodati. Su quest’ultimo tema ha infatti detto che nella Legge di stabilità ci sarà un provvedimento per 28.000 persone, da considerarsi definitivo. Sul Opzione donna, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha ricordato che è impossibile renderla strutturale, per via dell’impatto a breve termine sui conti pubblici. Tuttavia ha riconosciuto che bisognerebbe lavorare su una misura simile all’Ape appositamente congegnata per consentire alle donne di accedere alla pensione prima dei 63 anni. Nannicini ha infine confermato che Opzione donna verrà prorogata fino all’esaurirsi dei fondi già stanziati lo scorso anno.
Pier Carlo Padoan è intervenuto a UnoMattina per parlare della Legge di stabilità e ha affrontato anche il tema della riforma delle pensioni, realizzata mediante gli interventi previsti proprio nella manovra. Il ministro dell’Economia e delle Finanze ha detto che c’’è sempre qualcuno scontento perché avrebbe voluto di più, tuttavia non si può negare che i 7 miliardi di euro in tre anni stanziati sul fronte previdenziale siano “tanti soldi”. Per quel che riguarda il merito degli interventi, Padoan ha ricordato che consentiranno di mantenere la sostenibilità e la solidità del sistema pensionistico, dando però più soldi a chi ne ha bisogno, come per esempio al milione e duecentomila italiani in più che riceveranno la quattordicesima.
Susanna Camusso torna a commentare la riforma delle pensioni in un’intervista a Il Corriere della Sera dedicata alla Legge di stabilità 2017. Il Segretario generale della Cgil evidenzia che rispetto al passato “non si sono tolte risorse e si danno alcune risposte ai lavoratori precoci, a chi fa mestieri usuranti, e ai pensionati”. Tuttavia, la sindacalista non può non rimarcare che “non ci piace la scelta di trasformare l’Ape social, che doveva servire per affrontare le difficoltà del lavoro discontinuo”. Per Camusso ciò è dovuto sia a ragioni di scarse risorse che di scelta politica, perché forse si ignora il fatto che specie al Sud e tra le donne sono molte diffuse le carriere discontinue.
Cesare Damiano torna a evidenziare gli aspetti positivi della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità 2017, come per esempio “il fatto che il tetto della pensione mensile per accedere in modo totalmente gratuito all’Ape Social sia stato innalzato a 1.500 euro lordi e che sia stato definitivamente chiarito che contano, ai fini del diritto alla pensione anticipata, anche i periodi di disoccupazione e di Naspi”. L’ex ministro segnala anche l’abolizione delle penalizzazioni per i lavoratori precoci che andranno in pensione con 41 anni di contributi. Per Damiano restano dunque da chiarire le questioni relative alla proroga di Opzione donna e all’ottava salvaguardia degli esodati.
Tommaso Nannicini ancora una volta cerca di smentire l’idea per cui la riforma delle pensioni inserita nella Legge di stabilità si dimentica dei giovani. “Secondo la Corte dei Conti, gli interventi sulle pensioni hanno dato risparmi per oltre 30 miliardi all’anno. Usarne 2,5 per aiutare chi è in condizioni di bisogno e introdurre un elemento di flessibilità non toglie nulla ai giovani. E per loro ci sono interventi su decontribuzione, produttività, formazione, accesso all’università, partite Iva e cumulo gratuito. Oltre alla parte più innovativa del verbale coi sindacati, l’ipotesi di pensione contributiva di garanzia, su cui dobbiamo avviare subito una discussione”, spiega il sottosegretario alla Presidenza del consiglio in un’intervista a Il Corriere della Sera.
Oggi probabilmente sentiremo qualche parola di Tito Boeri sulla riforma delle pensioni inserita nella Legge di stabilità. Il Presidente dell’Inps, infatti, è atteso a un convegno presso l’Università Bocconi di Milano intitolato “Stati Generali delle Pensioni. Longevity, fluttuazioni macroeconomiche e previdenza”, organizzato in partnership con Deutsche Bank. Oltre a Boeri saranno presenti Riccardo Barbieri, capo economista del Mef, Maria Cannata, Direttore del dipartimento del debito pubblico, Dario Focarelli, Direttore generale dell’Ani e soprattutto Tommaso Nannicini, che è stato impegnato in prima linea nella trattativa coi sindacati sugli interventi del Governo in campo previdenziale. Il convegno prenderà il via alle 15:00.
La riforma pensioni 2016 sta aprendo le ultime novità dopo la presentazione della Legge di Stabilità 2017 e oltre ai fondi sono i numeri dei lavoratori coinvolti che ovviamente pongono l’attenzione degli italiani prossimi all’uscita dal lavoro. Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, «abbiamo dato risposte promuovendo equità e flessibilità, senza mettere a repentaglio i conti pubblici», riporta il sito online di Milano Finanza. I numeri sono chiari e sono esposti nella manovra: «Circa 35.000 persone all’anno rientreranno nell’Ape sociale, mentre i precoci che potranno uscire dopo 41 anni saranno circa 25.000 all’anno», conferma ancora Nannicini. Le misure stanno tutto sommato piacendo anche ai sindacati che specie sulla cifra di 7 miliardi nel piano previdenza si dicono soddisfatti del piano governativo dell’Esecutivo.
I lavoratori precoci, dopo l’approvazione della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità 2017, si preparano a scendere in piazza domani a Roma. Molti di loro non hanno purtroppo ancora capito se potranno accedere alla pensione anticipata dopo 41 anni di contributi grazie alla misura che fa parte del pacchetto previdenziale della manovra. Non essendoci un testo definitivo, nessuno ha modo di controllare e si affida così a “interpretazioni”. Quel che appare certo è che l’intervento non riuscirà a consentire a tutti di accedere alla quiescenza. Bisognerà, infatti, avere dei requisiti che divergono dalla Quota 41 che i comitati e i gruppi dei precoci chiedono da tempo sia approvata.
È duro il commento di Giorgio Airaudo riguardo l’Ape contenuta nella riforma delle pensioni. “Il governo ha calato la maschera. L’Ape punge, ma solo i lavoratori. La proposta del requisito contributivo di 36 anni sulla platea dei lavori gravosi e di 30 anni sulle altre tipologie per l’accesso all’Ape agevolata è un inganno e un modo per ridurre, e di molto, la platea”, dice il deputato di Sinistra italiana. “Non c’è nessun intervento sulle pensioni che aiuta i lavoratori ad andare in pensione prima”, evidenzia l’ex sindacalista della Fiom, che aggiunge: “Con il sistema del prestito si aiutano solo le banche e le assicurazioni e non i lavoratori che vengono ingannati”.
Pur apprezzando le novità sulle pensioni emerse dall’approvazione della Legge di stabilità, Cesare Damiano ritiene che sulla riforma delle pensioni allo studio del Governo occorra apportare dei piccoli “ritocchi”. Per esempio, l’ex ministro ritiene che per l’accesso all’Ape social debbano poter contabilizzati anche gli anni di Naspi e di disoccupazione nel comparto edile al fine di raggiungere la soglia contributiva minima richiesta. Il Presidente della commissione Lavoro, inoltre, vorrebbe che l’annunciata ottava salvaguardia degli esodati fosse quella definitiva, in modo che il “vulnus” aperto dalla Legge Fornero sulle pensioni possa essere definitivamente sanato. Infine, Damiano ricorda che “resta da definire il tema di Opzione Donna: le risorse risparmiate dovranno essere tutte utilizzate per proseguire la sperimentazione” Per questo “la mobilitazione parlamentare e sociale continuerà per ottenere l’obiettivo previsto dalla legge”.
Le novità della Riforma Pensioni 2016 passano anche tramite l’ottava salvaguardia, un tema molto caro al Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano che ha infatti voluto commentare così al portale Pensioni Oggi. «Nella legge di Bilancio c’è l’ottava salvaguardia degli esodati. Valuteremo la soluzione adottata, che ci pare che tenga conto delle nostre osservazioni e che consenta di salvaguardare oltre 25.000 lavoratori. L’importante è che si tratti della soluzione definitiva», afferma il membro del Pd ex ministro dell’Economia. Secondo Damiano il governo è da plauso per aver alzato il livello dei fondi fino a 7 miliardi e «l’innalzamento, da noi richiesto, del tetto della pensione lorda mensile, portato da 1.350 a 1.500 euro (soglia all’interno della quale chi usufruirà dell’Ape agevolata avrà zero penalizzazioni)». La riforma pensioni ora andrà firmata e portata in Parlamento, ma con i fondi stabiliti dalla Legge di Bilancio sarà difficile vedere grossi sconvolgimenti nell’attuazione della prima riforma pensioni post-Fornero.
– Riforma Pensioni, il punto chiave della nuova Manovra economica del Governo, ha fatto alcune correzioni dell’ultimo momento che sono, almeno per alcuni punti, andati in contro alle richieste dei sindacati che ieri lamentavano alcuni cambiamenti rispetto allo schema iniziale di accordo raggiunto. Su tutte, non era andata giù alla delegazione Cisl, Uil e Cgil la franchigia a 1350 euro di reddito per i lavoratori che potrebbero richiedere l’anticipo pensionistico agevolato. 36 anni di contributi versati per chi ha svolto lavori gravosi e 30 anni per altre tre categorie beneficiare – come abbiamo visto qui sotto, inabili al lavoro, lavoratori con disabili in famiglia e disoccupati – ma con la franchigia abbassata a 1350. Alla fine, il governo ha piazzato il colpo di coda con il reddito a 1500 euro, alzato “all’ultimo” con i sindacati che hanno parzialmente accolto: «Chiediamo di alzare l’asticella considerando che il governo aveva ipotizzato nelle precedenti riunioni 1.500 euro e noi ne avevamo chiesti 1.650. Peccato perché sugli altri punti sono stati compiuti importanti passi in avanti». Questo aveva chiesto Domenico Proietti (Uil) e il governo ha di fatto parzialmente accolto la richiesta.
Tra le novità della futura riforma pensioni, che ora non sarà poi così tanta futura dopo il lancio della Legge di Stabilità 2017 con i fondi definitivi (7 miliardi per il comparto pensioni) vi è certamente l’anticipo pensionistico, addirittura ripagato completamente o parzialmente dallo Stato in casi particolari che qui sotto abbiamo mostrato nel paragrafo sull’Ape “social”. Dette le categorie qui sotto, sono in particolare i lavoratori disoccupati senza ammortizzazioni sociali e gli invalidi a godere delle agevolazioni per l’eventuale anticipo pensionistico, con uscita anticipata dalla fine del normale lavoro. Ma saranno anche i familiari di disabili entro il 1° grado di parentela che potranno, se in possesso di un requisito contributivo minimo di 30 anni, usufruire dell’Ape social. Da ultimo nella categoria dei lavoratori pesanti saranno principalmente queste le classi interessate dalle agevolazioni dell’Ape: edili, gli infermieri addetti a sala operatoria, macchinisti ferrovieri, maestre d’asilo, autisti di mezzi pesanti, e altre categorie che dovranno essere definite nel testo finale della Legge Pensioni. Tutti questi lavoratori dovranno soddisfare almeno 36 anni di contributi e il requisito anagrafico di almeno 63 anni di età.
I fondi della Riforma Pensioni 2016 lanciati ieri sera dal governo nella presentazione della Legge di Stabilità 2017 sono ormai definiti e ufficiali: saranno 7 miliardi e non 6 i conti per il piano pensioni, come spiega nel dettaglio il premier Matteo Renzi. «Si era parlato di sei miliardi ed invece sono sette, distribuiti in tre anni: 1,9 nel 2017, 2,5 nel 2018 e 2,6 nel 2019» sono le cifre pensate dal Cdm e che da domani verranno inviati anche all’Unione Europea per la ratifica ufficiale, prima di passare in Parlamento. Come abbiamo spiegato qui sotto nel dettaglio, l’Ape social è una delle novità più importanti, «Chi vorrà andare in pensione volontariamente potrà farlo rinunciando a poco meno del 5%», spiega Renzi che dovrà nei prossimi giorni trattare anche con i sindacati per le definizioni ultimate della riforma pensioni. In ultima analisi, «Nessuno viene mandato via ma chi vuole può farlo. Manteniamo l’impianto – ha concluso Renzi – dando la possibilità a chi vuole di uscire prima».
Tra le novità della riforma pensioni 2016 ovviamente anche l’Ape social acquisisce un aspetto molto importante per almeno 4 categorie di lavoratori che potranno accedere all’anticipo pensionistico varato dal Governo senza penalizzazioni alcune. «Lavoratori disoccupati senza reddito, lavoratori in particolari condizioni di salute, lavoratori con carichi di lavoro di cura legato alla presenza di parenti di 1° grado conviventi con disabilità grave, e da ultimo i lavoratori in mansioni gravose che aumentano il rischio di infortuni più cresce l’età». Le novità lette ieri durante i fondi approvati della Legge di Stabilità prevedono un rilancio e rialzo del reddito pensionistico entro il quale le quattro categorie suddette potranno godere dell’anticipo pensionistico agevolato, il celebre ormai Ape social. Per loro non ci saranno penalità sull’assegno pensionistico, lo ha affermato con fermezza Renzi e ripreso da Padoan subito dopo: ora si dovrà attendere anche le novità e i dettagli per tutte le altre categorie di lavoratori, ma intanto qualcosa si smuove, al netto di tutte le critiche e possibili migliorie che i sindacati rivendicano.
Nella Legge di Stabilità approvata ieri sera finalmente ci sono le misure della riforma pensioni 2016 con finalmente i dettagli dei fondi che verranno destanti per il piano previdenziale post-riforma Fornero. La manovra del prossimo anno dunque, come annunciato da Renzi, prevede 7 miliardi di euro in tre anni per i due punti principali di novità: Anticipo pensionistico (Ape) e le quattordicesime alle pensioni più basse. Alcune categorie di lavoratori, inoltre, più “deboli” sono stati integrati con l’acceso all’Ape social, ovvero senza alcuna penalizzazione. Da ultimo, come annunciato dallo stesso Premier ieri sera in conferenza stampa per illustrare la Manovra in Bilancio, ci saranno 50 milioni di euro che andranno al fondo non autosufficienza mentre il Fondo povertà è stato confermato a 500 milioni di euro. Misure particolari con anche critiche da parte dei sindacati che ora proveranno a limare gli ultimi accordi non più sui fondi ma sulle particolarità delle destinazioni di queste cifre.
La Legge di stabilità, con tutte le misure relative alla riforma delle pensioni, è stata varata dal Consiglio dei ministri. In attesa dei dettagli del testo, Cesare Damiano evidenzia che ci sono comunque delle criticità, osservando quanto emerso dall’ultimo confronto sulle pensioni tra Governo e sindacati. L’ex ministro fa in particolare riferimento: alle penalizzazioni previste per l’Ape, che risultano essere non conveniente, anche se inferiori al 5% per ogni anno di anticipo; alla mancanza di notizie di impegni concreti sull’ottava salvaguardia degli esodati; l’incertezza sulla possibilità di prorogare Opzione donna; senza poi dimenticare la polemica sugli anni di contribuzione necessari all’accesso all’Ape social. Damiano, poi, su esodati e Opzione donna aggiunge: “Non vorremmo che, come è già avvenuto nel passato, a qualcuno venisse in mente di attingere risorse dai Fondi appositamente costituiti per dirottarli per altri scopi”.