Sul fronte contatti statali la novità reale è che non ci sono novità: per il rinnovo e l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, il fronte è bloccato dalla discussione appena iniziata alla Camera del decreto fiscale e poi dell’intera Legge di Bilancio 2017. Con tutti gli emendamenti presentati e le richieste di modifiche sulla legge che approda in Parlamento in periodo di referendum, il rinvio del rinnovo sul comparto statali resta purtroppo ancora attivo. Dalle pensioni al bollo auto, dalle imposte agli studi di settore, dalle detrazioni sulla casa e fino al bonus mobili: tantissimi sono gli interventi che il Governo deve cercare di mettere a punto per poter vedere approvato la Manovra entro la fine dell’anno. Per questo motivo al momento il rinnovo dei contratti statali è messo in secondo piano, anche se la notizia non piacerà certo ai diretti interessati che attendono il rinnovo e l’aumento stipendi da circa 8 anni.
Si riapre la settimana sulle decisioni economiche del governo Renzi e i contratti statali sul piatto della legge di Bilancio 2017 cercano ancora una strada “migliore” per un rinnovo a pieni fondi, e non con le risorse “bloccate” come denunciano i vari sindacati in queste ultime settimane. L’aumento degli stipendi per i dipendenti pubblici sono un fattore purtroppo molto complesso per via, ovviamente, della copertura totale dei fondi che assieme ad una Manovra Economica coraggiosa in alcuni settori e più frenata in altri, porterà ancora alcune modifiche prima della probabile approvazione entro la fine del 2016. Ma quale sarebbe, al momento, il reale aumento previsto dal governo per i singoli contratti statali? Stando ai conti fatti dalle categorie di lavoratori, «dividere 700 milioni tra i 3,2 milioni di lavoratori di cui consta l’organico del lavoro statale in Italia, significherebbe concedere poco più di 16 euro al mese di aumenti». Il problema è stato posto sia al ministro Madia e sia all’Aran, l’agenzia della contrattazione sindacale che è ancora impelagata nelle trattative per le risorse agli statali: al momento però, con la legge di Bilancio bloccata ancora in Europa, non ci sono novità particolari e il clima si fa sempre più teso e complicato per le prossime settimane, realmente decisive per eventuali aumenti dei fondi. I lavoratori del pubblico impiego ci sperano, ma in mezzo un referendum come quello del 4 dicembre, di certo non aiuta la decisione di tutte le norme di Bilancio in Parlamento.