Una nuova dichiarazione governativa fa sembrare quello degli 80 euro alle pensioni minime quasi un “giallo”. Il Premier Matteo Renzi aveva infatti capire che la misura è allo studio dell’esecutivo. Non ha detto quando nel caso intende approvarla. Ma certo è che in parecchi avranno pensato entro la fine dell’anno. Invece Tommaso Nannicini, ospite a Omnibus, ha spiegato che “sarà fatto da qui alla fine della legislatura, il 2018”. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha detto di non saper prevedere quali saranno i tempi dell’intervento. Di certo però questa dichiarazione, sommata a quelle del viceministro Zanetti e del ministro Boschi, fa emergere un quadro molto caotico sull’ipotesi degli 80 euro alle pensioni minime.
L’idea di Renzi di varare un bonus da 80 euro alle pensioni minime non piace a Enrico Zanetti, che pure fa parte della compagine di Governo. Il Segretario di Lista Civica ritiene che una misura di questa tipo non sia prioritaria, quando bisognerebbe cercare di ridurre le tasse per chi lavora e produrre, oltre a scongiurare l’aumento dell’Iva che potrebbe arrivare se scattassero le clausole di salvaguardia. Il viceministro dell’Economia ha quindi detto che “senza un ordine di priorità si rischia di affiancare al populismo di opposizione che affligge questo Paese un populismo di governo di cui non abbiamo bisogno”.
Dare il bonus da 80 euro alle pensioni minime potrebbe costare 3 miliardi di euro. In un articolo di Repubblica viene infatti ricordati che stando ai dati Inps sono 3,3 milioni gli italiani che mediamente ricevono poco più di 492 euro al mese. Dunque dare a ognuno di questi pensionati 80 euro al mese in più significherebbe stanziare oltre 3 miliardi di euro. Il quotidiano cita anche un’osservazione di Alberto Brambilla, secondo cui considerare anche assegni e pensioni sociali, allargherebbe la platea ad altri due milioni di italiani. Insomma, per passare dall’annuncio ai fatti il Governo dovrebbe trovare una copertura finanziaria di non poco conto, vista la situazione di conti pubblici italiani.
Sono in arrivo importanti novità per i lavoratori agricoli, forestali e per una serie di categorie di lavori pesanti. Oggi alla Camera dei deputati Franco Ribaudo presenterà infatti una proposta di legge per il prepensionamento dei lavoratori di tali settori. Non sono ancora noti tutti i dettagli di questa iniziativa di legge, ma vi sarebbero compreso anche quei lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni. Il prepensionamento proposto da Ribaudo, che andrebbe a collocarsi nell’ottica della riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità di cui da tempo si parla, sarebbe finanziato attraverso una maggiorazione contributiva. Non dovrebbero esserci quindi dei costi per lo Stato.
Arriva subito una “frenata” sulla possibilità che il Governo vari il bonus da 80 euro per le pensioni minime annunciato da Renzi nella sua “diretta” su Facebook. Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha infatti confermato che la misura è allo studio del Governo, ma anche aggiunto che “ne dobbiamo parlare con molta prudenza, perché sappiamo quante aspettative ci sono e le coperture di cui c’è bisogno sono abbastanza sostanziose”. Il rischio, insomma, è quello che si apra un “balletto” come quello cui si sta già assistendo sulla flessibilità pensionistica. Forse qualcosa di più si capirà nei prossimi giorni, quando è previsto il varo del Def 2016.
La scena politica in questi giorni è stata calamitata dalla vicenda dello scandalo società offshore a Panama che hanno visto chiamati in ballo nomi eccellenti quali Vladimir Putin, il primi ministro inglese Cameron, Lionel Messi e tanti altri. Una vicenda che tuttavia in Italia non sposta l’attenzione dalla riforma pensioni che parti sociali e cittadini sperano possano essere attuati. Intanto in questi giorni l’Inps dovrebbe occuparsi della settima salvaguardia e nello specifico effettuando entro la fine del mese di aprile la spedizione delle prime lettere di accoglimento delle istanze di accesso. Lettere che evidentemente al loro interno conterranno la tanto agognata certificazione di poter andare in pensione con le vecchie regole di pensionamento.