Anche Walter Rizzetto boccia la riforma delle pensioni annunciata dal Governo con la prossima Legge di stabilità. Per il vicepresidente della commissione della Camera, infatti, si tratterebbe dell’ennesima presa in giro pre elettorale. “Di cosa stiamo parlando? Di un prestito nei confronti di persone che già dovrebbero essere in pensione? Cioè, mi prestano i miei soldi e poi devo pure renderli? Gli interessi poi chi li paga? Lo Stato?”, ha detto in un’intervista a BlastingNews. Rizzetto ha anche spiegato che occorreva una “controriforma complessiva per abrogare la Legge Fornero”, dato che ci si è dimenticati, per esempio, dei lavoratori precoci o di quelli autonomi.
L’approvazione della legge sulle unioni civili avrà degli effetti sulle pensioni di reversibilità, dato che verranno estese alle coppie omosessuali. Tito Boeri ha però voluto fare chiarezza riguardo alle cifre che sono circolate in questi giorni, spiegando di aver “fornito alcuni elementi di valutazione alla commissione parlamentare e i costi non si sono rivelati così elevati e sono sostenibili”. Il Presidente dell’Inps ha quindi detto che “c’è un impatto sui conti ed è inevitabile che ci sia, ma è nell’ordine di qualche centinaio di milioni, quindi sostenibile”.
Giuliano Poletti “rilancia” la promessa di Matteo Renzi sugli 80 euro alle pensioni minime. Il ministro del Lavoro, intervistato dal Tg4, ha infatti detto che il tema verrà affrontato con la prossima Legge di stabilità. “Con la legge passata abbiamo ridotto la no tax area per i pensionati con le pensioni molto basse che non pagano quindi le tasse. Ma nel nostro Paese non c’è ancora uno strumento per aiutare per chi è sotto un certo livello di reddito. Stiamo partendo adesso, abbiamo messo 750 milioni quest’anno, un miliardo l’anno prossimo, così per quelli che stanno veramente male, riusciremo a dare un’integrazione, a cominciare appunto da 80 euro a ognuna di queste persone”, ha detto.
La pensione anticipata ipotizzata dal Governo non piace nemmeno alla Lega Nord. Roberto Simonetti, in un’intervista a BlastingNews, segnala infatti che l’unica certezza dell’Ape è che “tutti pagano l’anticipo pensionistico, lavoratori e imprese, tranne lo Stato, che vuol spostare questo costo sociale dalla fiscalità pubblica, come dovrebbe essere, a quella privata, che già deve sopportare un enorme costo del lavoro”. Per il segretario della commissione Lavoro della Camera, i cambiamenti alla Legge Fornero dovrebbero essere finanziati dalla fiscalità generale e dall’impegno del Governo “a trovare risorse da una seria riduzione delle spese inutili, attraverso una profonda spending review dei costi improduttivi delle casse pubbliche”.
Il tema della riforma delle pensioni è stato affrontato anche ieri dalla trasmissione La Gabbia, in onda su La7. Tra gli ospiti anche Maurizio Landini, che ha subito evidenziato l’esistenza del rischio concreto di una “privatizzazione delle pensioni”. Per il Segretario generale della Fiom, bisogna quindi approntare una nuova riforma delle pensioni, in modo da correggere le storture della Legge Fornero, che alzando l’età pensionabile ha fatto aumentare la disoccupazione giovanile. Landini ha quindi annunciato che ci saranno nuove manifestazioni dei sindacati dei pensionati per chiedere un cambiamento del sistema.
Annamaria Furlan torna sulla riforma delle pensioni annunciata dal Governo, spiegando che ritiene positivo il fatto che l’esecutivo abbia capito che è necessario modificare la Legge Fornero. Tuttavia il Segretario generale della Cisl ha fatto notare che ancora i sindacati non sono stati convocati per un confronto sul tema, annunciato dallo stesso Premier. Quindi ha ribadito i contenuti della piattaforma unitaria sindacale, che prevede la possibilità di andare in pensione a 62 anni o con 41 anni di contributi. Per Furlan, “bisogna stare molto attenti a parlare di penalizzazioni con l’attuale livello dei salari e con le pensioni medie degli italiani che non arrivano a mille euro. Sotto una certa cifra la penalità non è sostenibile”.
Luigi Di Maio è stato ospite della trasmissione di diMartedì, per un’intervista che ha toccato diversi temi, tra cui quello delle pensioni. Il vicepresidente della Camera ha spiegato che quello previdenziale è innanzitutto un problema culturale e che finché ci saranno pensioni minime da 400 euro e pensioni d’oro 20.000 euro sarà impossibile fare interventi seri. Quindi bisognerà prima di tutto abbattere le diversità per stimolare culturalmente il Paese all’uguaglianza.
Più concretamente l’esponente del Movimento 5 Stelle ritiene che si possano usare i 12 miliardi di pensioni d’oro per aumentare le pensioni minime. Di Maio ha poi spiegato che nel nostro Paese gli interventi sulle pensioni appaiono “impossibili” da realizzare solamente perché non si guarda dove sono i soldi. E ha ricordato che ci sono enti inutili che costano 10 miliardi di euro. Risorse che potrebbero quindi essere utilizzate più proficuamente per sostenere pensionati e lavoratori