Mentre si discute di riforma delle pensioni con l’anticipo legato a un prestito, il Comitato Opzione donna ricorda come ci siano dei cambiamenti che si possono apportare all’attuale normativa del sistema previdenziale per renderlo più equo senza per questo pesare sul bilancio pubblico. Orietta Armiliato, una delle animatrici del Comitato, le illustra con un post su Facebook: “Ci sono alcune questioni, delle quali ci stiamo occupando, che davvero potrebbero garantire flessibilità senza stravolgere i precari equilibri economici e di sistema attuali. Nella fattispecie mi riferisco a tutte quelle correzioni a norme inique o distorte che dovrebbero e potrebbero essere attuate a garanzia di giustizia previdenziale e sociale, vedi in primis il tema della sommabilità dei contributi versati in Gestione Separata con quelli versati in Ago e la ricongiunzione non onerosa di quelli versati in altre casse”. La Armiliato spiega anche che per “caldeggiare” queste richieste è stato creato un nuovo hashtag #peramorediequità, da utilizzare su Twitter.
Cesare Damiano esprime soddisfazione per le rassicurazioni arrivate dal ministro Poletti sul fatto che la riforma delle pensioni allo studio in Italia non è oggetto del documento finale dell’Eurogruppo svoltosi in settimana. L’ex ministro ha anche aggiunto: “Siamo stufi delle lezioni che ci giungono dagli ‘euroliberisti’ e vogliamo ricordare che il nostro Paese è in ordine con i conti previdenziali e che ha superato persino la Germania nella discutibile gara all’innalzamento dell’età pensionistica”. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera ha quindi ribadito che “l’anticipo della pensione è una misura di giustizia sociale che va assolutamente adottata”, aggiungendo che “i disoccupati, i precoci, chi svolge lavori usuranti e i disabili, devono godere di agevolazioni fiscali che azzerino le eventuali penalizzazioni previste per l’anticipo pensionistico”.
Uno dei temi caldi della riforma pensioni è relativo alla proposta avanzata dal governo ai sindacati in merito al prestito pensionistico per i lavoratori che lasciano prima dell’età di vecchiaia. Tale prestito dovrà essere restituito con rate fino a 20 anni con gli interessi che, per il sottosegretario Nannicini non rappresenta una penalizzazione sull’importo di pensione ma “una rata di ammortamento”. Tito Boeri, presidente dell’Inps, si è detto soddisfatto dell’impegno del governo nei confronti della materia in oggetto. Sarà proprio l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale a svolgere il ruolo di front-office dell’anticipo pensionistico gestendo così i rapporti tra gli enti finanziari e i lavoratori. Ai giornalisti, Nannicini ha chiarito l’aspetto legato alla rata massima per l’anticipo della pensione asserendo: “La rata del prestito pensionistico per chi dovesse anticipare volontariamente l’uscita dal lavoro di 3 anni rispetto all’età di vecchiaia potrebbe arrivare al 15% della pensione per i vent’anni nei quali si ripaga il prestito”. Una penalizzazione sulla pensione nettamente più bassa è prevista per coloro che hanno perso il lavoro.
Sono passate quasi inosservate, ma sono molto importanti, le parole che Roberta Pinotti ha pronunciato a proposito della riforma delle pensioni che sarà varata con la prossima Legge di stabilità. Il ministro della Difesa ha rilasciato un’intervista a Il Secolo XIX in cui ha affrontato diversi temi, e le pensioni, e ha detto tra le altre cose di essere molto orgogliosa “di fare parte di un governo che ha fatto così tante cose in così poco tempo. Non ricordo un governo che abbia avviato un numero così alto di riforme”. Il giornalista Andrea Castanini ha quindi chiesto alla Pinotti: “Non è che il Pd perde consensi perché parla troppo di riforme e meno di lavoro e sviluppo?”. Il ministro ha così replicato: “Il tema delle riforme non arriva direttamente nelle tasche dei cittadini. Ma il governo è impegnato anche in altre attività. Nella Legge di stabilità ci saranno gli 80 euro per le pensioni minime, il sostegno alla povertà, la riduzione dell`aliquota intermedia dell’Irpef”. La Pinotti, parlando degli 80 euro alle pensioni minime, non accenna al fatto che si tratti di un’ipotesi come sembrava dalle dichiarazioni di altri suoi colleghi di governo e partito. Ma sembra dare la certezza che il provvedimento sarà inserito nella Legge di stabilità. Un dettaglio assolutamente non irrilevante. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan precisa che all’Eurogruppo non si è parlato specificatamente della riforma delle pensioni allo studio in Italia, ma è stata fatta una carrellata generale sui sistemi pensionistici e la loro sostenibilità. “L’Italia è uno dei Paesi con i sistemi pensionistici più sostenibili”, ha aggiunto. Che però ha anche evidenziato che “se proprio vogliamo collegare il caso italiano a questo esercizio bisogna notare che nel comunicato dell’Eurogruppo si raccomanda di evitare di disfare le riforme precedentemente introdotte”.
Yoram Gutgeld torna a parlare di riforma delle pensioni e più nello specifico dell’Ape che il Governo sta mettendo a punto. Il Commissario alla spending review ha in particolare spiegato che non avrà alcun impatto sulla finanza pubblica. “È un meccanismo finanziario che permette di uscire prima con una pensione distribuita su più anni”, ha detto Gutgeld parlando a margine di un workshop organizzato a Venezia dal consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti. Il consulente economico di Matteo Renzi ha anche voluto specificare che è grazie al meccanismo del prestito bancario che l’Ape non pesa sui conti pubblici italiani.
Susanna Camusso ha fatto tappa ieri al calzaturificio Moreschi di Vigevano (PV) e ha parlato anche della riforma delle pensioni che il Governo sta mettendo a punto. La Provincia Pavese riporta queste dichiarazioni del Segretario generale della Cgil: “Se un lavoratore vuole andare in pensione tre anni prima può auto-prestarsi il contributo delle banche e delle assicurazioni, cioè la pensione per quei tre anni. Poi, quando avrà raggiunto l’età pensionabile, potrà cominciare a restituire il prestito ventennale: tradotto, il governo ci propone di accendere un mutuo, come quello per la casa”. Camusso ha anche spiegato che ovviamente una simile ipotesi sarebbe molto penalizzante per il lavoratore, perché dovrà restituire un capitale ricevuto in prestito con gli interessi.
Giuliano Poletti prova a portare un po’ di calma dopo che si è diffusa la notizia di un documento dell’Eurogruppo che “frenerebbe” la riforma delle pensioni allo studio del Governo. Il ministero del Lavoro ha infatti spiegato che il vertice ha espresso “una linea generale e riguarda tutti i paesi e ci sono paesi in Europa che hanno sistemi previdenziali molto meno in equilibrio del nostro”. Poletti assicura quindi che l’esecutivo procederà a correggere “l’errore vero della Legge Fornero”, ovvero non aver saputo gestire la transizione verso il nuovo sistema pensionistico, creando delle situazioni di ingiustizia.
Mentre si discute sulla bontà della proposta avanzata dal Governo per consentire ai lavoratori di fruire della flessibilità in uscita fino ad un massimo di tre anni di anticipo rispetto alla data fissata dai vincoli della legge Fornero ed in particolare sulle penalizzazioni, la Uil ne avanza un’altra di proposta focalizzata su come reperire i fondi necessari senza gravare sulle spalle dei lavoratori che nelle intenzioni del Governo comunque dovrebbe sottoscrivere un prestito con periodo di ammortamento di bene 20 anni. In particolare la Uil ha presentato uno studio nel quale ha sottolineato come lo Stato grazie alla Legge Fornero risparmierà entra il 2050 qualcosa come 900 miliardi di euro, e che soprattutto vi sia quasi un miliardo di euro del cosiddetto fondo per lavori usuranti ideato nel 2007. Soldi che non sono mai stati utilizzati o quanto meno per lo scopo originario per cui la Uil propone di utilizzarli per permettere la flessibilità senza costi per i lavoratori.
L’Ape, la riforma delle pensioni allo studio del Governo, incassa anche la bocciatura di Paolo Ferrero. L’ex ministro, in un’intervista a Intelligonews, spiega che la misura dell’esecutivo “si configurasi come una bugia, perché il governo dice che si va in pensione prima senza penalizzazioni, invece è evidente che le persone interessate sarebbero indebitate per venti anni”. Per il Segretario nazionale di Rifondazione comunista c’è poi un altro elemento da non dimenticare: cioè che il Governo di fatto non intende modificare la Legge Fornero sulle pensioni. Il risultato finale è che “i lavoratori ci perdono non potendo andare in pensione prima e le banche e le assicurazioni ci guadagnano”.
Ferrero spiega quindi cosa andrebbe fatto sul tema delle pensioni: abbassare i requisiti pensionistici, tornando ai 40 anni di anzianità e 60 di età per le pensioni di vecchiaia delle donne, che dovrebbero diventare 65 per gli uomini. “La strada è: abolizione della Fornero e costruzione di un sistema chiaro che permetta di mandare la gente in pensione normalmente e di avere i giovani che lavorano”, ha aggiunto.