Anche per Il Giornale è in arrivo un cambio di rotta del Governo dopo il risultato dei ballottaggi che investirà la riforma delle pensioni. Il quotidiano milanese ritiene che l’esecutivo al prossimo incontro con i sindacati farà qualche concessione in più sul tema della previdenza e poi varerà qualche intervento fiscale “da presentare come una misura di giustizia sociale”. “L’Ape, la pensione anticipata così come anticipata ai sindacati, che incontreranno nuovamente il governo giovedì, sarà modificata su alcuni aspetti segnalati da Cgil, Cisl e Uil”, scrive Il Giornale, evidenziando come le modifiche dovrebbero essere improntate a “una svolta a sinistra”. Era atteso per oggi l’esame da parte della Corte Costituzionale in relazione ai ricorsi presentati contro il bonus Poletti teso a porre rimedio all’illegittimità del blocco delle rivalutazioni delle pensioni pronunciato lo scorso anno dalla stessa Consulta. Il Presidente Paolo Grossi ha deciso di spostare al 5 luglio la discussione, quando la Corte dovrà anche esaminare il contributo di solidarietà sulle pensioni più elevate. Dunque quella del 5 luglio si preannuncia una data davvero importante in tema di pensioni. Vedremo se saranno già prese delle decisioni dalla Consulta o meno.
Dopo le elezioni amministrative che hanno catalizzato l’attenzione del mondo della politica e dei media, si ritorna a parlare di pensioni con l’Europa che frena sulla possibilità che si possa prevedere un sistema per considerare l’accesso alla pensione anticipata. In particolare l’UE ha pubblicato un documento nel quale vengono pesantemente criticate tutte le forme di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Sull’argomento ha voluto dire la propria il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che ha voluto rimarcare come in realtà il documento non faccia nessun riferimento esplicito all’Italia: “è una linea generale e riguarda tutti i Paesi, e ci sono Paesi in Europa che hanno sistemi previdenziali molto meno equilibrati del nostro. Noi l’equilibrio ce lo abbiamo nel tempo, ma dobbiamo correggere quegli elementi che producono un tasso di ingiustizia. Legge Fornero? L’errore vero è che non ha gestito la transizione”.
Mentre sembrano in arrivo novità sulla riforma delle pensioni, vista la sconfitta ai ballottaggi del Pd, dall’Europa arriva un “allarme” relativo alle pensioni integrative. L’Eiopa, l’autorità europea per le assicurazioni e le pensioni, il contesto di bassi rendimenti prolungato può portare a un “doppio colpo” negativo: il valore delle passività aumenta a causa della riduzione del tasso privo di rischio, mentre il valore delle attività diminuisce a causa del livello crescente dei premi di rischio. Una situazione non certo favorevole per chi opera nel settore. Cesare Damiano invita Matteo Renzi a riflettere sulla sconfitta maturata dal Pd nei ballottaggi di domenica. Una sconfitta, dice l’ex ministro, maturata anche per via del “distacco del Pd nei confronti di strati sempre più consistenti di elettori di sinistra e la percezione di una insufficiente politica del Governo a tutele dei più deboli e contro le crescenti disuguaglianze”. Per il Presidente della commissione Lavoro della Camera occorre quindi “una seria correzione di rotta”, che passi anche dalla riforma delle pensioni, correggendo “il sistema previdenziale con la flessibilità in uscita”.
Può sembrare un giudizio puramente tecnico, ma quello di Maurizio Ballistreri sulla riforma delle pensioni allo studio del Governo è molto interessante. Sul sito internet de L’Avanti scrive infatti che l’Ape sembra avere tra i suoi tratti distintivi quello della “collateralizzazione”, il sistema finanziario che permette l’erogazione di un credito dando in garanzia dei titoli, che ha creato anche problemi nella nota crisi dei subprime. Ballistreri segnala poi che il fatto che ci siano dei prestiti bancari, di fatto garantiti dalle pensioni, costituirebbe “una lesione a un principio costituzionale rigido e precettivo, qual è quello della natura pubblica della previdenza obbligatoria e della sua funzione sociale, a mente dell’art. 38 della nostra Carta fondamentale, il cui secondo comma secondo la migliore dottrina giuslavoristica prescrive un nesso tra Costituzione e obbligo statale alla sicurezza sociale”.
L’esito dei ballottaggi 2016 dovrebbe portare a delle conseguenze sulla riforma delle pensioni allo studio del Governo Renzi. Lo scrive Il Sole 24 Ore, segnalando come in generale l’esecutivo sia intenzionato a rivedere la politica economica, in particolare fiscale, per garantire più risorse a famiglie e imprese. Non è comunque facile, in materia di pensioni, poter andare oltre l’ipotizzato Ape (l’Anticipo pensionistico che prevede il coinvolgimento di banche e assicurazioni), per via delle risorse disponibili e dell’attenzione che l’Europa sembra voler riservare ai sistemi pensionistici dei paesi membri, come dimostrato dal documento dell’ultimo Eurogruppo tenutosi la settimana scorsa. Quello che forse il Governo potrebbe fare, secondo il quotidiano di Confindustria, è cominciare a estendere il bonus da 80 euro anche ai pensionati, partendo dalle fasce di reddito più basse. Le decisioni dovrebbero essere comunque prese prima del referendum di ottobre.
I lavoratori precoci, per i quali non ci sarebbe alcun provvedimento nella riforma delle pensioni allo studio del Governo, non nascondono una certa soddisfazione per l’esito dei ballottaggi delle comunali 2016, che ha visto sconfitte pesanti per il Pd di Renzi a Roma e Torino. Sul gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” c’è chi ritiene che l’esito del voto sia frutto delle dichiarazioni del Premier riguardo la Legge Fornero: la volontà di non cambiarla ha sicuramente influito sul voto degli over 50. Qualcuno ironizza sull’Ape, l’anticipo pensionistico allo studio del Governo, dicendo che alla fine con il suo pungiglione ha colpito il Premier. E arriva poi l’avvertimento sul referendum di ottobre, dove il voto potrebbe essere ancora negativo per Renzi se non ci saranno interventi sulle pensioni.Giuliano Cazzola torna a criticare la riforma delle pensioni che il Governo sta mettendo a punto. L’Ape, scrive sul Bollettino Adapdt l’ex deputato, è “una flessibilità ‘tipo’, o, ancor meglio, una simil-flessibilità, una sorta di sottoprodotto che costa poco e consente di realizzare, più o meno, il medesimo obiettivo”. Grazie al prestito bancario, evidenzia poi Cazzola, “la riforma Fornero è salva, perché l’Inps prenderà in carico il lavoratore/pensionando soltanto quando egli avrà varcato le soglie anagrafiche (e naturalmente contributive) stabilite dall’articolo 24 del decreto Salva Italia”, ovvero la norma che è poi passata alle cronache come la Legge Fornero sulle pensioni.
In attesa di novità sulla riforma delle pensioni ce n’è una che riguarda l’Inps. Da oggi, infatti, sul sito dell’Istituto nazionale di previdenza sociale è possibile pagare direttamente i propri contributi volontari. Per non pochi italiani che hanno concluso o interrotto l’attività lavorativa si tratta di un importante strumento per poter raggiungere i requisiti necessari alla pensione (o per aumentarne l’importo nel caso si siano già raggiunti). Il sistema di pagamento PagoPA, che serve anche altri settori della Pubblica amministrazione, secondo i progetti dell’Inps dovrebbe arrivare presto a coprire nuovi servizi online.
Non ci va certo leggero Renato Brunetta nel commentare la riforma delle pensioni allo studio del Governo. Parlando ai microfoni di Askanews ha infatti detto: “Ma si immagina un pensionato che accende un mutuo ventennale a 65 anni da pagare ogni sei mesi pagandoci non solo il rimborso del mutuo, ma gli interessi e l’assicurazione in ragione della sua venuta meno? Il tutto per avere per tre anni un rabbocco di 300-400 euro mensili sulla propria pensione. Ma chi sarà mai quel pazzo di pensionato che farà una cosa simile?”. L’ex ministro ha quindi attaccato il Governo dice che “solo quei pazzi imbroglioni che stanno al governo possono pensare una cosa di questo genere”.
Con l’affermazione avuta ai ballottaggi di Roma e Torino, il Movimento 5 Stelle avrà sempre più importanza a livello nazionale e dunque le sue posizioni sulla riforma delle pensioni saranno da prendere ancor più in considerazione. In questo senso Luigi Di Maio prima del voto aveva scritto su Facebook un post in cui faceva capire che con 40 anni di contributi o 65 di età, specie dopo lavori usuranti, sarebbe bene potersi godere la pensione. Il vicepresidente della Camera ha criticato aspramente l’Ape allo studio del Governo, scrivendo: “Se volete andare in pensione, chiedete un prestito in banca. Magari Banca Etruria, specializzata in massacro di pensionati, così sarete proprio in una botte di ferro”. Di Maio ha anche criticato i sindacati, che hanno incontrato il Governo, ma non sembrano così pronti a protestare contro l’Ape.
La riforma delle pensioni che il Governo sta studiando non sembra contenere la tanto richiesta ottava salvaguardia per gli esodati. Per questo la Rete dei comitati degli esodati ha deciso di mobilitarsi e di indire per il 23 giugno una presidio davanti al ministero del Lavoro pe protestare contro i nuovi provvedimenti sulle pensioni. In un comunicato la Rete ha spiegato che la manifestazione servirà a chiedere al Governo: l’immediata chiusura delle istruttore della settima salvaguardia e della contabilità della stessa, così da certificare i risparmi ottenuti rispetto ai fondi stanziati; il pieno reintegro delle somme prelevate dal Fondo esodati; il pieno utilizzo degli 11,6 miliardi di euro già stanziati per gli esodati per un nuovo e definitivo provvedimento di salvaguardia; il sostegno del Governo alla proposta di legge parlamentare 3893 per l’ottava salvaguardia, a prima firma di Cesare Damiano, assicurando alla stessa un rapido iter parlamentare, in modo che venga approvata entro settembre. La Rete ricorda che ci sono ancora 34.000 esodati privi di tutela e che continuerà a mobilitarsi fino a quando non ci sarà l’ottava salvaguardia in grado di garantire l’accesso alle pensione a tutti loro.