Da Giuliano Poletti arrivano parole importanti sulla riforma delle pensioni. Il ministro del Lavoro, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, si è infatti detto convinto “che in Legge di stabilità avremo una significativa azione nei confronti del tema delle pensioni”. In particolare Poletti ha motivato questa sua dichiarazione segnalando che il Governo non interverrà solamente con l’Ape, ma anche su altri temi riguardanti le pensioni, compresa la questione esodati. Non bisogna in questo senso dimenticare che l’esecutivo pare essere al lavoro anche sulle ricongiunzioni onerose e per individuare altri strumenti che possano “facilitare” l’accesso alle pensione (si è anche parlato di un “bonus” sui contributi dei lavoratori precoci versati prima della maggiore età). Il Comitato per la proroga di Opzione Donna continua a lavorare per portare avanti le proprie istanze e Vania Barboni, una delle animatrici del Comitato stesso, ieri ha incontrato Titti Di Salvo, membro della commissione Lavoro della Camera, ed Ettore Rosato, capogruppo del Pd a Montecitorio. I due parlamentari hanno mostrato di essere sensibili alle richieste del Comitato. Non resta intanto che sapere dall’Inps il risultato sul monitoraggio delle domande presentate e dei fondi stanziati ancora disponibili per poter capire quanti margini di manovra ci sono per poter prorogare Opzione donna.
Cesare Damiano saluta positivamente la notizia di un nuovo incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni e si augura che venga raggiunto al più presto un accordo, in modo che i “correttivi” della Legge Fornero non finiscano nel vortice della campagna referendaria. L’ex ministro del Lavoro vorrebbe poi che l’anticipo pensionistico consentisse una flessibilità di 4 anni rispetto all’età pensionabile. Un altro tema che il Presidente della commissione Lavoro della Camera considera importante è quello dell’incremento della quattordicesima prevista per gli assegni pensionistici fino a 700 euro mensili.
Come noto, Governo e sindacati si troveranno a fine mese per parlare di riforma delle pensioni. Susanna Camusso non nasconde che la scelta dell’esecutivo di convocare un nuovo incontro non è certo il tipo di risposta che si vorrebbe, dato che il vero obiettivo dovrebbe essere la modifica della Legge Fornero che invece si vuole lasciare intatta. Il Segretario generale della Cgil evidenzia in particolare che i confronti non possono essere infiniti. Del resto i sindacati hanno presentato la loro piattaforma unitaria sul tema già a dicembre e dopo una serie di incontri avuti con il Governo ancora non sembra esserci una proposta chiara e definita da parte dell’esecutivo.
Maurizio Petriccioli si augura che dall’incontro con il Governo sulla riforma delle pensioni si possa arrivare finalmente a una “sintesi”, in modo da poter predisporre degli interventi da inserire nella prossima Legge di stabilità. Il Segretario Confederale della Cisl ha sottolineato l’importanza del riconoscimento che il Governo ha voluto fare del ruolo “di rappresentanza sociale al sindacato, perché è necessario che tutti possano contribuire alla soluzione dei problemi previdenziali”. Vedremo se effettivamente il prossimo incontro con il Governo arriverà a qualche punto condiviso definitivo.
Governo e sindacati stanno continuando ad incontrarsi per cercare di delineare una linea comune per quanto concerne la riforma delle pensioni ed in particolar modo in ottica uscita anticipata. Il segretario nazionale della Uil, Carmelo Barbagallo, in una recente intervista ha rimarcato che al momento non è chiaro in che modo si abbia intenzione di intervenire sulla flessibilità delle pensioni facendo riferimento alla proposta dell’Ape. Nello specifico il leader sindacale ha fatto presente: “Sull’Ape, non sappiamo che intervento sarà, quale la platea, quali i costi, che tipo di penalizzazione verrà introdotto. Forse, ne sapremo di più nei prossimi incontri tecnici di approfondimento. Ci attendiamo una proposta di mutuo, cioè il lavoratore dovrebbe sottoscrivere un prestito con il sistema bancario e assicurativo. Sul prestito, ovviamente, ci sono gli interessi da pagare e un’assicurazione premorienza da fare: nel caso il pensionato muoia prima, interviene un’assicurazione. Il governo ha precisato che non tutti i lavoratori contribuiranno allo stesso modo, ipotizzando una distinzione per disoccupati e redditi bassi, senza chiarire cosa intenda per reddito basso”.
Cesare Damiano che a Governo e sindacati di arrivare “tirare le fila” sulla riforma delle pensioni entro la fine del mese di luglio. Questo perché in questo modo si potrebbe arrivare a un accordo a settembre in modo che la Legge di stabilità possa fare da “contenitore” per i provvedimenti concordati. “Altrimenti c’è il rischio di sovrapporsi con il Referendum sulla Costituzione: a quel punto il tavolo non sarebbe più in grado di produrre alcun risultato. Un errore da non commettere”, ha spiegato l’ex ministro del Lavoro. Che ha anche ricordato che occorre “correggere la Legge Fornero dando più flessibilità al sistema previdenziale e concludendo definitivamente, con l’ottava salvaguardia, il tema degli esodati”.
Nelle ultime settimane il Governo ha incontrato in diverse occasioni i sindacati allo scopo di trovare un punto di intesa per quanto concerne la riforma delle pensioni ed in particolare modo l’annoso tema della flessibilità in uscita. In queste ore il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso delle quali ha evidenziato come nella prossima legge di Stabilità dovrebbe essere inserita una misura nata in concertazione tra sindacati e Governo: “Sta procedendo bene perché stiamo entrando nei contenuti e quando il dialogo si sviluppa sul dettaglio degli interventi è sempre uno scambio proficuo. Siamo in una fase molto positiva perché stiamo approfondendo, da qui alla Stabilità, degli interventi che risolveranno alcuni problemi sociali particolarmente urgenti”.
Maurizio Landini ha partecipato ieri a un incontro con sindaci e Regione Toscana sul tema del rinnovo del contratto dei metalmeccanici. E parlando con la stampa ha anche fatto dichiarazioni sulla riforma delle pensioni. In particolare, il Segretario generale della Fiom ha detto che occorre abbassare l’età pensionabile e reintrodurre le pensioni di anzianità. Il Governo, invece, a suo modo di vedere offende l’intelligenza delle persone chiedendo sostanzialmente a un lavoratore di fare un mutuo per andare in pensione, magari anche quando ha versato più di 40 anni di contributi. Per Landini, i sindacati a settembre dovrebbero chiamare i lavoratori a una mobilitazione in assenza di risultati tangibili.
È passato quasi un mese dal voto sulla Brexit, ma ancora non si è capito quali effetti avrà la decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione europea. Oggi Avvenire dedica un articolo agli effetti della Brexit sulle pensioni, ricordando che l’Inps il 4 luglio con una nota in cui ha specificato che finché non si sarà conclusa la procedura formale di uscita, il Regno Unito continuerà a far parte dell’Ue. Dunque per i pensionati italiani che risiedono in Gran Bretagna non ci saranno al momento ripercussioni, se non quelle dettate da un cambio euro/sterlina che potrebbe essere “volatile”. Insomma, ci vorrà ancora del tempo per valutare gli effetti della Brexit sulle pensioni.
Il comitato lavoratori Quota 96 della scuola esprime delusione. Dopo essere stati penalizzati dalla riforma delle pensioni targata Fornero, questi lavoratori, infatti, non hanno avuto mai un provvedimento a loro favore, nonostante le promesse del mondo politico. E anche la proposta di legge 3893 sull’ottava salvaguardia degli esodati non li contempla. Il comitato chiede quindi che anche i lavoratori Quota 96 possano entrare nella platea dei beneficiari di questo provvedimento, “in quanto ormai da cinque anni aspettiamo la risoluzione di questo errore tecnico voluto” (il riferimento è alla Legge Fornero che li ha penalizzati in quanto l’anno contributivo per il personale della scuola comincia a settembre e non a gennaio). Vedremo se gli estensori della proposta di legge correggeranno il testo.
Potrebbe diventare “strategica” per il Governo in vista del referendum costituzionale. La Stampa ipotizza persino che Renzi stia valutando di fissare la data della consultazione popolare a novembre. Questo perché l’esecutivo entro il 20 ottobre dovrebbe presentare alle camere la Legge di bilancio, che andrà a sostituire la Legge di stabilità. Come noto, al suo interno dovrebbero esserci i provvedimenti per modificare la Legge Fornero sulle pensioni. E all’interno del Partito democratico c’è chi non nasconde (il quotidiano torinese cita Francesco Verducci) che la manovra finanziaria potrebbe essere “il propulsore del referendum”. Ovviamente con provvedimenti su temi caldi come pensioni e tasse il Governo potrebbe aumentare il suo consenso proprio alla vigilia di un voto da molti visto più sulla persona del Premier che non sulla modifica della Costituzione. C’è da dire che già la scorsa settimana La Stampa aveva scritto che il Governo stava vagliando l’opportunità di occuparsi di temi “sensibili” per l’opinione pubblica, come appunto la riforma delle pensioni, lasciando la campagna referendaria sullo sfondo.