ITito Boeri non si vuole sbilanciare su un giudizio riguardante la riforma delle pensioni allo studio del Governo. Il Presidente dell’Inps ha detto, al termina di un’audizione in Senato, che intende aspettare che il pacchetto di misure in discussione tra Governo e sindacati sia pronto prima di pronunciarsi. Questo anche perché sono tanti i provvedimenti che si stanno studiando, ma mancano i dettagli che permetterebbero di formarsi un’opinione completa. Boeri ha comunque detto di augurarsi che stavolta, diversamente dal passato, non ci siano “misure estemporanee e parziali”.
Il Governo continua a lavorare alla riforma delle pensioni e, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, il capitolo relativo alla cancellazione delle ricongiunzioni onerose dovrebbe consentire di evitare di pagare cifre molto alte per poter sommare periodi di contribuzioni in casse previdenziali differenti. Tuttavia, la pensione verrebbe poi pagata in maniera congiunta dai diversi enti previdenziali coinvolti. Ciò per evitare che il pensionando possa scegliere l’ente previdenziale che garantisce il trattamento più vantaggioso, ragione per cui era stata introdotta l’onerosità della ricongiunzione, oggi diventata un “fardello”, considerato l’aumento dell’età pensionabile registrato negli ultimi anni.
Mentre si discute di riforma delle pensioni, l’aggiornamento del monitoraggio dei trattamenti pensionistici Inps relativi al primo semestre del 2016 fa emergere una situazione in cui l’età media di pensionamento è stata di 65,1 anni per la pensione di vecchia e di 60,4 anni per quella di anzianità/anticipata. Per la prima volta, quindi, l’età media della pensione anticipata supera i 60 anni. L’incremento è certamente stato dovuto anche all’adeguamento all’aspettativa di vita e certamente deve far riflettere nel momento in cui si stanno studiando gli eventuali correttivi per la Legge Fornero.
Lavoro & Welfare, l’associazione presieduta da Cesare Damiano, ha dedicato l’ultimo numero della sua rivista ai lavori usuranti, un tema importante di cui si discute circa la riforma delle pensioni. Damiano stesso, insieme a Giovanni Battaferano, Segretario generale dell’associazione, nell’articolo introduttivo segnala che occorre “procedere a una rivisitazione della materia”, perché “i lavori non sono tutti uguali e quelli usuranti diventano ancor meno sopportabili con l’elevamento dell’età pensionabile e con l’innalzamento delle aspettative di vita”. Per Damiano e Battaferano, oltre a “blindare le risorse” del fondo preposto, occorre “includere altre categorie lavorative finora escluse, a partire dai lavoratori dell’edilizia e che svolgono attività in altezza”.
Il Governo, in attesa di incontrare i sindacati, continua a lavorare sulla riforma delle pensioni. Anche sugli assegni già in essere. Secondo Il Corriere della Sera, l’esecutivo in merito alle pensioni starebbe in particolare pensando di ampliare la platea di beneficiari della quattordicesima, ora erogata a circa due milioni di italiani che ricevono una pensione inferiore a 9.800 euro annui e hanno almeno 64 anni. Per farlo, il “tetto” potrebbe essere portato a 13.000 euro annui, includendo circa altri due milioni di pensionati, che avrebbero quindi 500 euro in più poco prima delle vacanze estive. In alternativa la platea potrebbe restare invariata, ma l’importo della quattordicesima sarebbe destinato ad aumentare fino al 50%. L’esecutivo starebbe poi, come noto, valutando di ampliare la no tax area per i pensionati, portandola a 8.124 euro, come avviene per i lavoratori dipendenti.
Cesare Damiano torna a insistere nel chiedere che Governo e sindacati si mettano presto d’accordo sulla riforma delle pensioni. “Il tavolo di confronto tra Governo e sindacati dovrà essere in grado di fare un primo consuntivo del lavoro svolto prima della pausa estiva”, dice l’ex ministro del Lavoro, ricordando che “sarebbe fortemente negativo non aver concluso il confronto prima dell’avvio della campagna sul referendum costituzionale”. “Concludere sui temi della previdenza, con risultati visibili per quanto riguarda la flessibilità, il cumulo gratuito dei contributi, l’aumento della quattordicesima per le pensioni più basse e con la chiusura definitiva del problema degli esodati, significa porre riparo ad una serie di ingiustizie previdenziali che abbiamo il dovere di correggere”, ha aggiunto Damiano.
Sul monitoraggio dei flussi pensionistici del primo semestre, come riportato dall’agenzia Ansa, ci sarebbe stato un calo del 34% delle pensioni liquidate. In particolare, si evidenzia come il dato di quest’anno di fermi a 189.851 pensioni, mentre per lo stesso periodo dello scorso anno si siano raggiunte 287.826 pensioni. In questo report si rileva inoltre una diminuzione del 46% di assegni sociali, destinati ad anziani con redditi bassi o nulli. Gli assegni, in particolare, si sarebbero addirittura dimezzati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: da 25.939 pensioni, il dato si ferma a sole 13.912. Si registra quindi un crollo significativo per le nuove pensioni liquidate dall’INPS.
Non arrivano buone notizie sull’ottava salvaguardia degli esodati. Il sito pensionioggi.it segnala infatti che il testo del disegno di legge presentato in commissione Lavoro della Camera non comprende tra i salvaguardati quei lavoratori che nel 2011 avevano usufruito dei tre giorni di permesso mensile previsti dalla legge 104/1992, ovvero per assistere un parente disabile. Questa categoria era già stata esclusa dalla settima salvaguardia e se il testo non sarà emendato potranno accedere alla nuova deroga alla Legge Fornero solo coloro che nel 2011 avevano ottenuto il congedo biennale per assistere un parente con gravi disabilità.
Anche in tema di pensioni l’Italia non gode di buona fama a livello mondiale. Natixis Global Asset Management ha infatti stilato il Global retirement index 2016 per classificare le politiche previdenziali di 43 diversi paesi del mondo. Il primo posto è stato assegnato alla Norvegia, seguita dalla Svizzera. Il terzo posto va a pari merito a Islanda e Nuova Zelanda. L’Italia non va oltre il 28° posto. Secondo un sondaggio di Natixis, il 69% degli italiani ritiene che la pensione sia la vera priorità finanziaria della vita, ma solamente il 42% degli intervistati ha deciso di ricorrere a un piano pensionistico privato con contributo del datore di lavoro.
I lavoratori precoci dovrebbero finalmente trovare un qualche intervento a loro dedicato nella riforma delle pensioni allo studio del Governo. Tuttavia il “bonus” che dovrebbe garantire un maggior peso dei contributi versati prima della maggiore età non sembra essere risolutivo. Come spiega Roberto Occhiodoro, uno degli animatori del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, sarà fondamentale capire se bonus a parte resteranno validi i requisiti richiesti dalla Legge Fornero o se passerà la richiesta di Quota 41. In attesa di una risposta da parte del Governo, Occhiodoro invita i lavoratori precoci a non dare dei giudizi sulla questione bonus, proprio perché non ci sono certezze ancora sul tipo di intervento che ci sarà.
Cesare Damiano torna a parlare della riforma delle pensioni che il Governo sta mettendo a punto. Per l’ex ministro, intervistato da Radio Radicale, alcune categorie di lavoratori non dovrebbero subire penalizzazioni alle pensioni con l’Ape: i disoccupati, i lavoratori precoci con 41 anni di contributi versati, coloro che svolgono mansioni usuranti, i portatori di handicap e in generale coloro che hanno una pensione fino a 2.000 euro lordi mensili. Dunque l’esecutivo dovrebbe prevedere delle detrazioni fiscali capaci di azzerare le penalizzazioni richieste dal prestito pensionistico previsto dall’Ape. Damiano ha anche ricordato che occorre varare l’ottava salvaguardia degli esodati su cui ha presentato una proposta di legge, oltre che fare in modo che le ricongiunzioni contributive siano gratuite e non più onerose. Per chi è già in pensione, Damiano propone l’aumento della no tax area e della quattordicesima per gli assegni più bassi.