Nella sua intervista a Il Corriere della Sera, Tommaso Nannicini ha cercato di spiegare quali interventi di riforma delle pensioni ritiene possano essere approvati quest’anno. “Io resto fiducioso che già da questa legge di Bilancio si possano dare risposte concrete e ispirate a un criterio di equità sociale. Penso ai lavoratori con contribuzioni in gestioni diverse che non dovranno più pagare odiosi oneri per ricongiungerle, ai precoci, agli occupati in lavori usuranti o rischiosi, ai pensionati con redditi bassi”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del consiglio. Il quale ha aggiunto che per quanto riguarda chi è già in pensione, “si potrebbe aumentare la 14esima per chi la riceve, allargare la platea dei beneficiari fino alle pensioni da mille euro, e anche completare il percorso che equipara la no tax area dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti”.
Tommaso Nannicini prova riportare un po’ il “sereno” nel dibattito sulla riforma delle pensioni. “Non capisco questo dibattito estivo su cifre completamente inventate, come quella di 1,5 miliardi di euro. La volontà del governo la esprime il governo, non fonti anonime. Certo, se non ci fosse stata l’intenzione di investirci risorse, non avremmo avviato un confronto su misure che hanno un costo”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio intervistato da Il Corriere della Sera. Tra le altre cose, Nannicini ha anche specificato che non ci sarà alcun contributo di solidarietà sulle pensioni più alte nella Legge di bilancio.
Cesare Damiano ribadisce che sulla riforma delle pensioni occorre stanziare almeno 2 miliardi di euro, considerando che oltre all’Ape e alla flessibilità pensionistica bisognerebbe varare anche interventi per le ricongiunzioni dei contributi e l’aumento della quattordicesima. L’ex ministro del Lavoro, sul suo profilo Facebook, ricorda anche al Governo che si può cominciare già a fare un importante intervento che non richiede risorse pubbliche: l’ottava salvaguardia degli esodati. “I soldi sono già stanziati e coperti: si tratta di 11,6 miliardi di euro stanziati nell’apposito Fondo”, scrive Damiano.
La Uil intende continuare a lavorare per far sì che il tavolo sulla riforma delle pensioni porti a un risultato positivo. Domenico Proietti, a proposito della trattativa aperta tra Governo e sindacati ricorda in una nota che “i risultati finora prodotti sono stati utili e sono state già fissate le date per il prosieguo dello stesso confronto”. Per il Segretario confederale della Uil “è in quella sede dunque che bisognerà entrare nel merito anche economico della questione per definire provvedimenti concreti, fruibili e coerenti con gli obiettivi che vogliamo raggiungere per i lavoratori, i pensionati e i giovani in cerca di lavoro”.
Le parole di Susanna Camusso sono state accolte positivamente da Risorgimento Socialista. “È importante e tutt’altro che scontato che il più grande sindacato del Paese abbia chiaramente sconfessato, tramite il suo leader il piano pensioni del governo che contiene la molto discussa ‘anticipazione pensionistica’ (in sigla Ape)”, ha scritto in una nota Fabio Cannizzaro, membro direttivo di Risorgimento Socialista. “Per quanto ci riguarda, come socialisti autonomi e di sinistra, la posizione espressa da Susanna Camusso ci vede convintamente solidali in quanto è vicina alle nostre già espresse riserve sull’Ape e più in generale su tutte le scelte economiche antisociali e antipopolari di questo Esecutivo che mira a ‘pungere’ indiscriminatamente i lavoratori e i pensionati di questo Paese abbassandone, senza contropartite reali, i diritti ed i livelli di sussistenza loro e delle loro famiglie”, ha aggiunto Cannizzaro.
Susanna Camusso affronta il tema della riforma delle pensioni in un’intervista a Il Corriere della Sera. Il Segretario generale della Cgil ricorda anzitutto che 1,5 miliardi di euro sarebbe uno stanziamento insufficiente agli interventi necessari nel settore previdenziale. “Inoltre, non va avanti l’ottava salvaguardia per gli esodati, non ci sono soluzioni per i lavori usuranti e per i precoci mentre l’unica cosa che sembra interessare al Governo è l’Ape, questa specie di mutuo pensionistico su cui abbiamo molte obiezioni”, ha aggiunto la Camusso, spiegando anche che 2,5 miliardi potrebbero essere una cifra su cui “si potrebbe cominciare a ragionare”. La sindacalista ha quindi spiegato che la flessibilità che serve deve tener conto che non tutti i lavori sono uguali, “bisogna ragionare sulle disuguaglianze nelle aspettative di vita e arrivare a età di pensionamento differenziate in base al lavoro svolto”. E ha quindi ribadito che “per i precoci devono bastare 41 anni di contributi”. Riguardo all’atteggiamento del Governo, la Camusso evidenzia che “ci sono delle cose che non tornano. Non torna questo stop and go sulle risorse. E non torna che ad ora, nonostante numerosi incontri col Governo, non ci sia nulla di scritto. Vorremmo meno annunci e più concretezza”.
Il “balletto” sulle risorse che il Governo sarebbe pronto a stanziare sulla riforma delle pensioni non preoccupa, almeno per il momento, Maurizio Petriccioli, che in una nota evidenzia come il confronto tra Governo e sindacati sul tema pensioni abbia dato “un contributo positivo per individuare le soluzioni necessarie ad alleggerire la pressione che le manovre economiche degli ultimi otto anni hanno esercitato su pensionati e pensionandi”. Per questo il Segretario Confederale della Cisl attende la ripresa del confronto previsto ai primi di settembre per “potere fare valutazioni serie e di merito avendo come obiettivo il miglioramento della condizione dei lavoratori e dei pensionati”. La spesa a regime, cioè almeno tra sette anni, per la riforma delle pensioni allo studio del Governo dovrebbe costare tra i 3,4 e i 4,1 miliardi di euro. Lo scrive Il Sole 24 Ore, citando fonti di agenzia e spiegando che “a pesare maggiormente su questi costi non saranno tanto né l’Ape (l’anticipo della pensione) né la quattordicesima allargata, quanto soprattutto il riconoscimento dello scivolo pensionistico ai precoci, cioè a chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età”. Per quanto riguarda l’Ape, i costi sarebbe di 600 milioni nel caso di un anticipo sull’età pensionabile di tre anni, mentre salirebbero a 700 milioni nel caso di un anticipo di 3 anni e 7 mesi.
La Rete dei comitati degli esodati si prepara a una manifestazione a Roma per i primi di settembre. È quanto si desume in un post della pagina Facebook della Rete, in cui si commentano le recenti dichiarazioni di Matteo Renzi sulla riforma delle pensioni. L’obiettivo dei comitati è quello di far approvare l’ottava salvaguardia prima della Legge di stabilità. Anche perché in un altro post vengono segnalati i dati dell’ultimo report Inps riguardante l’utilizzo delle sette salvaguardia finora approvate. Ed emerge che ci sono risparmi sufficienti per oltre 42.000 persone, più dei circa 34.000 per cui l’ottava salvaguardia verrebbe approvata. In definitiva il provvedimento non avrebbe quindi nuovi costi per il bilancio pubblico.
Francesco Giavazzi ha dedicato ieri un editoriale sul Corriere della Sera al tema dell’incertezza che fa male all’Italia, toccando anche il tema della riforma delle pensioni. Giavazzi ha infatti ricordato che Tommaso Nannicini ha parlato di misure di solidarietà interne al sistema previdenziale. “In altre parole, occorre ridurre le pensioni relativamente più elevate per compensare quelle che altrimenti sarebbero troppo basse”, sintetizza il Professore della Bocconi, che poi spiega che “senza specificare che cosa si intende per pensioni relativamente più elevate, si introduce un elemento di incertezza: alcuni pensionati non sanno né se saranno fra coloro che verranno colpiti, né di quanto. Di fronte a questa incertezza possono solo cercare di risparmiare di più, preparandosi al peggio”.
In questi giorni si sta discutendo molto delle risorse disponibile (e di quelle necessarie) per la riforma delle pensioni. Secondo l’Ansa, potrebbero volerci dai 2 ai 2,6 miliardi di euro per varare tutti i provvedimenti sul tavolo della trattativa aperta tra Governo e sindacati sulla previdenza. Considerando il bonus per i lavoratori precoci, l’allargamento della platea dei beneficiari della quattordicesima, il ricongiungimento gratuito dei contributi, l’Ape e una nuova disciplina per i lavori usuranti, l’agenzia di stampa arriva a determinare quegli importi. A costare di più (800 milioni di euro) sarebbe l’aumento della quattordicesima.
Mentre Renzi dice di voler trovare più risorse per la riforma delle pensioni, sembra la Corte Costituzionale dovrà tornare a pronunciarsi sugli interventi del suo Governo e di quello Letta riguardo il “bonus Poletti” e il contributo di solidarietà sulle pensioni più alte. Un’ordinanza di Marcello Basilico, giudice della sezione Lavoro del Tribunale di Genova, solleva infatti nuovamente la questione di costituzionalità delle due norme. La notizia rimbalza attraverso la newsletter di Franco Abruzzo, decano dei giornalisti italiani e Presidente di Unpit (Unione nazionale pensionati per l’Italia). L’ordinanza di Basilico, viene spiegato, considera “anche le norme ‘Letta’ (tra le altre oggetto del suo esame) affette da incostituzionalità perché realizzano in concreto, in collegamento con l’intervento Monti/Fornero (Art. 24, c. 25°, del dl n. 201/2011, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, c. 1°, della legge n. 214/2011) e con l’intervento Renzi/Poletti (dl 65/2015 convertito in legge 109/2015), un sistema di blocco permanente della perequazione delle pensioni sopra tre volte il minimo”. Dato che l’ordinanza (datata 9 agosto) è successiva alla sentenza del 13 luglio scorso della Consulta, ci vorrà un nuovo pronunciamento della stessa.
Sono arrivate non poche proteste contro il Governo quando sono incominciate a circolari indiscrezioni secondo cui per la riforma delle pensioni sarebbe stato stanziato un miliardo e mezzo di euro. E così Renzi in persona ha voluto tranquillizzare gli italiani, spiegando che sulle pensioni occorre lavorare molto, “perché in passato si è intervenuti con l’accetta”. Dalla festa dell’Unità di Bosco Albergati, in provincia di Modena, il Premier ha detto che “c’è uno scalino troppo grosso e le pensioni minime sono troppo basse. Quindi deve esser chiaro che dovremo trovare risorse in più per le pensioni”. Vedremo se più avanti emergeranno dettegli sull’entità di tali risorse.
Cesare Damiano invita il Governo a non trascurare la riforma delle pensioni e la “questione sociale” in generale, evidenziando come ci sia un grande impegno sul tema del referendum costituzionale, che non si vede però su temi che interessano di più la gente. “Nessuno mette in discussione il valore della riforma della Costituzione e del suo legame con la legge elettorale, sulla quale stanno disquisendo insigni giuristi e politici, ma non vorremmo che si sottovalutasse l’impatto, ben maggiore, che lavoro, povertà e previdenza potrebbero avere sull’esito del Referendum”, spiega l’ex ministro del Lavoro. “Per questo attribuiamo un valore decisivo all’esito del confronto tra Governo e sindacati e insistiamo sui contenuti che, oltre ai temi essenziali della flessibilità e dell’incremento della quattordicesima ai pensionati, devono anche risolvere l’ottava salvaguardia degli esodati e Opzione Donna”, ha aggiunto.
Arrivano rassicurazioni per i lavoratori precoci circa la riforma delle pensioni allo studio del Governo. Roberto Occhiodoro, uno degli animatori del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, ha infatti scritto un post avvisando gli altri membri del gruppo “di non seguire voci più o meno allarmistiche sullo stato dell’arte”. “Noi continuiamo a stare sul pezzo e se dovessero esserci novità reali sulle pensioni saremo i primi a darvene notizia. Al momento la situazione è quella che avete letta nei nostri ultimi post: non ci sono notizie diverse, nonostante la stampa si sia scatenata in supposizioni varie che spesso entrano in contrasto fra loro”, aggiunge Occhiodoro, prima di augurare ai lavoratori precoci di passare un Ferragosto sereno. Il comitato Opzione donna proroga al 2018 si prepara a un autunno “in prima linea”. Certamente dopo le vacanze il tema della riforma delle pensioni tornerà a farsi caldo e ci sarà anche il rischio di dimenticarsi che occorre procedere con il monitoraggio sulle risorse utilizzate per Opzione donna rispetto allo stanziamento della Legge di stabilità dello scorso anno, così da destinare i risparmi alla proroga del regime sperimentale di accesso alla pensione anticipata. Con un post sulla pagina Facebook del comitato, Maria Antonietta Ferro, una delle animatrici del comitato stesso, ha infatti detto che fino a dopo Ferragosto non ci saranno aggiornamenti sulla pagina, aggiungendo: “In previsione dell’autunno, che sarà certamente impegnativo e che ci vedrà in prima linea sul fronte parlamentare, governativo e sindacale, cerchiamo tutte/i di dedicarci in questo periodo agli affetti, agli amici e al riposo”.
Sulla riforma delle pensioni si sta scatenando negli ultimi giorni una polemica relativa alle risorse che il Governo metterà sul piatto per gli interventi atti a cambiare l’attuale sistema previdenziale. Per Milano Finanza, a settembre si dovrebbe in ogni caso affrontare anche il nodo delle pensioni sul riscatto di laurea. Ora come ora, infatti, questa operazione non risulta conveniente per chi ha iniziato a lavorare tardi, perché potrà andare in quiescenza solo in base ai requisiti di età richiesti dalla pensione di vecchiaia. Diversamente, chi ha iniziato a lavorare relativamente presto può usare il riscatto per accedere alla pensione anticipata. Si sta quindi facendo strada l’ipotesi di rendere possibile per tutti l’aumento degli anni di contributi versati grazie al riscatto della laurea, in modo da favorire il pensionamento anticipato, tema su cui il Governo sta tra l’altro lavorando mediante l’Ape. Tuttavia c’è chi non mancherà di far notare che la flessibilità pensionistica a questo punto sarà sempre più “a spese” dei lavoratori che intenderanno utilizzarla.