Massimo Bonini, Segretario generale della Cgil-Milano, non nasconde che il suo sindacato, molto impegnato sul fronte della riforma delle pensioni, debba fare dei cambiamenti anche su questo tema. In un’intervista alla Repubblica degli stagisti, infatti, ha detto che “la Cgil e il sindacato in generale parla di pensioni per quelli che ce l’hanno e per quelli che ci stanno per arrivare, ma mai per quelli che se la devono costruire”. Bonini vorrebbe in particolare “che già da oggi, quando si va davanti al governo, la Cgil si sieda al tavolo dicendo ‘Voglio parlare anche della pensione dei giovani’”.
Se da tempo c’è chi chiede una riforma delle pensioni per introdurre la flessibilità, sembra invece che i magistrati che compiono 70 anni potranno ancora restare al lavoro. Lo riporta il sito de Il Denaro, spiegando che il Consiglio dei ministri potrebbe presto approvare una nuova proroga in merito (l’attuale scade infatti il 31 dicembre). Tuttavia non manca chi è contrario a questa ipotesi, proprio perché non contribuisce al ricambio generazionale. Ma resta il fatto che senza una proroga della possibilità di restare al lavoro oltre l’età pensionabile ci può essere il rischio di creare mancanze di organico in poco tempo in un settore che già lamenta scarsità di personale.
Alessandro Di Battista continua il suo tour per l’Italia a sostegno del No al referendum costituzionale. Il deputato dl Movimento 5 Stelle è stato anche a Cervia, dove ha detto alle persone che hanno partecipato all’iniziativa che gli piacerebbe poter raccogliere delle firme per abolire le pensioni d’oro e aumentare le minime. Ovviamente la maggior parte delle dichiarazioni sono state per spiegare perché i pentastellati si oppongono al referendum, ma non a una riforma della Costituzione: il punto è che questa è stata fatta da una maggioranza impresentabile, ha spiegato Di Battista. È comunque interessante notare quella che sembra una nuova dichiarazione di impegno del Movimento 5 Stelle verso le pensioni minime, che già vorrebbero aumentare grazie al reddito di cittadinanza.
Dal Comitato Opzione Donna arriva l’invito per un “stand by” riguardo le varie notizie sulla riforma delle pensioni che stanno circolando in questi giorni e che parlano anche della possibile proroga del regime sperimentale per la pensione anticipata per le donne dopo 35 anni di contributi e 57 anni e 3 mesi di età. Orietta Armillato, animatrice del Comitato, sulla pagina Facebook dello stesso ha scritto un post ricordando che occorre attendere “la riapertura dei tavoli e le conseguenti ufficialità per avere certezza di quelle che saranno le misure che il Governo inserirà nella prossima legge di bilancio, fermo restando che i temi da noi sostenuti, per esempio chiarezza sui numeri del Contatore, restano vincolati alla totalizzazione delle erogazioni che continua, ovviamente, indipendentemente dalle volontà politiche, dalla pausa estiva e dalle speranze di chi è in attesa di conoscerne l’esito”. “Settembre è alle porte e gli incontri fra i vertici sono già schedulati, non ci resta che attendere….(lo stand-by è un esercizio al quale siamo abituate nostro malgrado da sempre)”, aggiunge la Armillato.
Il mese di agosto sta per volgere al termine e come consuetudine il mondo della politica riprende a pieno ritmo la propria attività. Tra le principali impellenze figura senza dubbio quella della riforma del sistema pensionistico con la concertazione in atto con le parti sociali allo scopo di individuare soluzioni condivise. In attesa di conoscere l’esito dei nuovi incontri già inseriti nell’agenda del Governo, spuntano illazioni secondo le quali potrebbero essere disponibili nuove risorse (circa 1 miliardo di euro) per permettere quanto meno la sperimentazione di alcune misure. Nello specifico si parla di attuare per un anno solare le cosiddette pensioni precoci quota 41 ed ossia di permettere ai lavoratori di accedere al sistema previdenziale una volta raggiunti i 41 anni di contributi a prescindere dalla propria età anagrafica.
Cesare Damiano sembra rassicurato dalle ultime dichiarazioni di Enrico Morando sulla riforma delle pensioni, le quali fanno capire che, a differenza di quanto pensa Enrico Zanetti, il Governo non intende mettere “in concorrenza il rinnovo dei contratti pubblici con le correzioni al welfare”. Il viceministro dell’Economia Zanetti aveva infatti detto che a suo modo di vedere, nella situazione attuale occorre dare priorità agli interventi per la crescita, come il taglio delle tasse, quindi al rinnovo dei contratti del pubblico impiego e in subordine all’aumento delle pensioni. Damiano, invece, ritiene che la previdenza non possa stare all’ultimo posto e invita quindi il Governo a stanziare 2 miliardi di euro “per la flessibilità, le ricongiunzioni gratuite e l’incremento della quattordicesima”. Fermo restando che si possono varare a “costo zero”, utilizzando i fondi già stanziati, l’ottava salvaguardia degli esodati e la proroga di Opzione donna.