Il Governo in questi giorni sta avendo frequenti incontri con le parti sociali per riuscire a trovare un filo conduttore sulle misure inerenti al sistema pensionistico da inserire nella prossima legge di stabilità. Tuttavia si sta giocando una partita altrettanto delicata per quanto concerne il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici ormai bloccato dal 2009 per una serie di ragioni e situazioni contingenti. Il Governo Renzi ha in più occasioni fatto presente la volontà di occuparsi della vicenda inserendola tra le priorità. Ci sono diverse opzioni sul tavolo tra cui quella che comprenderebbe un aumento abbastanza cospicuo di stipendio in ragione di un corrispondente aumento settimanale di ore di lavoro portandole dalle attuali 36 a 38 oppure 40 ore. In alternativa ci sarebbero aumenti mirati a seconda del livello di stipendio con la stanziamento di 300 milioni di euro che però non sembrano essere sufficienti a soddisfare le richieste dei sindacati.
Sul rinnovo dei contratti statali continuano, in attesa di un incontro formale entro fine mese, gli incontri informali con i sindacati stanno All’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. Lo stanziamento per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici è uno dei punti di discussione tra governo e parti sociali. Sono da registrare però, come sottolinea Businessonline, divergenze su questo aspetto tra governo e sindacati. Una prima differenza di vedute è relativa al budget da stanziare. Un’altra divergenza riguarda poi le modalità di spesa: il governo infatti sarebbe intenzionato a premiare merito e produttività e non più ad applicare la politica degli aumenti degli stipendi per tutti i contratti statali. Il sottosegretario alla Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti ha assicurato che “la materia è diventata una priorità”, insistendo per favorire “chi ha sofferto di più”.
I contratti statali sono sempre sullo sfondo delle discussioni di questo periodo tra governo e sindacati per poter arrivare a formare la Legge di Stabilità con le ultime novità riguardo lo stanziamento dei fondi, non solo sulle pensioni, ma anche su quell’aumento degli stipendi pubblici che da ormai mesi viene promesso dal governo Renzi, per bocca dello stesso premier qualche giorno fa nella puntata di Porta a Porta. Al momento, le uniche vere novità a riguardo sono le prime cifre ipotetiche sui fondi: si parla di 300 milioni di euro per il rinnovo dei contratti statali, con adeguamento allo stipendio che dovrà ovviamente essere sostenibile per le casse dello Stato. La Confsal-Unsa avrebbe invece dichiarato che, per il triennio 2016-2018 l’incremento in busta paga potrebbe essere di 80-100 euro e che il Governo dovrebbe quindi stanziare 6,2 miliardi di euro per riuscire ad adeguare i contratti di tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. Ma il vero tema che pare essere al centro delle trattative il mondo della Pubblica Amministrazione è certamente la flessibilità sull’orario di lavoro: per il governo infatti il dilemma è quello di aumentare o meno l’orario degli stessi dipendenti statali con le eventuali ripercussioni sulla busta paga, senza ingiustizie sociali ma anche con un limitato esborso per l’erario. Il ministro Madia entro la fine di settembre dovrà incontrarsi direttamente con i sindacati per arrivare ad un duplice fondamentale accordo: aumento stipendi e nello stesso tempo flessibilità “intelligente”, ovvero commisurata a situazione particolare, sull’orario di lavoro.