LA CGIL USA I VOUCHER / Il sindacato corre ai ripari con una mail: “Dire alla stampa che sono casi isolati” (ultime notizie oggi, 7 gennaio 2017)

- La Redazione

La Cgil usa i voucher, ma il sindacato corre ai ripari con una mail: “Dire alla stampa che sono casi isolati”. Le ultime notizie di oggi, 7 gennaio 2017, e tutti gli aggiornamenti sul caso

Camusso_Cgil_Penna_R439 Susanna Camusso (Lapresse)

I voucher si sono rivelati un boomerang per la Cgil, che ha raccolto le firme per un referendum abrogativo e poi è finita nel mirino delle polemiche per il caso dei buoni lavoro utilizzati nello Spi Emilia-Romagna. Il sindacato ha deciso di correre ai ripari: la segreteria nazionale ha inviato una mail a tutti i dirigenti nazionali e regionali con un vademecum su come replicare agli organi di stampa nel merito della questione. Sono ore delicate per la Cgil anche in vista del giudizio sull’ammissibilità dei quesiti referendari, quindi l’obiettivo in questa fase deve essere «quello di rilanciare la validità delle nostre ragioni, supportate da milioni di firme raccolte nei mesi scorsi, evitando i processi ed evitando di alimentare fratture nella organizzazione e nella sua immagine pubblica» scrivono Tania Sacchetti e Nino Baseotto, membri della segreteria nazionale. In sostanza, la Cgil vuole evitare i processi, ma si tratta di un problema esteso: ci sono stati dei casi nello Spi di Bergamo e in quello di Milano.

La Cgil invita i suoi dirigenti a fare attenzione in merito al caso dei voucher e a circoscrivere il fenomeno, che riguarderebbe «attività meramente occasionali svolte da soli pensionati». Lo sostengono Tania Sacchetti e Nino Baseotto, membri della segreteria nazionale, nella mail inviata ai dirigenti nazionali e regionali. La spinosa questione va minimizzata e circoscritta ai soli pensionati, ma un funzionario della Cgil di una struttura del sud a Repubblica ha raccontato cun sistema usato ampiamente per la retribuzione di alcuni collaboratori, cioè quello del finto volontariato. Viene quindi presentata una richiesta di rimborsi spese fasulle alla tesoreria provinciale o territoriale per arrivare al compenso mensile. Quindi si elencano una serie di tratte per arrivare alla cifra concordata. Prima che la mail fosse diramata uno storico dirigente della Cgil emiliana, Bruno Papignani, aveva scritto su Facebook: «Non siamo di fronte ad un brutto accordo, siamo di fronte ad una cosa legittima, motivata, ma che politicamente non si può fare. Credo che ogni giustificazione peggiori il giudizio. Anche perché persino i peggiori sfruttatori se andiamo a intervistarli hanno la loro giustificazione…».







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