Dal congresso Usb è uscita una piattaforma programmatica relativa alle pensioni che sta circolando non poco sui social network. In particolare i sindacati di base chiedono di cancellare la riforma delle pensioni targata Fornero e di consentire l’accesso alla pensione di anzianità con Quota 96 (avendo però almeno 60 anni di età) o con 40 anni di contributi, indipendentemente dall’età, o alla pensione di vecchiaia a 60 anni per le donne e a 65 per gli uomini. L’Usb chiede anche l’abolizione del meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, la ricongiunzione dei contributi non onerosa e pensioni minime da almeno 800 euro. L’Usb indica anche dove reperire le risorse necessarie a finanziare questi provvedimenti: lotta alla corruzione e all’evasione ed elusione fiscale e contributiva, riduzione delle spese militari.
Oggi si chiude il Congresso nazionale della Cisl e per l’occasione il sindacato di Annamaria Furlan ha presentato una ricerca condotta in collaborazione con Ipsos che non si ferma al mercato del lavoro, ma affronta anche diversi aspetti sociali e le paure degli italiani legate all’occupazione. Emerge una situazione di grande incertezza, come evidenzia Il Diario del lavoro, per molti lavoratori, chiamati ad affrontare un mercato che chiede di essere più flessibili, ma che offre poche garanzie sui futuri livelli dei salari e di conseguenza delle pensioni. Cosa che sicuramente non dà forti motivazioni. Anzi, per i giovani c’è ormai un clima di disillusione, per cui il posto di lavoro diventa una conquista, ma non un’opportunità. Il comportamento dei governi non è ben giudicato, visto che si ritiene non abbiano preso dei provvedimenti a favore dei lavoratori e del loro futuro.
Orietta Armiliato, nel fare il punto settimanale sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ha ricordato la proposta di Ape donna da prendere in considerazione per la prossima riforma delle pensioni. E ha anche spiegato che, grazie al fatto che non avrebbe costi per lo Stato, potrebbe essere accolta positivamente. A questo proposito ha anche scritto che “alla nostra proposta formalizzata qualche tempo fa, Marco Leonardi ha risposto testualmente: ‘faremo il possibile ma non abbiamo ancora nessuna indicazione su legge di bilancio’”, sottolineando che chiaramente “le indicazioni e gli orientamenti economici si delineeranno con la ripresa del confronto fra le parti”. Quindi non ci vorrà molto per saperne qualcosa di più. Armiliato ha anche ribadito che sarebbe importante che venisse riconosciuto un “valore economico” ai lavori di cura svolti dalle donne, visto che determinano una differenza negativa rispetto ai redditi degli uomini e una difficoltà poi a raggiungere la pensione.
Martedì prossimo è in programma un nuovo incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Le parti dovrebbero iniziare a entrare nel merito della cosiddetta fase due. Ma non è detto. Adnkronos scrive infatti che Cgil, Cisl e Uil terranno un’assemblea unitaria a Roma il 13 luglio, proprio per mettere a fuoco la fase due del confronto con l’esecutivo sulla previdenza. Difficile quindi che oltre una settimana prima si entri nel merito delle proposte per affrontare i temi sul tavolo. Più probabile che si accennino le questioni più importanti, di modo poi da discuterle in un successivo incontro. Martedì si potrà invece tornare a parlare di Ape. Sia di quella social, visti i problemi incontrati da chi sta presentando o vorrebbe presentare la domanda di accesso in questi giorni, sia di quella volontaria, che Gentiloni ha detto partirà prima della pausa estiva.
Importante boccata d’ossigeno per una buona fetta di pensionati italiani che potranno fare affidamento in questo mese di un po’ di liquidità in più. Infatti, da oggi 1 luglio l’Inps sta erogando le quattordicesime. Un toccasana che finirà nelle tasche di circa 3,5 milioni di pensionati per importi variabili a seconda del caso specifico tra un minimo di 330 euro fino ad un massimo di 650 euro. Da sottolineare che oggi le quattordicesima vengono pagate alla posta mentre per quanti si giovano dell’accredito su conti correnti bancari, la cifra sarà disponibile soltanto da lunedì giacché il sabato è notoriamente giorno non bancabile. Entrando maggiormente nel merito, la quattordicesima spetta a pensionati che hanno compiuto almeno 64 anni di età ed il cui reddito personale annuo complessivo non sia superiore ai 13.049,14 euro. Chi percepisce meno di 752 euro lordi al mese di pensione vedrà una quattordicesima pari al 30% del valore della stessa pensione. Lo stesso importo avranno diritto chi percepisce tra 752 e 1003 lordi ma per loro si tratterà della prima volta.
Al Congresso nazionale della Cisl che ha preso il via mercoledì è intervenuta anche Susanna Camusso, che nel suo discorso è tornata su un tema che è venuto alla ribalta negli ultimi giorni, ovvero l’ipotesi che a partire dal 2019 l’età pensionabile possa essere innalzata a 67 anni. La leader della Cgil non sembra essere soddisfatta delle dichiarazioni che in merito gli esponenti del Governo hanno rilasciato, di fatto facendo capire che non hanno ancora deciso il da farsi, ma che non possono escludere tale rialzo connaturato con il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. “Parlano di automatismo ed è vero se lo guardiamo teoricamente, perché esistono norme che lo prevedono ma se guardiamo quanto scritto insieme al governo nella fase uno non è vero che tutto questo è automatico. Se no ci siamo raccontati delle cose che non corrispondono alla realtà”, ha detto Camusso, secondo quanto riporta corrierequotidiano.it.
Il 4 luglio è previsto un nuovo incontro nell’ambito del tavolo aperto tra Governo e sindacati sul tema della previdenza ed è molto probabile che si parlerà anche di questo tema, oltre che dei problemi registrati per la presentazione delle domande per accedere all’Ape social. La sindacalista ha fatto notare a questo proposito che la cosiddetta fase due del confronto non riesce a entrare nel vivo e ha anche voluto ricordare che da questa trattativa gli italiani si aspettano una “profonda riforma della pessima legge Fornero”. Le parti dovrebbero quindi agire di conseguenza.
Le dichiarazioni di Papa Francesco sulle pensioni d’oro continuano a suscitare commenti, come quello di Maurizio Acerbo, secondo cui “la dottrina sociale del Papa coincide sul punto con quanto Rifondazione Comunista ha sempre sostenuto: abolire le pensioni d’oro, ponendo un tetto per legge, abolire la legge Fornero per dare la possibilità ai giovani di entrare nel mondo del lavoro, ridurre l’orario di lavoro”. Il Segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra europea, secondo quanto riporta Agenpress, ha detto di condividere il richiamo di Bergoglio ai sindacati, che non farebbero abbastanza per gli esclusi. “Ancora una volta il Papa esprime una visione sociale in sintonia con le posizioni della sinistra radicale, una visione che oggi è quasi del tutto assente in parlamento e nei media italiani”, ha aggiunto.