Sono in corso e sono appena iniziate le trattative per il rinnovo dei contratti statali tra sindacati, Aran e Governo e nella prossima settimana si entrerà nel vivo della discussione con il rinnovo degli stipendi PA ai tre milioni di dipendenti pubblici. Si attende il via libera finale dal Ministero dell’Economia e della Pubblica Amministrazione con il processo che dovrebbe chiudersi in autunno, massimo inverno, con la prossima legge di Bilancio. Restano però notevoli problemi, come ben sappiamo in questi mesi, rispetto alle cifre paventate e promesse dal governo Renzi prima e Gentiloni poi. Il problema massimo rimane infatti quello della copertura per il rinnovo PA a 85 euro di media per tutti i dipendenti pubblici: il “bonus” degli 80 euro, in corso dal governo Renzi, che scende progressivamente quando il reddito si alza da 24mila a 26 mila euro, ma rischia di divenire azzerato dall’aumento dei contratti PA.
Come spiega Gianni Trovati sul Sole 24 ore, «Gli 85 euro si traducono infatti in 1.105 euro lordi all’anno, che porterebbero fuori dal raggio d’azione del bonus chi oggi ha redditi intorno ai 25mila euro. L’accordo del 30 novembre ha promesso ambiziosamente di sterilizzare l’incrocio fra aumenti e bonus, per evitare un gioco a somma zero per i diretti interessati». Ora però il rischio che questa promessa non rimanga è forte e il diritto al bonus è comunque in seria difficoltà visto che le coperture finanziare della prossima legge di Bilancio sono tutt’altro che blindate. In poche parole, rimane in mano alla contrattazione dei prossimi mesi la possibilità o meno di evitare contrasti tra le due somme: non certo una garanzia “perfetta” per i dipendenti statali.