Per i contratti dei dipendenti pubblici sembra essere in arrivo una sorta di meccanismo “alla Robin Hood” per gli aumenti retributivi. Mediamente, infatti, si riceveranno 85 euro in più, ma chi guadagna di meno avrà di più rispetto a chi ha buste paga più pesanti. È questo quanto emerge, secondo quanto riporta Tgcom, dalla versione finale della diretta sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego annunciata da Marianna Madia. Si era già parlato della possibilità che un meccanismo di questo tipo, quindi con aumenti graduali a seconda del reddito percepito, venisse utilizzato per il rinnovo già nei mesi scorsi e sembra quindi che alla fine abbia prevalso questa linea. In ogni caso pare che verrà garantito un ritocco all’insù per tutti i dipendenti pubblici.
È stata finalmente trasmessa all’Aran e ai sindacati nazionali la direttiva Madia per il rinnovo dei contratti statali, in sostanza come ha definito la stessa ministro per la Pubblica Amministrazione, si tratta “dell’atto d’indirizzo degli atti d’indirizzo”. A questo punto, come spiega lo stesso comitato Aran, appena i Comitati di Settore avranno verificato i loro vari specifici atti di indirizzo, la trattativa vera e propria entrerà nel vivo. Ci saranno i primi accordi, in attesa ovviamente della definitiva tranche finale che potrà avvenire solo con la nuova Manovra Economica di autunno dove saranno adeguate le retribuzioni secondo quanto firmato dai sindacati con il Ministro Madia lo scorso 30 novembre 2016.
Come riporta il Quotidiano Sanità, sono state fissate nella direttiva Madia le cifre economiche per il contratto statale 2016-2018 a carico del bilancio dello Stato: «300 milioni per il 2016, 900 milioni per il 2017 e 1.200 milioni “a decorrere” dal 2018. E corrispondono allo 0,36% nel 2016, all’1,09% nel 2017 e all’1,45% nel 2018, al netto dell’indennità di vacanza contrattuale».
Come ha voluto inserire direttamente il responsabile di Palazzo Vidoni, la direttiva arriva al termine dell’attuazione della legge Delega, per la quale «è avvenuto un riequilibrio nel riparto delle competenze tra fonte legale e fonte contrattuale, per rendere più coerente ii principio che affida alla contrattazione collettiva le materie sul rapporto di lavoro con le disposizioni legislative che intervengono anche con regolazioni di dettaglio nello stesso ambito».