L’ATTACCO DI RIZZETTO
Di fronte all’ultimo dato sulla disoccupazione, in miglioramento rispetto ai mesi scorsi, Walter Rizzetto, con un duro post su Facebook, invita tutti a riflettere sul fatto che l’11% di senza lavoro non è da festeggiare. Il deputato di Fratelli d’Italia elenca una serie di dati e di situazioni che dovrebbero far riflettere sul reale stato economico e sociale del Paese. “In Italia non esiste una sana flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, propedeutica ad una virtuosa entrata nel mondo del lavoro stesso”, scrive Rizzetto, che poi aggiunge: “In Italia se vuoi andare in pensione devi fare un prestito dei tuoi soldi. In Italia c’è qualcuno che pensa di pagare le prossime pensioni con l’immigrazione, ma se non c’è lavoro per gli italiani come fa ad essercene per queste persone che entrano da noi? Come facciamo a farli lavorare e pagare ogni mese i contributi per fare reggere questo insulso sistema?”.
NUOVE RICHIESTE DI MODIFICA PER L’APE SOCIAL
Come già avevamo avuto di spiegarvi, Orietta Armiliato ha scritto, a nome del Comitato opzione donna social, una lettera ai rappresentanti delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil per ricordare l’importanza di sanare l’ingiustizia ancora esistente riguardo il cumulo contributivo gratuito, che non è utilizzabile per accedere a Opzione donna o all’ottava salvaguardia degli esodati. Una lettera che viene condivisa anche da Elide Alboni, animatrice del Comitato licenziati o cessati senza tutele, che aggiunge quanto sarebbe importante far sì che l’Ape social possa essere utilizzata anche dai lavoratori autonomi e dai co.co.pro, che attualmente ne sono esclusi. Non è da escludere in effetti che l’Anticipo pensionistico agevolato possa essere oggetto di una revisione nel corso del confronto tra Governo e sindacati. E quindi l’occasione per un intervento di questo tipo ci sarebbe.
ALLARME DEL FMI SULLA SPESA PENSIONISTICA
Il Fondo monetario internazionale torna a porre sotto la lente il sistema pensionistico italiano. Rishi Goyal, a capo degli ispettori che hanno esaminato il nostro Paese, ha evidenziato come le autorità di Roma abbiano preso importanti decisioni sul fronte delle pensioni, “che nel lungo termine porteranno a guadagni notevoli”. Tuttavia, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, ha anche evidenziato che ci sono spazi per altri risparmi nella transazione dal vecchio al nuovo sistema. Risparmi che potrebbero essere usati per ridurre il debito pubblico e per interventi pro-crescita. Il Fmi ritiene poi che le stime dell’Italia sull’andamento della spesa pensionistica rispetto al Pil siano ottimistiche, segnalando che entro il 2060 dovrebbe aumentare del 2,25% e non invece ridursi come previsto da Roma. Stime che, insieme a quelle della Ragioneria generale dello Stato, non aiutano a ipotizzare un blocco dell’aumento dell’età pensionistica a partire dal 2019.
DDL RICHETTI, RICHIESTA M5S BOCCIATA AL SENATO
Tornano a riaccendersi gli animi dei partiti sul ddl Richetti riguardante i vitalizi dei parlamentari. Il Movimento 5 Stelle, infatti, ha chiesto che venisse utilizzata la procedura d’urgenza per la calendarizzazione del voto del provvedimento al Senato. Tuttavia la richiesta è stata bocciata e Luigi Zanda, capogruppo del Pd a palazzo Madama, non ha perso tempo per far sapere che evidentemente i pentastellati, con la loro manovra, mirano ad apparire, agli occhi dell’opinione pubblica, “come i rappresentanti dell’anti-sistema”. “Perché presentare a poche ore dalla sospensione dei lavori una deliberazione di urgenza? Perché ritardare il dibattito sul Ddl Concorrenza?”, ha aggiunto il parlamentare dem che ha quindi detto che bisogna smettere di “chiamare vitalizi ciò che il parlamento ha trasformato in pensioni”.
BARETTA PARLA DEL RISCATTO GRATUITO DELLA LAUREA
Nelle ultime settimane si è avviata una mobilitazione, che ha coinvolto anche molti studenti universitari, per chiedere che venga approvata una legge per il riscatto gratuito della laurea ai fini pensionistici. Pier Paolo Baretta ha detto di essere contento del fatto che ci sia interesse, specie da parte dei giovani, su questo tema, che lui stesso aveva affrontato in un recente incontro con i Giovani democratici. Il sottosegretario all’Economia, intervistato da Repubblica, ha spiegato che una proposta per un intervento di questo tipo andrebbe studiata e ben definita, cominciando anche a valutare il costo che avrebbe. In ogni caso ha specificato che “a beneficiare del riscatto gratuito, saranno soltanto i nati tra il 1980 e il 2000, i cosiddetti ‘Millenials’, la generazione che quando andrà in pensione vedrà calcolato il proprio assegno interamente con il metodo contributivo”. Questo perché sarebbe impossibile pensare di rendere retroattiva la misura, in quanto “la spesa per lo Stato sarebbe troppo alta”.
Baretta non ha escluso però che si possano “graduare i costi per alleggerire il riscatto di chi si è laureato in passato”. Il che non sarebbe male, considerato che normalmente il riscatto della laurea ha un costo che si rileva “proibitivo”. Il sottosegretario ha risposto anche a una domanda sul ddl Richetti, spiegando che il rischio che si arrivi a un ricalcolo delle pensioni di tutti gli italiani è solo teorico, “ma è bene essere molto chiari nel testo in modo che non venga applicato anche ai lavoratori”.
MAZZIOTTI SPIEGA LA MODIFICA DELL’ART. 38 COSTITUZIONE
Alla commissione Affari Costituzionali della Camera si sta discutendo la possibilità di modificare l’articolo 38 della Costituzione, in modo da inserire un principio di equità tra generazioni negli interventi di riforma pensioni. Un dibattito che secondo alcuni potrebbe danneggiare i pensionati, perché si potrebbe arrivare a interventi sugli assegni in essere in nome della solidarietà intergenerazionale. Andrea Mazziotti, Presidente della Commissione, ci tiene però a precisare che “nessuno vuole tagliare le pensioni agli anziani. Vogliamo semplicemente obbligare la politica a non guardare solo al breve termine e a pensare anche ai giovani quando decide di pensioni e di welfare”. Il deputato di Civici e Innovatori fa infatti presente che di norma si guardano gli effetti delle riforme solo a dieci anni.
In questo modo non è però possibile capire se un intervento previdenziale può penalizzare chi ancora è lontano dalla pensione, come appunto i giovani. “Per questo serve un principio di non discriminazione generazionale in Costituzione, che renda illegittime le nuove norme basate sull’oggi e senza uno sguardo al domani. Norme che sono state numerosissime negli ultimi decenni”, aggiunge Mazziotti, che porta come esempio di ciò il fatto che, nonostante la Legge Fornero, “ancora oggi la spesa complessiva delle prestazioni previdenziali per gli under 40 è pari al 4%, mentre l’88% va agli over 60. Persino i sussidi di disoccupazione vanno per il 64% agli over 40”. La proposta di riforma costituzionale, secondo Mazziotti, mira quindi a “costringere chi fa le leggi e governa ad assicurare che anche i lavoratori di oggi possano essere pensionati domani”.