Il governo sta valutando la possibilità di inserire una clausola anti-ricorsi per gestire le condotte da sanzionare attraverso procedure di conciliazione. La possibilità è concreta, visto che è spuntata una misura a tal proposito tra le proposte fatte ai sindacati da parte dell’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nella trattativa per il rinnovo dei contratti statali. I negoziati sono in corso e a giorni le parti dovrebbero rivedersi. I tecnici, come riportato da Il Messaggero, fanno riferimento alla «determinazione concordata della sanzione», quindi misure che vanno dal rimprovero alla sospensione del servizio senza stipendio. Da queste ipotesi va escluso il licenziamento, un capitolo a sé stante. In altre parole, si sta riprendendo un meccanismo già valido per i dirigenti, essendo previsto per legge dal 2010: il responsabile del procedimento disciplinare può presentare al dipendente la possibilità di mediare e definire insieme la punizione, che poi non potrà essere impugnata. (agg. di Silvana Palazzo)
RATTI, “STOP CAMPAGNA DENIGRATORIA SU DIPENDENTI”
Il segretario generale di Confintesa FP, Claudia Ratti, ha commentato duramente la proposta dell’Aran, in occasione del rinnovo dei contratti statali, sui permessi ex legge 104/1992 per sé o per assistere familiari con handicap. «Va oltre anche l’atto di indirizzo della ministra Madia e parte dal presupposto dell’abuso e non del corretto uso dei diritti da parte del lavoratore pubblico», ha dichiarato Ratti, sostenendo – come riportato da Italpress – che sia il pessimo risultato della campagna denigratoria in corso negli ultimi anni e invitando quindi a sospenderla. Per il segretario generale di Confintesa FP bisogna invece puntare «sulla qualità e sui controlli dei “furbetti” che, lo sappiamo tutti, ci sono ma sono l’eccezione». Bisogna allora scongiurare una caccia alle streghe, visto che non mancherebbero casi «di abusi di negazione dei diritti con il paravento di termini di efficienza, efficacia, buon andamento». (agg. di Silvana Palazzo)
FEDELI, “STIAMO LAVORANDO PER TROVARE LE RISORSE”
La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha ribadito ai microfoni di Radio 24 l’impegno per trovare le risorse per gli aumenti stipendiali legati al rinnovo dei contratti statali. «Dobbiamo trovare le risorse per il rinnovo dei contratti di tutto il personale della scuola e dell’università», ha spiegato Fedeli. Il rinnovo dei contratti per quanto riguarda il comparto non contrattualizzato, come nel caso dei docenti universitari, comporta lo sblocco degli scatti. «Trovare risorse è all’attenzione del governo e certamente alla mia attenzione», ha assicurato la ministra. Del resto l’uscita dalla crisi e la creazione di nuove opportunità lavorative per i giovani sono collegate alla miglior formazione possibile: «Questa la fanno i docenti all’interno del percorso formativo, compreso quello dell’università», ha aggiunto Fedeli nella prima puntata della trasmissione Mattino 24 di Luca Telese. (agg. di Silvana Palazzo)
IL “PREMIO” AI DOCENTI DEL MINISTRO FEDELI
Il mondo della scuola è tutt’altro che positivo riguardo le ultime due riforme che la riguardano da vicino: la “Buona Scuola” e la Riforma Madia della Pubblica Amministrazione per il rinnovo dei contratti statali. Dopo critiche, polemiche feroci e perdita di consenso del Governo sul fronte scuola, sul quale aveva cercato di puntarci molto ad inizio legislatura, il Ministro Fedeli ieri nell’intervista alla Stampa si è detta pronta a dare un riconoscimento sociale ed economico ai docenti per tutelare il loro futuro. «Darò un riconoscimento sociale e economico del valore delle professionalità di chi lavora nella scuola e nelle università. E ai genitori chiedo di avere fiducia: il nostro obiettivo è puntare tutto sulla società della conoscenza, quindi formare studenti che siano in grado di far crescere l’economia italiana attraverso il loro sapere», spiega Valeria Fedeli rispondendo alle varie domande che chiamavano in cause la perdita di fiducia nella scuola pubblica, anche e soprattuto per gli stipendi e i contratti degli insegnanti che languono da anni. La Fedeli non ha voluto ancora dare informazioni riguardo il “rischio” perdita del bonus 80 euro ad effetto dell’aumento di 85 euro imposto dalla riforma Madia; sarà la Manovra di Bilancio a stabilire il “destino” dei tanti dipendenti pubblici, tra cui molti insegnanti, su cui grava e pende tale rischio.