FINESTRE DI 3 MESI PER QUOTA 100
Prosegue il lavoro del Governo per mettere a punto la Legge di bilancio che conterrà anche la riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100. Secondo quanto riporta Il Messaggero, “per contenere l’impatto finanziario iniziale si valuta la possibilità di reinserire il meccanismo delle finestre di uscita che era in vigore prima della riforma Fornero: in pratica il lavoratore matura il diritto alla pensione al conseguimento dei requisiti, ma può accedervi effettivamente solo dopo un certo periodo di tempo. Fino al 2011, questa attesa era piuttosto lunga, un anno per i lavoratori dipendenti e un anno e mezzo per gli autonomi. Stavolta potrebbe trattarsi di un tempo più breve, tre mesi che consentirebbero di spostare in avanti fino ad aprile l’avvio delle misure”. Resta poi da capire se ci sarà il blocco dell’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, quanto meno per quel che riguarda l’anzianità contributiva.
QUOTA 100 PARTE IN PRIMAVERA
La riforma delle pensioni che il Governo vuole varare per l’anno prossimo potrebbe non partire subito da gennaio. E questa che era un’indiscrezione dei giornali sembra trovare conferma nelle parole di Stefano Patuanelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, che secondo quanto riporta l’Ansa ha detto: “La nostra intenzione è cercare di partire con il reddito di cittadinanza e quota 100 dopo il primo trimestre”. Il senatore pentastellato ha anche aggiunto: “Io ritengo che in primavera possono partire sia la riforma della Fornero che il reddito di cittadinanza: pensiamo che ci vorranno tre mesi per la questione dei Centri per l’impiego, forse un mese in più. Ad aprile potranno partire i Centri per l’impiego”. Dunque gli interventi previdenziali nella manovra potrebbero partire dopo qualche mese rispetto all’approvazione della manovra, come in passato si era previsto di fare con l’Ape.
IMPEGNO DI DI MAIO PER OPZIONE DONNA
Sembra che nella Legge di bilancio ci sarà qualcosa di più della Quota 100 in tema di riforma delle pensioni. Il ministero del Lavoro ha infatti fatto sapere che Luigi Di Maio “si è impegnato a sostenere la proroga dell’opzione donna per il triennio 2015/2018 nella prossima legge di Bilancio” e ha già “dato mandato ai tecnici del ministero di mettersi a lavoro su questo dossier”. Come spiega Radiocor, il vicepremier ha incontrato, alla presenza delle deputate della commissione Lavoro, Maria Pallini e Jessica Costanzo, le rappresentanti del Movimento Opzione Donna che hanno ribadito l’importanza della proroga di questo istituto in legge di Bilancio. Le rappresentanti del Movimento erano state già ricevute sul tema dalla vice presidente della Camera, Maria Edera Spadoni, che aveva sensibilizzato il Governo e il Parlamento sull’importanza della misura.
SAVONA DIFENDE QUOTA 100
Paolo Savona ha contestato le parole di Tito Boeri sulle conseguenze di una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100 che, secondo il Presidente dell’Inps, porterebbero a un maggior debito pensionistico per 100 miliardi di euro. “I pensionati pagano una larga parte delle loro pensioni con le tasse, bisogna capire se vanno fuori 10mila pensionati quanti ne possono entrare. Parlare di 100 miliardi è una visione parziale e questo è grave detto da un collega”, sono le parole del ministro degli Affari europei riportate da Lapresse. Nei giorni scorsi, partecipando a Porta a porta, Savona aveva parlato positivamente di Quota 100, dicendosi anche “convintissimo dell’effetto sostituzione”, ovvero del fatto che “per ogni persona che va in pensione se ne prendono due”. In particolare dei giovani. C’è da dire che da più parti è stato messo in dubbio questo effetto e anche delle aziende, intervistate dal Sole 24 Ore, hanno confermato che avrebbero difficoltà a sostituire alcune figure con dei giovani.
QUOTA 100, FURLAN RICORDA QUESTIONE DONNE E GIOVANI
“Credo che abbiamo bisogno di rivedere la legge Fornero, perché sicuramente questo darà più possibilità ai lavoratori e alle lavoratrici di determinare con la loro volontà e sulla base della loro situazione un’uscita anticipata rispetto ai dati di oggi”. È quanto ha detto Annamaria Furlan a Rainews. La Segretaria generale della Cisl ritiene che in tema di riforma delle pensioni Quota 100 rappresenti “una buona base di confronto. Occorre però affrontare due questioni fondamentali: le donne che principalmente al sud possono arrivare a 38 anni di contributi e il tema dei giovani e come possono costruire una pensione di garanzia”. La sindacalista vedrebbe quindi di buon occhio la principale misura previdenziale che il Governo intende varare, purché accompagnata da interventi o correttivi in grado di aiutare anche le donne e i giovani.
PRESIDIO DEGLI ESODATI A MONTECITORIO
Continua la battaglia per vedere concretizzata, al di là di quella che sarà la riforma delle pensioni approvata dal Governo, la nona salvaguardia degli esodati. Giovedì 18 ottobre, nella mattinata tra le 9:00 e le 13:00, in piazza Montecitorio si terrà un presidio proprio a sostegno di questa misura. Elide Alboni, nel darne notizia sulla pagina Facebook del Comitato esodati licenziati e cessati, ha invitato anche quanti sono riusciti ad accedere alle otto salvaguardie finora approvate, a partecipare per aiutare i circa 6.000 esodati ancora esclusi. Persone per le quali, va ricordato, di fatto la Quota 100 non cambierebbe nulla. Bisognerebbe infatti avere un’anzianità contributiva di almeno 38 anni che risulta praticamente irraggiungibile, specialmente per le donne. Le quali sarebbero penalizzate dalla misura del Governo anche se non fossero esodate.
ELSA FORNERO CONTRO IL GOVERNO
Il governo è pronto a riformare la legge Fornero sulle pensioni, in vista della prossima manovra di bilancio. Obiettivo, introdurre il famoso sistema della quota 100, il risultato derivante dalla somma fra gli anni di contributi e l’età del lavoratore. Una modifiche che non sembra affatto piacere alla titolare dell’attuale legge in vigore sul sistema previdenziale, che intervistato dai microfoni di InBlu Radio ha ammesso: «La scommessa di mandare in pensione i lavoratori più anzianì per far entrare i giovani non ha funzionato in passato, non funziona negli altri Paesi e non si capisce perchè oggi dovrebbe funzionare». L’ex ministro affila quindi le armi: «La personalizzazione delle campagne elettorali contro la mia persona è un’operazione cinica e vigliacca della politica. Io non parlo mai delle mie personali sofferenze però questo metodo è da politica vigliacca pronta a tutto per occupare il potere». Un attacco a tutto campo da parte dell’ex esponente del governo Monti, che poi prosegue: «Questo governo non fa una riforma ma una controriforma. Si poteva continuare con la precedente riforma ma ci sarebbe voluta una cosa che manca alla politica: l’onestà dell’intelligenza». Attese le repliche degli esponenti del governo gialloverde, a cominciare da quella del ministro dell’interno Matteo Salvini, che si è sempre battuto contro la legge Fornero. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RIFORMA PENSIONI, LAVORATORI PRECOCI SU QUOTA 41
Con un post su Facebook, Roberto Occhiodoro, amministratore del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, non nasconde una certa amarezza per quanto si sta profilando in tema di riforma pensioni, visto che la Quota 41 non verrebbe inserita nella Legge di bilancio perché costerebbe troppo. “Riconosciamo a questo governo di aver adottato alcuni provvedimenti che riportano un minimo di giustizia sociale e che appoggiamo (reddito di cittadinanza e pensioni di cittadinanza), ma nello stesso tempo non possiamo non notare che vengono disattese promesse fatte in campagna elettorale e il rincrescimento è ancora più grande ripensando ad alcune immagini che riprendevano leader dei partiti di maggioranza con indosso la nostra maglietta e che annunciavano ‘urbi et orbi’ che 41 anni di lavoro, soprattutto se iniziato in età adolescenziale, erano il massimo sopportabile per una persona”, scrive Occhiodoro che evidenzia come sia falso dire che Quota 41 costi troppo.
Per questo ricorda i risparmi che si sono avuti con la Legge Fornero e la diminuzione della spesa pensionistica degli ultimi anni, anche a causa dell’aumento della mortalità. Non manca anche di far notare che “con questa specie di quota 100 (che in realtà è quota 38 in quanto 38 è l’unico elemento fisso nel rapporto età/contributi) si privilegia chi è entrato nel mondo del lavoro a 24 anni (62-38=24) rispetto a chi invece ha iniziato il proprio percorso lavorativo a 14/15/16 anni”. “C’è molta delusione ed amarezza nel constatare che anche quello che credevamo fosse il governo del cambiamento ha invece nei confronti dei lavoratori precoci e dei 41isti lo stesso identico atteggiamento di chi in precedenza privilegiava i ‘poteri forti’”, conclude Occhiodoro.