Centri per l’impiego e reddito di cittadinanza, continua il dibattito sul provvedimento che sta più a cuore al Movimento 5 Stelle. Il Governo è al lavoro sulla manovra e c’è il rischio che “la macchina per erogare il reddito di cittadinanza non riesca a essere a regime come noi vorremmo”, l’ammissione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Buffagni. Le intenzioni del M5s sono chiare: per riconoscere il sussidio di 780 euro sarà necessario iscriversi a un centro per l’impiego, per poi accettare una delle tre offerte di lavoro proposte, a patto che provengano da un luogo relativamente vicino alla residenza del richiedente. Come evidenziato da Il Post però, la problematica principale chiama in causa i centri per l’impiego: meno del 3 per cento delle persone è riuscita a trovare un lavoro e in alcuni casi ci sono voluti più di dieci anni di lavoro per ricevere la prima offerta di lavoro.
GOVERNO RINVIA PROVVEDIMENTO?
La catena di trasmissione dei centri per l’impiego non funziona secondo i dati raccolti: sono pochi, sottofinanziati e inefficienti. Nella manovra è previsto un miliardo di euro per migliorare il sistema, ma non è ancora chiaro come questo denaro verrà speso. “I centri per l’impiego, dormienti per anni, di colpo andranno rivitalizzati. Allo stesso tempo gli enti pubblici dovranno gestire la forza lavoro che verrà messa a disposizione per le ore di lavoro socialmente utile”, ha sottolineato Buffagni ai microfoni di Radio Capital. C’è dunque un “rischio ritardi” per il reddito di cittadinanza, con il Movimento 5 Stelle che ha ammesso il possibile posticipo dell’avvio del provvedimento, come sottolineato da Today. Ricordiamo inoltre che l’opposizione continua la sua battaglia e che la Lega vuole chiarezza sul provvedimento, ritenuto dai più assistenzialista.