DAMIANO RILANCIA QUOTA 41
Ieri si è tenuta la direzione del Partito democratico, cui ha partecipato anche Cesare Damiano. L’ex ministro del Lavoro, prima ancora di questo importante appuntamento, è stato intervistato da Il Mattino, cui ha spiegato che a suo modo di vedere nel Documento di economia e finanza cui il Governo sta già lavorando, “qualche passo per rendere più equo lo stato sociale a partire dalle pensioni va immaginato”. A domanda specifica sulla sua eventuale volontà di abolire la Legge Fornero, Damiano ha risposto: “No, mi accontenterei che venisse sancito il principio per andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere da età e tipo di lavoro”. In pratica l’ex ministro ha rilanciato la Quota 41 che è contenuta anche nella sua proposta di legge che non è mai stata portata in aula alla Camera, nonostante altre forze politiche, come la Lega, si fossero dette pronte ad approvarla.
L’OBIETTIVO UIL PER LE DONNE
In occasione di una conferenza tenutasi a Reggio Calabria, Patrizia Foti, Segretario generale territoriale della Uilpa, ha potuto ricordare l’impegno del suo sindacato per ridurre le disparità di trattamento tra uomini e donne presenti anche in campo previdenziale. Secondo quanto riporta cn24tv.it, la sindacalista ha infatti spiegato che “la Uil, da tempo, lotta assieme alle forze politiche per il giusto aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e per la pari indipendenza economica per la riduzione del divario di genere in materia di retribuzioni, salari e pensioni e, di conseguenza, contro la povertà tra le donne e la promozione della parità di genere e dei diritti delle donne in tutto il mondo”. “L’idea e l’obiettivo di creare quel giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, non deve interessare solo le donne, ma deve investire soprattutto le aziende, per l’attuazione di migliori condizioni di lavoro non solo perciò che riguarda l’equità salariale, ma anche al fine di realizzare, all’interno di esse, un maggiore benessere organizzativo”, ha aggiunto.
APPELLO DEI PRECOCI A SALVINI E DI MAIO
Dalle urne elettorali sono usciti rafforzati due partiti: il Movimento 5 Stelle e la Lega. Né il Carroccio con la coalizione di centrodestra, né i pentastellati hanno però i numeri per governare senza alleanze. Per questo Livio Trentin, moderatore del gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, ha inviato una mail a Matteo Salvini e Luigi Di Maio e ne ha pubblicato il testo in un post sulla pagina del gruppo. Vi si legge un invito a trovare un accordo per un programma di governo snello, in modo da non deludere le aspettative degli elettori. Trentin dà anche un suggerimento su quello che potrebbe essere un caposaldo del programma: la proposta di legge 857 presentata da Cesare Damiano, che prevede la Quota 41 e la flessibilità pensionistica a partire da 62 anni. Ricordiamo che i lavoratori precoci hanno raccolto delle firme per chiedere al nuovo Parlamento di portare tale pdl alla discussione in aula alla Camera.
GIORGIA MELONI RILANCIA IL RADDOPPIO DELLE PENSIONI DI INVALIDITÀ
Sulla sua pagina Facebook Giorgia Meloni segnala quello che considera un punto essenziale per il Documento di economia e finanza che dovrà essere approvato dal nuovo Parlamento tra circa un mese. “Fratelli d’Italia non voterà alcun documento che non contenga il provvedimento che abbiamo annunciato in campagna elettorale: portare il costo per il mantenimento di un richiedente asilo al livello di una pensione sociale, quindi ridurlo da 1200 euro a 480 euro al mese”, scrive l’ex ministra, ricordando che coi risparmi conseguenti, pari a circa due miliardi di euro, “si possono finanziare due provvedimenti: asili nido gratuiti e aperti fino a tardi anche d’estate; e il raddoppio delle pensioni di invalidità da 270 euro a 540 euro”. “Noi non abbiamo raccontato menzogne in campagna elettorale, abbiamo fatto solo proposte vere e concrete. E oggi vogliamo realizzarle. Per questo presenteremo tutte le nostre proposte puntuali sul Def la prossima settimana”, aggiunge Meloni.
LA UIL NORD TOSCANA SULLA LEGGE FORNERO
Nei giorni scorsi si è tenuto il Congresso della Uil Area Nord Toscana, Lucca e Massa Carrara. L’assemblea, oltre ad aver confermato per un altro mandato Franco Borghini Segretario generale, ha redatto un documento in cui, secondo quanto si legge su voceapuana.com si chiede al sindacato “di continuare con perseveranza la sua azione per modificare la legge Fornero individuando nuovi e più oggettivi criteri per modulare l’età pensionabile che tengano conto delle differenti tipologie e condizioni di lavoro e delle reali aspettative di vita”. Non bisogna dimenticare che nel territorio in questione ci sono le cave di marmo, famose in tutto il mondo, e già nei mesi scorsi erano state diverse le manifestazioni per chiedere che i cavatori fossero ricompresi tra i lavori gravosi, cui è consentito l’accesso all’Ape social e la deroga dall’innalzamento dei requisiti pensionistici che scatterà dal 2019.
LEGGE FORNERO, LE PAROLE DI BOCCIA E SALVINI
Vincenzo Boccia aveva mostrato una certa apertura verso il Movimento 5 Stelle. Ma intervenendo a In mezz’ora ha spiegato che è certo aperto al dialogo con tutti “per arrivare a punti di convergenza. Sulla riforma Fornero, per esempio, non condividiamo la modifica. Sulla flat tax invece condividiamo il concetto”. Parole che avvicinerebbero il Presidente di Confindustria al centrodestra. Anche se il partito principale della coalizione, la Lega, attraverso il suo leader Matteo Salvini fa sapere che il suo obiettivo è quello di trovare una maggioranza di Governo “che mi aiuti a cancellare la legge Fornero, a diminuire le tasse e ad arginare una immigrazione senza controllo”. Dunque la volontà di cancellare la riforma delle pensioni del 2011 non può considerarsi condivisibile da Confindustria, secondo quanto ribadito dal suo Presidente.
L’APPELLO DEL MOVIMENTO OPZIONE DONNA
Una settimana dopo le elezioni politiche, dal Movimento Opzione donna arriva un appello alle deputate e alle senatrici che si apprestano a iniziare il loro mandato parlamentare affinché la prossima sia la “legislatura della donna”. “Chiediamo ai partiti politici che siederanno in Parlamento di non dimenticare mai che le donne italiane hanno salvato il Paese dal rischio default della fine del 2011! Perché è innegabile che la legge Fornero sia stata una operazione contabile presentata all’Europa per ridare credibilità al Paese sui mercati, pagata interamente dalle donne, con un allineamento delle loro vite alle peggiori condizioni”, si legge nel testo dell’appello pubblicato sulla pagina Facebook del Movimento, che chiede alle neo-parlamentari “di avviare un immediato confronto”, “principale elemento in grado di fornire ‘una bussola vera’ nella ricerca di risposte concrete alla complessità del sistema femminile”.
IL CONFRONTO TRA ELSA FORNERO E UN DISOCCUPATO
La trasmissione Tagadà, in onda su La7, ha ospitato giovedì in studio Mauro Nosenza, disoccupato da circa due anni e ancora lontano dalla pensione, visto che deve ancora compiere 62 anni. In collegamento con il programma c’era anche Elsa Fornero, che non si è sottratta al confronto con l’uomo, che ha anzi invitato all’Università di Torino, dato che vive ad Asti, per un incontro faccia a faccia. Nosenza ha detto all’ex ministra del Lavoro che a suo modo di vedere ha sbagliato a varare la riforma delle pensioni del 2011 e che si presenterà all’incontro con dei suoi amici esperti per dimostrarglielo. Elsa Fornero, da parte sua, ha cercato di spiegare che la riforma è stata fatta per alleggerire il peso del debito sulle giovani generazioni e che il Governo di cui ha fatto parte ha avuto la necessità di trovare delle risorse in brevissimo tempo per evitare il peggio, vista la situazione della finanza pubblica.
LE PAROLE DI ORIETTA ARMILIATO
Una settimana dopo le elezioni non mancano le incertezze sul futuro politico dell’Italia, ma non mancano nemmeno le richieste al futuro Governo e al Parlamento che deve ancora insediare per varare alcuni specifici interventi, anche sul piano previdenziale. Interventi che sembra difficile concretizzare in toto. Non manca quindi chi vorrebbe avere la “precedenza” rispetto agli altri. Rispetto a questa situazione, Orietta Armiliato ha voluto scrivere alcune considerazioni sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social. La prima è che senz’altro “le donne sono quelle che hanno avuto maggior danno specie derivante da quanto al decreto Salva Italia a firma Monti-Fornero in materia di previdenza”, ma non si può dimenticare che quella riforma delle pensioni ha danneggiato molti altri: basti pensare che dopo otto salvaguardie ci sono ancora esodati privi di reddito e di pensione. O ancora ai lavoratori precoci, cui non bastano 41 anni di anzianità contributiva per accedere alla quiescenza.
In sintesi, quindi, le donne potrebbe vantare una certa priorità, ma non è sicuramente coltivando “odio e discrimine fra generi o peggio fra uguali” che si possono fare progressi. Dunque, osserva Armiliato, “andiamo avanti con le nostre sacrosante richieste ma rispettando tutto e tutti, anche i nostri figli, nipoti mariti compagni amanti anche se maschi”. “Facciamoci aiutare dalle forze politiche (quando avremo il loro nome e cognome) e dai sindacati che si sono resi disponibili a seguire le nostre istanze, portiamo numeri, progetti di legge nuovi e rispolveriamo i già esistenti, rifacciamoci alla piattaforma unitaria e a tutto ciò che è necessario per sottolineare la nostra già di per se evidente situazione ma, sempre e comunque, nel rispetto di tutti i lavoratori ovvero di ogni genere”, aggiunge Armiliato.
IL RICONOSCIMENTO PER I LAVORATORI ESPOSTI ALL’AMIANTO
Una sentenza pilota della Corte dei Conti della Liguria sembra poter avere una certa importanza ai fini della pensione di chi ha lavorato esposto all’amianto. Come scrive La Nazione, infatti, un ex dipendente dell’Arsenale militare di La Spezia è riuscito a vedersi ricalcolata la pensione con l’inclusione degli aumenti contributivi spettanti propri a coloro che sono stati esposti all’amianto durante l’attività lavorativa. Il Segretario generale provinciale della Fnp-Cisl, Antonio Montani, ha spiegato che “la vicenda assume particolare rilievo perché sembrava che i pensionati che fossero stati collocati a riposo prima dell’ottobre del 2013, non potessero accedere a questo particolare beneficio, pur avendo, ed questa la cosa più curiosa, ottenuto da parte dell’Inail della Spezia la certificazione di avvenuta esposizione all’amianto”. La sentenza, ha aggiunto il sindacalista, “assume un valore importante soprattutto perché riguarda l’esposizione all’amianto e soprattutto la salute dei pensionati che con essa hanno avuto a che fare”.