GHISELLI E LA PIATTAFORMA DEI SINDACATI
Orietta Armiliato, sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ha riportato delle parole di Roberto Ghiselli che le sono arrivate dopo i post che aveva pubblicato sulla necessità di arrivare a una riconoscimento e a una valorizzazione ai fini previdenziali del lavoro di cura svolto dalle donne, come previsto anche dalla piattaforma unitaria dei sindacati (ne abbiamo scritto più in basso). “La Piattaforma sulle pensioni è quella definita da Cgil, Cisl, Uil, nel dicembre 2015, discussa e sostenuta in assemblee e manifestazione sindacali. Su quella piattaforma si è aperto poi il confronto con il Governo Renzi/Poletti che ha prodotto il verbale di sintesi dì settembre 2016 e alle fasi uno e due. Ora, al netto delle cose già realizzate, va ripresa la piattaforma iniziale e su i suoi contenuti dobbiamo chiedere il confronto al futuro Governo”, sono le parole del Segretario confederale della Cgil. Parole che vengono riprese anche da Elide Alboni, sulla pagina Facebook del Comitato esodati licenziati e cessati, un quanto la piattaforma prevedeva di risolvere definitivamente il problema degli esodati rimasti fuori dai provvedimenti di salvaguardia. Ora non resta che aspettare “positive evoluzioni”, come scrive Armiliato.
FICO AVVIA ISTRUTTORIA SUI VITALIZI
Secondo quanto riporta Ansa, durante l’Ufficio di Presidenza della Camera, Roberto Fico ha disposto che i deputati questori di Montecitorio in quindici giorni avviino un’istruttoria volta a presentare all’Ufficio di presidenza medesimo una proposta sul superamento dell’attuale sistema dei vitalizi per gli ex parlamentari. Già intervenendo in precedenza al Gr Rai, il Presidente della Camera aveva detto: “Dobbiamo combattere i privilegi che fanno parte dei costi della politica e razionalizzare i costi della Camera senza penalizzare la democrazia”. Il Movimento 5 Stelle punta quindi ad andare avanti nella strada verso il taglio dei vitalizi, in particolare con soluzioni riguardanti quelli già in essere, con una misura quindi retroattiva, che è anche quella che potrebbe dare problemi a livello di compatibilità costituzionale.
SALVINI E L’IPOTESI DI GOVERNO CON M5S
Matteo Salvini è tornato a parlare della possibilità di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, facendo capire che forse dai pentastellati urge un po’ di chiarezza. “Se Di Maio, come a parole dice, vuole rispettare il voto degli italiani, l’unico dialogo possibile è quello tra Lega e M5S. Lui parla di nuovo, ma se per nuovo intende andare a colazione con Renzi o con la Boschi ha uno strano concetto di nuovo”, ha detto il leader del Carroccio a margine di un incontro con i cittadini a Fogliano Redipuglia, dove ha reso omaggio al sacrario militare e al cimitero austro ungarico. Secondo quanto riporta Askanews, Salvini ha detto che M5S e centrodestra “devono avere la responsabilità di mettersi a un tavolo e ragionare di pensioni, tasse, giovani, Europa, giustizia, scuola, lavoro. Io sono pronto a farlo anche domani. Se qualcuno non ha voglia di farlo e non si sente in grado di governare, lo dica”.
LAVORO DI CURA, LA BATTAGLIA DEL CODS CONTINUA
Orietta Armiliato, dalla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social di cui è amministratrice, chiede che il lavoro di cura svolto dalle donne sia “tangibilmente riconosciuto e valorizzato” ai fini pensionistici. Con l’hashtag #esseredonnaèlavorogravoso, Armiliato vuol “far emergere con convinzione il lavoro occulto svolto dalle donne ottime sostitute delle carenze del sistema ma che non sono, per questo oneroso impegno, in nessun modo ‘remunerate’. E ha in tal senso ricordato che la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil sulle pensioni contiene un punto relativo al “superamento della disparità di genere delle donne a la valorizzazione del lavoro di cura”. Da qui si dovrebbe quindi “riprendere il cammino”, quando sarà possibile, una volta formate le nuove commissioni parlamentari, riavviare il confronto tra organizzazioni sindacali e politica.
APPELLO AL PARLAMENTO SULL’ASPETTATIVA DI VITA
Luciano Cecchin è stato promotore di una petizione online (che ha avuto poco meno di 60.000 adesioni) per chiedere di fermare l’aumento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita. Visto l’esito delle elezioni di un mese fa, ora chiede però che entro luglio ci sia un intervento che cambi l’attuale sistema pensionistico. “Per la Costituzione le leggi le fa il parlamento, non il governo, che dovrebbe decretare solo in urgenza. Tutti i partiti hanno promesso una diminuzione delle tasse in campagna elettorale! Se non si cancella subito l’infame legge che lega la speranza di vita alla età per il diritto alla pensione milioni di italiani verseranno contributi per più anni per avere pensioni sempre più basse!”, è il suo appello per far sì che un intervento venga varato dalla Camere ancora prima che ci sia un nuovo Governo, per la cui formazione i tempi si preannunciano piuttosto lunghi.
RITA, IL VADEMECUM SUI VANTAGGI
Il Corriere della Sera ricorda la convenienza della Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata) rispetto alle altre forme di anticipo pensionistico, soprattutto perché può essere utilizzata fino a 5 anni prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia e in casi particolari (disoccupazione di lungo periodo) anche fino a 10 anni prima. Enrico Marro riprende quindi i contenuti del vademecum stilato dalla Fondazione studi consulenti per il lavoro insieme al Mefop, la società del Tesoro per lo sviluppo della previdenza integrativa. Viene quindi ricordato che alla Rita si può accedere nel caso non si lavori e ci si trovi al massimo a 5 anni dalla pensione di vecchiaia e si abbiano 20 anni di contributi (oltre che 5 di adesione al fondo integrativo). In buona sostanza, quindi si può avere una forma di reddito grazie alla propria pensione complementare in attesa della pensione a partire da 61 anni e 7 mesi di età, che diventeranno 62 dal 2019.
Se però si è disoccupati da più di 24 mesi, l’anticipo diventa di 10 anni e quindi la Rita è accessibile da 56 anni e 7 mesi, che diventeranno 57 dall’anno prossimo. Ancora tuttavia i fondi devono stabilire le procedure per presentare domanda per la Rita, ma è chiaro che la rendita che si avrà dipende da quanto si è versato fino a quel momento. Nell’articolo viene ricordato che la Rita gode di un regime fiscale agevolato, per cui subirà una ritenuta del 15% con una riduzione dello 0,3% per ogni anno oltre il 15° di partecipazione al fondo fino a un’aliquota minima del 9%. Viene anche consigliato, a chi non ha una pensione complementare, di iscriversi a un fondo conferendo il Tfr accantonato, di modo da avere una sorta di “riserva” per accedere in futuro alla Rita.