Riforma Pensioni 2018/ Scuola, problemi nel calcolo contributi: protestano Cgil, Uil e Cisl (ultime notizie)

- Niccolò Magnani

Riforma Pensioni 2018, ultime notizie sul Governo e Quota 100: Di Maio, "finanziarla con taglio vitalizi e pensioni d'oro". Usb attacca Inps e l'esecutivo: tutte le novità 

luigi_dimaio_6_lapresse_2018 Luigi Di Maio (Lapresse)

SCUOLA, A RISCHIO NUMERI PENSIONAMENTI

Alcuni docenti e ATA aspettando ancora una risposta sul problema della divergenza dei periodi di servizio utili, a fini pensionistici, tra Miur e Inps. Questa problematica rischia di far slittare di un anno il loro pensionamento. Si tratta di una questione di non poco conto nella regione Lazio, stando al comunicato dei sindacati regionali Cgil, Uil e Cisl. I sindacati spiegano che oggi è previsto l’ultimo flusso da parte dell’Inps dei nominativi del personale che sarà collocato in quiescenza dal 1° settembre 2018. «Si corre il concreto rischio che un ampio numero di operatori scolastici (nel Lazio, circa un migliaio) debba subire lo slittamento di un anno» scrivono nella nota. Questo determinerebbe non solo un danno agli interessati, ma anche «la violazione della normativa secondo la quale il personale che abbia compiuto i 65 anni di età, e maturato requisiti di servizio atti a determinare un diritto a pensione, debba essere collocato in pensione d’ufficio». I sindacati sollecitano dunque Inps e Amministrazione Scolastica ad adottare contromisure. (agg. di Silvana Palazzo)

PENSIONI, IL PIANO DI SALVINI E DI MAIO

«La riforma Fornero sarà smontata». Questo l’ultimo annuncio di Matteo Salvini, intervenuto ieri alla trasmissione di Rai3 Agorà. Ma quali sono i punti della road map del governo per arrivare ad una nuova riforma delle pensioni? Molto probabilmente si ripartirà dalla quota 100. «Il ministro dell’Economia fa il suo mestiere. Noi vedremo, rispettando le regole, di cercare di ottenere più spazio in Europa per fare quello che abbiamo promesso in campagna elettorale» ha aggiunto Salvini. Secondo quanto riportato da Il Giornale, non dovrebbe essere necessaria una vera riforma del sistema pensionistico. Per Salvini è sufficiente smantellare la Fornero nella legge di Bilancio. Su questo punto c’è piena sintonia con Luigi Di Maio, che ha incontrato il presidente dell’Inps per discutere dell’istituzione di un fondo in cui far confluire tagli dei vitalizi e delle pensioni d’oro per aumentare le pensioni minime come gesto di equità sociale. (agg. di Silvana Palazzo)

DI MAIO: “DOPO VITALIZI ABOLIAMO GLI ASSEGNI D’ORO”

Dopo averlo detto in tv due giorni fa, ora lo ribadisce anche al convegno Uil che pure poco prima aveva posto diversi dubbi sulla Quota 100: «Credo che questa sia la settimana buona per abolire i vitalizi agli ex parlamentari». Secondo Luigi Di Maio, Ministro del Lavoro, proprio dal taglio su vitalizi, “pensioni d’oro” e simili si potranno trovare le risorse da aggiungere alla Finanziaria per poter promuovere la misura ragionata da Brambilla (Lega) e inserita nel contratto di Governo. Nel corso del suo intervento al sindacato Uil, il Ministro dello Sviluppo Economico ha anche aggiunto che «dopo i vitalizi passeremo anche alle pensioni d’oro, quelle sopra i 5mila euro netti percepite senza aver versato i contributi corrispondenti. E’ una cosa che voglio portare avanti». Barbagallo poco prima – come potete legge qui sotto – aveva posto dubbi sulla stessa Quota 100, in quanto possibile grossa “beffa” per i giovani lavoratori che si affacceranno tra 30-40 anni al “problema” delle pensioni. 

QUATTORDICESIMA: COME VIENE SPESA?

Dal mese di luglio, come i diretti interessati sanno bene, arriva la Quattordicesima per circa 7,5milioni di italiani ben suddivisi tra lavoratori e pensionati: secondo le stime dell’Inps, si tratta di un inmportomedio di 1.250 euro per i dipendenti e di 480 euro per i pensionati per un totale di 6,8 miliardi di euro. La Quattordicesima mensilità sarà erogata tra la seconda metà di giugno e la prima di luglio, permettendo una buona iniziazione di liquidità per una bella fetta di cittadini che si apprestano alle meritate vacanze estive. Secondo uno studio di Borsa Italiana, «Meno della metà di questi (47%) andrà in consumi, prevalentemente vacanze e elettrodomestici, mentre la restante percentuale verrà utilizzata per le spese fisse e per i debiti con il fisco (questa ultima voce assorbirà circa 400 milioni di euro)». Nonostante queste cifre e tali analisi, pare che la quota dei risparmiatori sia in netta crescita: è stato studiato da Borsa Italiana come circa 1,6 miliardi saranno messi da parte e risparmiati, ovvero il 23% in più rispetto allo scorso anno. Sono invece 1,2 milioni spesi per regali e altre spese straordinarie come il rinnovo degli elettrodomestici. (agg. di Niccolò Magnani)

UIL: “QUOTA 100 BEFFA PER I GIOVANI”

Legge Fornero e Quota 100, la riforma delle pensioni continua a tenere banco. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha confermato che l’obiettivo del Governo è quello di smontare la riforma dell’ex ministro entro fine anno. Il segretario generale della Ui, Carmelo Barbagallo, ha commentato positivamente il piano di lavoro dell’esecutivo di Giuseppe Conte: “La legge Fornero è come un muro che pezzo dopo pezzo intendiamo smontare. Senza però soluzioni generalizzate”. Continua Carmelo Barbagallo, evidenziando qualche perplessità però sulla “soluzione prevista”, ovvero la quota 100: “Può funzionare per i lavoratori che hanno un numero rilevante di anni di contributi – osserva Barbagallo -. Rischia invece di essere una beffa per i giovani che, entrando tardi nel mondo del lavoro a tempo pieno e costante, vedrebbero paradossalmente aumentare la loro soglia per l’età pensionabile”, riportano i colleghi de Il Giornale. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

QUOTA 100, PARZIALE COPERTURA DA SPESA PER APE SOCIALE

Matteo Salvini annuncia che la revisione della legge Fornero avverrà entro l’anno. La Lega, dunque, tira dritto sulle pensioni. L’obiettivo è smontare la riforma con l’introduzione della quota 100 per andare in pensione. La Quota 100 rappresenta la somma tra età anagrafica (si ipotizza attualmente un minimo di 64 anni) e gli anni dei contributi che sarebbero quindi 36. Il progetto punta alla reintroduzione di maggiori elementi di flessibilità nel sistema previdenziale, reso invece molto rigido dalla legge Fornero perché aveva abolito il sistema delle quote. L’idea è prevista nel contratto di governo stipulato da M5s e Lega, ma in passato era stata avanzata da diversi esperti. Il progetto era contenuto in un decreto promosso dall’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, che aveva previsto un’età anagrafica minima di 62 anni e 35 anni di contributi. Il problema della revisione della legge Fornero è rappresentato però dalle coperture pubbliche. Si stima un costo di 5 miliardi di euro l’anno. Si punta alla riduzione delle spese stanziate per l’Ape sociale per ottenere una parziale copertura. (agg. di Silvana Palazzo)

BERSANI, “LA SINISTRA HA FALLITO SULLE PENSIONI” 

Intervenendo questa mattina ad Agorà su Rai3, l’ex Ministro del Lavoro Pierluigi Bersani ha fatto una panoramica sulla situazione politica attuale, toccando più punti e avvicinando i gravi problemi dell’immigrazione odierna assieme ai temi sociali più spinosi, dalle pensioni fino alla gestione della sanità pubblica. Per il leader di LeU la Sinistra, ovvero il Partito Democratico, negli scorsi anni ha fallito in toto sui temi sociali portando ai problemi che si osservano oggi con la venuta al Governo di una maggioranza populista Lega-M5s. «Se noi ci fossimo occupati di più del lavoro, pensioni, sanità, non si sarebbero saldati il tema sociale e il tema dell’immigrazione: la caduta della sinistra sta in questa saldatura. Se facciamo fatica a parlare con l’operaio è per altri motivi», spiega l’ex dem poi “fuggito” in Liberi e Uguali, da lui stesso fondata assieme a Massimo D’Alema e Roberto Speranza. Il tema delle pensioni e del lavoro, con annessi diritti, doveva e dovrà essere il punto su cui la Sinistra si ritrova unita per combattere le ricette leghiate-grilline. Bersani ne è convinto, ma l’elettorato al momento la pensa diversamente avendo più volte bocciato LeU e avendo invece premiato tanto Di Maio quanto Salvini. (agg. di Niccolò Magnani)

QUOTA 100: RISCHIO PERDITA PER FASCE DEBOLI

In un editoriale apparso oggi sul Sole 24 ore, Vincenzo Galasso prova a monitorare la situazione attuale della “controriforma” del Governo Conte sul fronte pensioni: al netto dei correttivi che già sono arrivati (nei dialoghi con Inps ed esperti) rispetto a quanto inserito nel contratto di Governo, resta il forte dubbio che non tutte le fasce potrebbero essere “avvantaggiate” dalla Quota 100 o Quota 41 in programma per il Ministero del Lavoro verso i prossimi anni previdenziali. «i nuovi criteri di eleggibilità alla pensione anticipata hanno preso forma: 41 anni di contributi oppure quota 100, ovvero somma degli anni di contributi e dell’età anagrafica pari almeno a 100», scrive il Sole 24 ore, ma resta una proposta ottimistica, sottolinea Galasso, meglio coordinata dall’ultima versione di Brambilla (Lega) decisamente più “governativa” e attenta a non sbilanciare troppo i vari equilibri delle fasce di pensionati. «La riduzione effettiva dell’età di pensionamento sarà appannaggio di lavoratori con carriere medio-lunghe, molti dei quali (i 64enni della quota 100) avrebbero comunque accesso all’Ape volontario. È presto per confrontare la penalizzazione derivante dal ricalcolo della pensione con il costo dell’Ape volontario. Ma potrebbero non esserci grandi differenze», conclude l’editoriale sul quotidiano economico. 

SALVINI, “PRONTI A SMONTARE LEGGE FORNERO”

La modifica della Legge Fornero in tema di pensioni, è sempre stata uno dei “cavalli di battaglia” del nuovo governo formato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle. Obiettivo, stravolgere completamente la legge, introducendo la famosa quota 100, ovvero, andare in pensione a 64 anni se si hanno almeno 36 anni di contributi (64 + 36 fa 100). Una volontà ribadita anche nelle scorse ore dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che in occasione di un’intervista rilasciata al programma di Rai Tre, Agorà, in cui ha parlato anche dei migranti e della scorta di Saviano, ha ammesso: «La riforma della Legge Fornero? Entro l’anno. Ci sono dei ministri che non hanno ancora gli uffici e quindi aspettiamo che i ministri abbiano gli uffici e poi entro l’anno si comincia a smontare la legge Fornero ripartendo da quota 100». Entro la fine del 2018 è quindi molto probabile che venga introdotta una nuova legge sulle pensioni, fra le questioni più pregnanti del nuovo esecutivo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

QUOTA 100 PER TUTTI MA CON MENO SOLDI?

Come segnala il quotidiano “Avanti” il progetto per riformare le pensioni del Governo gialloverde potrebbe avere, oltre ai problemi di coperture e inserimento della misura in una Finanziaria già “pesante” per gli altri provvedimenti promessi dal Contratto (Flat tax, Reddito cittadinanza ma non solo), anche una decisa problematica per le cifre dell’assegno pensionistico stesso. La logica del Governo è infatti una Quota 100 per tutti, e non solo per commercialisti, avvocati e medici come lo è già nella legislazione di oggi: chi per va in pensione adesso e percepisce 1.289 euro di pensione, «con la quota 100 prenderebbe 1.089 euro. Inoltre, quota 100 non sarebbe conveniente per i giovani che hanno carriere discontinue», sottolinea il quotidiano socialista. Non solo, secondo gli ultimi studi del Sole 24 ore chi ha avuto carriere discontinue e attualmente ha avuto interruzioni al lavoro superiori ai 2 anni o per malattia o per cassa integrazione, con la Quota 100 rischierebbero di posticipare la pensione di almeno altri 3 anni. Insomma, la riforma Lega-M5s della legge Fornero per anticipare la pensione degli italiani potrebbe avere degli effetti collaterali non propriamente da “lasciare in secondo piano”.. 

RIFORMA PENSIONI, DI MAIO: “DA VITALIZI E PENSIONI D’ORO, FONDO PER LE MINIME”

Nell’intervista rilasciata a Porta a Porta il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha spiegato a Bruno Vespa come intende finanziare un possibile supplemento di pensioni “minime”: il progetto lo ha presentato già ieri mattina al presidente dell’Inps Tito Boeri e sarò oggetto di discussione al prossimo Consiglio dei Ministri. «Pronto un provvedimento per creare un fondo in cui far confluire i tagli ai vitalizi e alle pensioni d’oro da destinare ai pensionati minimi. Vediamo quanti soldi recuperiamo, ma è un problema di giustizia sociale», ha spiegato Di Maio illustrando come da questo fondo sarebbe possibile coprire il necessario fabbisogno degli assegni minimi per i tanti pensionati italiani. Sul tema delle “priorità” del Governo in merito ai tanti provvedimenti lanciati nel Contratto, Di Maio ha anche spiegato che reddito di cittadinanza e flat tax, ove possibile, saranno inseriti al più presto nell’agenda politica forse già a partire dalla prossima Finanziaria. «Acceleriamo e spero di poterlo portare in legge di bilancio a fine anno», ha rilanciato il ministro riguardo la misura per la povertà messa in atto dal programma M5s.

USB CONTRO GOVERNO E INPS

Con una lunga nota pubblicata dalla sezione Toscana dell’Unione Sindacale di Base, i sindacati autonomi rivendicano un’azione forte e “pubblica” del nuovo Governo dopo che tutti i precedenti – secondo l’Usb – avrebbero fallito nel tentare di sistemare il nodo pensioni in Italia. «L’Unione Sindacale di Base rilancia la battaglia per la difesa delle pensioni e la previdenza pubblica, dopo anni di scellerati attacchi e di tentativi di smantellare l’INPS. Con la scusa del pareggio di bilancio in costituzione   i Governi negano la possibilità di aumento della spesa sociale, questo significa che come già avvenuto nel recente passato, che ci saranno pesanti tagli alla sanità, alle pensioni, così come sarà quasi impossibile procedere alla revisione della Legge Fornero», scrive la nota pubblicata ieri in tutti circoli toscani. L’attacco è diretto all’Inps e anche all’attuale governo che dai primi provvedimenti ipotizzati non sembra convincere appieno neanche la sezione Usb dei sindacati autonomi. «L’INPS è sottoposta da tempo ad un processo di ristrutturazione che prevede esternalizzazione delle prestazioni, riduzione della possibilità di accesso da parte di lavoratori e pensionati, riduzione progressiva e sistematica degli operatori con scadimento voluto delle  prestazioni ancora garantite non si sa per quanto. Si vuole spingere l’opinione pubblica  verso la condivisione di una privatizzazione completa della previdenza pubblica di cui l’INPS è garante e simbolo», conclude l’invettiva l’Unione Sindacale di Base.





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