NUOVO SALTO DELL’ETÀ PENSIONABILE
Mentre si continua a parlare di ipotesi di riforma delle pensioni, tramite il provvedimento che sembra più probabile, ovvero la Quota 100, c’è chi ricorda che dall’anno prossimo i requisiti pensionistici subiranno un incremento di 5 mesi, per via dell’adeguamento all’aspettativa di vita. L’età pensionabile diventerà quindi di 67 anni, mentre ci vorranno 43 anni e 3 mesi di contributi (42 anni e 3 mesi per le donne) per poter accedere alla pensione anticipata, indipendentemente quindi dall’età anagrafica. Adnkronos evidenza però che dopo solo due anni ci sarà un nuovo incremento di altri tre mesi dei requisiti pensionistici. Questo, va detto, nel caso non ci sia alcun tipo di intervento legislativo. Non è infatti da escludere che si possa rivedere il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. O che venga ampliata la platea di lavori (attualmente limitata a 15 attività) che vengono esentati dall’aumento dei requisiti stessi.
I CONTI DI GIAVAZZI E ALESINA
Il Governo continua a lavorare alla messa a punto della Legge di bilancio, che conterrà verosimilmente anche una riforma delle pensioni. Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, dalle pagine del Corriere della Sera, avvertono però che cancellare la Legge Fornero, come Lega e Movimento 5 Stelle hanno annunciato, farebbe venire meno “un risparmio di spesa per il 2019-20 pari a circa 25 miliardi l’anno lordi (cioè non tenendo conto delle imposte pagate dai pensionati)”. Secondo i due economisti, “ci si illude di poterli sostituire riducendo le pensioni più ricche. Ma anche se si azzerassero le pensioni dei 30.000 cittadini che percepiscono un netto mensile superiore a 5.060 euro (una norma evidentemente anticostituzionale) si risparmierebbero 4 miliardi e si coprirebbe solo per un anno il buco che si apre se si cancella la norma che lega l’età della pensione alla speranza di vita”.
DI MAIO: VIA I PRIVILEGI DEI SINDACALISTI
Luigi Di Maio, durante il question time al Senato, ha detto che il Governo intende intervenire anche sulle pensioni dei sindacalisti, in modo che vengano meno quei “privilegi” che consentono di poter avere degli assegni di importo “anomalo”. Il ministro del Lavoro, con queste sue parole, sembra di fatto voler “ricucire” i rapporti con Tito Boeri. Il Presidente dell’Inps, infatti, già nella scorsa legislatura aveva segnalato l’anomalia che consente ad alcuni sindacalisti di poter avere un cospicuo aumento sull’assegno pensionistico che andranno a incassare. Per questo aveva anche chiesto all’allora ministro Poletti di voler dare il via libera a una circolare dell’Inps già pronta sul tema. Non a caso, circa un mese fa, in occasione della presentazione della relazione Inps in Parlamento, Boeri aveva ricordato che ancora non era arrivato “il nulla osta del ministero del lavoro alla nostra circolare di 1 anno fa”. A questo punto Di Maio sembra pronto a sbloccare la situazione.
L’INTERVENTO CHIESTO PRIMA DELLA MANOVRA
Luigi Metassi, del Comitato esodati licenziati e cessati, è stato intervistato da contattonews.it e ha ribadito l’importanza della nona salvaguardia, da realizzarsi con un decreto urgente senza attendere la Legge di bilancio. “Se, come ci pare di poter intendere, questo governo sta cogliendo l’opportunità di favorire il consenso sanando una questione annosa, che ha visto la nascita e lo scioglimento di ben tre governi, con un intervento urgente, finanziabile con circa la metà dei risparmi trasferiti dal Fondo Esodati al Fondo per l’Occupazione (FOSF) con la Legge di Stabilità 2018, un Decreto Ministeriale urgente nel mese di settembre, prima dell’inizio dei lavoro per la Legge di Stabilità 2019, è ampiamente nelle possibilità”, ha detto Metassi, ricordando che durante l’estate il Comitato continuerà “a lavorare in vista di settembre e degli incontri che si andranno a calendarizzare via via”.
IL SUCCESSO DE L’ESODO
Per la causa degli esodati ancora privi di una salvaguardia è certo importante il successo che sta riscuotendo il film “L’esodo” di Ciro Formisano. Dopo aver vinto il Gran Premio della stampa estera in occasione dei Globi d’oro, la pellicola parteciperà al Chichester Film Festival che si svolge nella cittadina della Gran Bretagna. “Sicuramente all’estero non crederanno che siamo ancora qui dopo quasi sette anni, qui a battagliare con le , parole di un sindacato davvero strano che tiene l’urgenza numero uno in piattaforma da due anni poi scrive lettere per anteporne altre”, è il commento alla notizia di Elide Alboni sulla pagina Facebook del Comitato esodati licenziati e cessati, che ricorda quanto sia importante intervenire urgentemente per far sì che venga risolto il dramma di chi il film di Formisano non lo sta guardando, ma lo sta vivendo sulla propria pelle.
RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA DEGLI ESODATI
Cesare Damiano, sempre in tema di riforma pensioni, ha fatto sapere che intende battersi per far sì che nella prossima Legge di bilancio ci sia la nona salvaguardia degli esodati, in modo da risolvere definitivamente il problema di circa 6.000 persone che sono ancora senza lavoro e lontane dalla pensione. Il Comitato esodati licenziati e cessati ha sempre chiesto un intervento immediato con un decreto per sanare definitivamente il problema degli esodati. Per questo Luigi Metassi non nasconde di essere piuttosto perplesso di fronte a “questa propensione ad attendere la Legge di Bilancio per affrontare la questione esodati. Ricordo, ancora una volta, che la condizione di parte di loro è drammatica, in alcuni casi a rischio di atti autolesionistici”.
“Se si abbandona la via del decreto d’urgenza, pubblicamente confermata dal Min. Luigi Di Maio solo pochi giorni fa, nel corso di una trasmissione radiofonica, in risposta a una precisa domanda di una nostra esodata, questo significa che, se non c’era volontà politica lo scorso anno, forse nemmeno c’è adesso da chi lo scorso anno avrebbe potuto fare…”, aggiunge Metassi. A stupirlo è poi anche la lettera che i Segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato al ministro Di Maio per chiedere di riaprire il confronto sulla riforma delle pensioni. Infatti non si fa cenno esplicito alla nona salvaguardia degli esodati, ma “si parla genericamente di ‘altre criticità’. Quali criticità? Non è forse una situazione di massima criticità quella che vede 6.000 lavoratori, 6.000 famiglie, tra le quali non poche famiglie monoreddito, private di ogni reddito ormai da diversi anni?”.