IPOTESI DI QUOTA 41 E MEZZO
Continuano a inseguirsi le indiscrezioni circa gli interventi di riforma delle pensioni che il Governo inserirà nella Legge di bilancio. Secondo quanto riporta il Quotidiano Nazionale, l’esecutivo per superare la Legge Fornero punta su Quota 100, con un paletto riguardante l’età anagrafica, che dovrebbe essere pari ad almeno 64. “Nella prima fase dovrebbero essere coinvolte circa 400mila persone”, si legge sul QN, secondo cui resta “ancora da stabilire invece se si farà anche ‘quota 41’, cioè la possibilità di lasciare il lavoro a qualsiasi età, avendo versato contributi per 41 anni e mezzo”. Come si può notare, non si tratterebbe quindi della vera e propria Quota 41 richiesta dai lavoratori precoci. Tuttavia sarebbe sempre meglio dell’ipotesi di una Quota 42, che potrebbe allungare di un altro anno l’attesa di un approdo alla pensione per molti lavoratori.
DAMIANO: CON QUOTA 100 TRADITE PROMESSE ELETTORALI
“Il tema delle pensioni, per il Governo, appare e scompare come le acque carsiche. Di Maio lo ignora, Salvini propone Quota 100 e Conte non ne parla”. Cesare Damiano è piuttosto duro nel suo giudizio sull’operato dell’esecutivo. Secondo l’ex ministro del Lavoro, sarebbe necessario riaprire il tavolo di confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni, in modo da evitare danni e scelte errate. “Pensare di risolvere tutto con Quota 100 che, oltretutto, pare che abbia come base i 64 anni di età e il ricalcolo contributivo dal ’96, significherebbe tradire le promesse elettorali dei partiti di Governo e arretrare addirittura rispetto all’Ape”, aggiunge Damiano, ricordando che “in un sistema pensionistico strutturalmente flessibile, non si può avere un piede di partenza al di sopra dei 63 anni”. Vedremo se le sue parole verranno ascoltate dalla maggioranza.
IPOTESI QUOTA 42 AL POSTO DI QUOTA 100
Dopo il vertice di maggioranza tenutosi ieri sulla Legge di bilancio, non mancano le ricostruzioni dei quotidiani sulle decisioni che sarebbero state prese, anche in merito alla riforma delle pensioni. Secondo Il Sole 24 Ore, la Quota 100 avrebbe un costo (tra i 4 e i 14 miliardi annui), che starebbe spingendo il Governo a intraprendere un’altra strada per cercare di superare la Legge Fornero: quella di introdurre Quota 42. Di fatto verrebbe garantita la possibilità di accedere al pensionamento di anzianità una volta che siano stat versati 42 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Ci sarebbe una riduzione rispetto agli attuali 42 anni e 10 mesi richiesti per gli uomini (mentre per le donne ora occorrono 41 anni e 10 mesi), ancora più evidente se si tiene conto che dal 1° gennaio 2019 il requisito si alzerà a 43 anni e 3 mesi (42 anni e 3 mesi per le donne). Tuttavia si tratta di qualcosa di diverso dalla Quota 41 richiesta da tempo dai lavoratori precoci.
158.000 PENSIONATI AVRANNO L’ASSEGNO TAGLIATO
Francesco D’Uva, insieme a Riccardo Molinari, ha presentato la proposta di legge per intervenire sulle pensioni superiori agli 80.000 euro lordi l’anno. Intervistato da Il Messaggero, il capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle ha spiegato che “saranno almeno 158 mila i pensionati d’ oro su cui interverremo. Che negli anni hanno preso e continuano a prendere molto più di quanto hanno versato. E che, in media, sono andati in pensione a 61,6 anni. Ovviamente la misura riguarda solo chi percepisce pensioni non giustificate rispetto ai contributi versati. Chi ha un regime contributivo, non viene minimamente toccato”. Secondo quanto riporta l’Huffington Post, D’Uva ha detto che l’obiettivo è quello di far approvare la proposta alla Camera “prima della sessione di bilancio” e che le risorse derivanti da questa operazione di ricalcolo sarà redistribuito “a vantaggio delle pensioni minime e di quelle sociali. Togliamo un privilegio, restituiamo un diritto”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PUGLISI
Intervenendo oggi durante la puntata de L’aria che tira Estate, Riccardo Puglisi ha commentato le ipotesi di riforma delle pensioni, che comprendono anche la Quota 100. L’economista non ha nascosto di ritenere che il Governo stia facendo dei conti con risorse inesistenti quando parla della possibilità di abrogare la Legge Fornero, anche perché, ha ricordato, il nostro sistema pensionistico è a ripartizione e i contributi versati non riescono a coprire la spesa sostenuta per pagare gli assegni di chi è già in quiescenza. Dal suo punto di vista, quindi, con risorse limitate andrebbero studiati interventi specifici. Per quanto riguarda le persone rimaste disoccupate in età avanzata, Puglisi ritiene che il problema non si risolva con un pensionamento anticipato, ma con dei sussidi di disoccupazione che purtroppo in Italia sono carenti.
ESODATI, INCONTRO CON LO STAFF DI CONTE
Roberta Zangrilli e Gabriella Raffa, due componenti del Comitato esodati licenziati e cessati, ieri hanno preso parte alla conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e sono state ricevute, come spiega Elide Alboni sulla pagina Facebook del Comitato stesso, dall’entourage degli addetti stampa della Presidenza del Consiglio. Una canale di dialogo con palazzo Chigi è stato quindi aperto, con una richiesta molto chiara: un decreto ministeriale a settembre per varare la nona salvaguardia per i circa 6.000 esodati che sono rimasti esclusi dalle precedenti. Per il Governo si tratterebbe di fatto di mantenere un impegno che lo stesso ministro Di Maio aveva preso, con il tentativo anche di varare il provvedimento all’interno del Decreto dignità. Cosa che evidentemente non è riuscita.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIA E DI MAIO
Ieri si è tenuto un nuovo vertice di maggioranza per fare il punto sulla Legge di bilancio, dentro cui dovrebbe esserci anche la riforma delle pensioni più volte annunciata da Lega e Movimento 5 Stelle. Giovanni Tria, in un colloquio con Il Sole 24 Ore, ha evidenziato che il Governo sta lavorando anche sugli interventi previdenziali “con il vincolo che non incidano in modo troppo pesante sulla curva della spesa a medio e lungo termine”. A una domanda relativa a Quota 41 e all’impatto non proprio leggero che avrebbe sui conti, il ministro dell’Economia ha risposto ch tale impatto “dipende dalle condizioni. Stiamo studiando, e non c’è ancora un quadro definito”. L’obiettivo resta però quello di superare la Legge Fornero.
Luigi Di Maio, intervistato da Avvenire, ha infatti ricordato “come la riforma Fornero sia stata annunciata come la panacea per i mali dell’Italia ai tempi di Monti, quando invece di rispondere a un attacco speculativo di enormi proporzioni decisero di piegarsi al mantra europeo delle riforme lacrime e sangue. Da allora i conti pubblici non sono migliorati, perché l’economia non si rilancia tagliando tutto, ma facendo investimenti”. Il ministro del Lavoro ha comunque confermare la volontà di “eliminare le pensioni d’oro e riformare il sistema pensionistico nel più breve tempo possibile. Con noi esistono solo i diritti. I privilegi, come i vitalizi che abbiamo eliminato alla Camera, scompaiono. Quindi basta pensioni d’oro e aumentiamo la pensione a chi non riesce ad arrivare a fine mese”. Vedremo come concretamente si tradurranno questi indirizzi politici.