QUOTA 100 A 62 ANNI, MOLTO RUMORE PER NULLA
Andare in pensione a 62 anni con Quota 100. Questa è la riforma per superare la Legge Fornero che Matteo Salvini vorrebbe, ma secondo Giuseppe Pennisi si tratta di “molto rumore per nulla”. In un articolo su formiche.net l’economista spiega infatti che “indubbiamente, sino a quando si è in una fase di transizione e le pensioni vengono liquidate in parte in base al vecchio sistema retributivo e in parte in parte al nuovo sistema contributivo può essere utile porre un vincolo di età anagrafica: 62 anni sono leggermente meno dell’età media effettiva di pensionamento e in aggiunta man mano che la percentuale della copertura ‘contributiva’ aumenta, cresce l’incentivo a restare al lavoro”. Per Pennisi, anche “gli strilli sui costi” di tale misura rappresentano una boutade: è difficile infatti fare previsioni su quanti lavoratori over 60 userebbero questa Quota 100.
FURLAN SU QUOTA 100 E QUOTA 41,5
La proposta di una riforma delle pensioni con Quota 100 a 62 anni e Quota 41,5 suscita l’interesse di Annamaria Furlan, che la giudica “una buona base di confronto”. Ospite di Coffee Break, la trasmissione di La7, la Segretaria generale della Cisl ha ricordato come “noi abbiamo già parzialmente modificato alcune strutture della Legge Fornero attraverso l’Ape sociale, ma credo ci sia molto lavoro da fare, è un’ottima base di discussione. L’importante è avere un confronto”. In questo senso, secondo quanto riporta Italpress, Furlan ha ricordato che “Di Maio abbiamo avuto diverse occasioni per incontrarlo rispetto alle sue competenze, il premier non lo abbiamo mai incontrato e spero che la discussione sulla finanziaria sia una occasione per conoscerlo, incontrarlo e discutere sulle priorità del Paese”.
QUOTA 100 A 62 ANNI, IL PUNTO DI VISTA DEL CODS
La novità di una riforma delle pensioni con Quota 100 a partire dai 62 anni viene commentata anche da Orietta Armiliato, che sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social evidenzia che “il provvedimento, così come sembrerebbe essere stato disegnato, imporrebbe alle donne, come sempre peraltro, il pagamento del prezzo più alto: la maternità ad esempio matura contributi figurativi che stando a quanto i tecnici stanno dicendo non conterebbero, mentre i 38 anni di versamenti necessari per accedere, data la discontinuità lavorativa cui da sempre le donne sono assoggettate per corrispondere alle esigenze familiari sollecitate da un sistema culturale che vige ed impera e da un welfare inesistente al quale debbono sopperire, sono difficilissimi da raggiungere”. Armiliato aggiunge che che se vi fosse un riconoscimento del lavoro di cura delle donne ai fini contributivi, quanto meno si ripristinerebbe un po’ di equità.
LE PRIORITÀ DEL GOVERNO
Giancarlo Giorgetti rassicura gli italiani sul fatto che nella Legge di bilancio ci sarà spazio per reddito di cittadinanza, flat tax e riforma delle pensioni. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, secondo quanto riporta l’Agi, ricorda infatti che “c’è un programma di governo e questo governo è stato eletto per fare le cose che stanno lì. Noi abbiamo l’obbligo il dovere morale di provare a farle, naturalmente nei limiti e nelle possibilità, sappiamo che viviamo in un mondo dove ci sono i mercati finanziari e c’è la Commissione europea. Spingeremo al massimo. Sicuramente il reddito di cittadinanza, come la flat tax, come la revisione della legge Fornero fanno parte del dna di questo governo: non parlare di questo sarebbe tradire il mandato degli elettori”. Il vicepremier Luigi Di Maio, invece, durante una diretta Instagram ha spiegato che il prossimo obiettivo del Governo è quello del taglio delle pensioni d’oro. “È ora di porre fine a questo privilegio come abbiamo fatto per i vitalizi dei deputati e come faremo per quelli dei senatori!”, ha detto.
CAMUSSO: QUOTA 100 LIMITANTE
Susanna Camusso torna a parlare di riforma delle pensioni. Intervistata dall’Huffington Post, la leader della Cgil ha spiegato che la Legge Fornero “è profondamente ingiusta, ma questo andare verso quota 100 è fortemente limitante, penalizza il Sud e non dà risposte ai giovani”. La sindacalista ha anche partecipato a Proxima, iniziativa di Sinistra italiana e Liberi e uguali organizzata a Torino. Secondo quanto riporta BlastingNews, nell’occasione ha evidenziato che quando si parla di riforma delle pensioni bisogna stare attenti ai dettagli delle proposte, come la possibilità che venga messo un tetto ai contributi figurativi o che via sia una quota piuttosto consistente dell’assegno calcolata con il metodo contributivo, anziché retributivo. Camusso ha specificato che da parte della Cgil c’è molto interesse a capire le varie proposte tese a modificare una legge considerata ingiusta e sbagliata come la riforma delle pensioni del 2011.
BOCCIATE LE PROPOSTE DI RIZZETTO
Come noto, alla Camera sono ripresi i lavori per l’approvazione del decreto milleproroghe (su cui il Governo ha posto la fiducia) e Walter Rizzetto ha provato, a nome di Fratelli d’Italia, a far inserire delle misure riguardanti la riforma delle pensioni nel provvedimento messo a punto dall’esecutivo. In particolare, come ha avuto modo di spiegare in un video pubblicato sulla propria pagina Facebook, ha cercato di far varare la proroga di Opzione donna, misura che da tempo sostiene, e la proroga dell’Ape social, con l’obiettivo di poter aumentare anche la platea dei potenziali beneficiari. Tuttavia in entrambi i casi è arrivato un no da parte della maggioranza. Il deputato di Fratelli d’Italia ha fatto però sapere di voler portare avanti la battaglia in vista delle Legge di bilancio, nella quale fra l’altro lo stesso Governo sembra intenzionato a introdurre delle novità in campo previdenziale.
RIFORMA PENSIONI, LE PROPOSTE DELLE ACLI
In tema di riforma delle pensioni, “la discussione sulla cosiddetta quota 100 va superata altrimenti continueremo a dibattere intorno ad un sistema pensionistico che riguarda solo una parte di cittadini”. È quanto ha dichiarato il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, secondo cui è necessaria “una visione più ampia per comprendere anche le giovani generazioni, coloro cioè che accederanno alla pensione con il solo sistema contributivo e per di più con degli stipendi e dei versamenti molto bassi e frammentati”. Secondo quanto riporta il Sir, le Acli intendono proporre, durante il prossimo Incontro nazionale di studi, in programma a Trieste da domani fino al 15 settembre, dei correttivi al sistema pensionistico direttamente a Giuseppe Conte che sarà ospite dell’iniziativa.
“Crediamo che uno dei modi per rendere il sistema pensionistico più equo sia la reintroduzione del principio di flessibilità in uscita, che ora è prevista per alcune categorie, come i lavoratori usuranti o ‘precoci’ e quelli appartenenti all’Ape sociale, ma che invece dovrebbe essere un diritto universale. Naturalmente l’uscita libera e volontaria dal mondo del lavoro per accedere alla pensione partirebbe da un requisito minimo di età, che potrebbe andare dai 63 ai 65 anni, con un assegno pensionistico crescente o decrescente a seconda dell’età di accesso”, ha aggiunto Rossini, secondo cui “un altro principio che va nella stessa direzione è quello di introdurre una pensione di inclusione, cioè un trattamento di garanzia che assicuri, in presenza di uno stato di bisogno economico, un reddito dignitoso”.