Secondo l’ex magistrato e Sottosegretario Nicola Ferri, sul fronte giuridico il taglio delle pensioni d’oro è «palesemente incostituzionale»: in un fondo sul Fatto Quotidiano due giorni fa, Ferri ha provato a spiegare nel dettaglio cosa potrebbe succedere se la norma M5s venisse approvata dal Parlamento. «L’eventuale sacrificio finanziario auspicato da Di Maio per i soli pensionati d’oro, a favore di nullafacenti in difficoltà, taglio o contributo di solidarietà che chiamar si voglia, non dovrà gravare solo sui pensionati, ma dovrà essere una misura cui tutti i cittadini saranno chiamati a concorrere proporzionalmente, essendo necessario coniugare il principio di solidarietà con il principio di uguaglianza davanti alla legge», spiega l’ex magistrato dalle colonne del Fatto, in aperta critica alla norma promossa da Di Maio e Francesco D’Uva.
PADOAN: “AIUTI DAL PD PER RIFORMA FORNERO? VA CHIESTO AL GOVERNO”
Nella convention di AreaDem (corrente del Pd dell’ex ministro Franceschini), Pier Carlo Padoan ha voluto commentare il fronte delle pensioni, in particolare il superamento della Legge Fornero come punto ancora “oscuro” del Contratto di Governo Lega-M5s: «possibilità di collaborazione? Va chiesto ai partiti di Governo: Perché, sempre, sul cosiddetto decreto dignità, il Pd ha cercato di ottenere emendamenti collaborativi in continuazione con i parlamentari di governo e questo non è avvenuto. C’è stato un muro di gomma, quindi se si vuole collaborare bisogna chiederlo soprattutto ai partiti al governo», spiega l’ex ministro dell’Economia nei tre governi Pd. Di Maio intanto, qualche ora prima, aveva spiegato dal palco della Versiliana come «Dobbiamo scegliere tra il giudizio di un’agenzia di rating o gli interessi dei cittadini. Non possiamo pensare di stare dietro ai giudizi di un’agenzia ma poi pugnalare alle spalle gli italiani. Per ascoltare quelle agenzie negli anni si sono fatti Jobs act, legge Fornero e piaceri alle banche».
DI MAIO: “DISEGNINO PER CAPIRE TAGLIO A PENSIONI D’ORO”
Intervenendo alla festa del Fatto Quotidiano in Liguria, stamani il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha parlato ancora i pensioni, in particolar modo del taglio agli assegni d’oro che hanno agitato le acque della maggioranza nei giorni scorsi: dopo il “via libera” di Salvini alla norma del deputato M5s Francesco D’Uva, oggi Di Maio torna alla carica e sui social spiega «Per quelli che ancora fanno finta di non aver capito come funziona la nostra legge che abolisce le pensioni d’oro senza aver versato i contributi, abbiamo fatto il disegnino», mostrando un grafico che illustra in pochi passaggi concettuali la legge sulle pensioni d’oro. Lo stesso vicepremier, ironizzando, scrive poi «Ora sono sicuro che lo capirà chiunque, compresi i giornalisti de La Repubblica e il Giornale che la smetteranno di scrivere fake news. Dite che lo faranno?». Dalla Lega in realtà i mugugni ancora restano, specie sul fronte della parte non contributiva come sottolineato in più momenti da Alberto Brambilla nel suo dossier presentato al Carroccio e a tutto il governo nei giorni scorsi.
FURLAN (CISL) SFIDA IL GOVERNO
Secondo la segretaria nazionale della Cisl, Annamaria Furlan, il piano pensioni del Governo gialloverde è tutto fuorché una proposta chiara, definita e dove si intravedono già i contorni futuri: il tutto, accompagnato dall’incertezza di una Manovra che nel tira e molla tra il Mef e il Ministro Di Maio non riesce ancora a delineare un’immagine chiara di quello che sarà la Legge di Bilancio di fine anno. Intervenendo a Cortona per la convention del Pd “AreaDem”, la Furlan ha spiegato «C’è un Governo formato da M5S e Lega da cui attendiamo notizie sulla finanziaria. In questo Paese si sta parlando di tutto meno che dell’aspetto fondamentale che è la crescita e con essa il lavoro». Secondo la segretaria generale, l’equità e la maggior ridistribuzione della ricchezza deve essere la priorità non solo di questo Governo ma tutti i prossimi: nel concreto, la Cisl vuole una riforma del fisco che «i rivolga principalmente alle famiglie, ai pensionati, ai lavoratori dipendenti e vogliamo capire quali investimenti su crescita ed infrastrutture, di cui abbiamo estremamente bisogno, su formazione e ricerca, si ha intenzione di attivare».
TAJANI, “IL CETO MEDIO NON SI TOCCA”
Il presidente dell’Europarlamento, nonché n.2 di Forza Italia Antonio Tajani dalle pagine de Il Giornale si scaglia contro la mossa grillina sulle pensioni d’oro, dopo il braccio di ferro vinto da Di Maio contro Salvini (almeno per ora, ndr). L’autunno degli azzurri non sarà semplice, vista la crisi di consensi e l’ottima forma della Lega nel centrodestra, ma è proprio dalle pensioni che Tajani e Berlusconi vogliono “ripartire”: «le pensioni non si toccano. Il ceto medio non va colpito e le più basse vanno aumentate. Invece di pensare al reddito di cittadinanza che non serve a niente bisogna alzare le pensioni minime, quelle di chi non arriva a fine mese, e quelle di reversibilità, per consentire a tutti di avere una vita dignitosa». Perché schierarsi coi pensionati in una fase assai delicata per l’intero Paese, lo spiega ancora Tajani sempre ai colleghi de il Giornale: «non si può colpire chi ha lavorato una vita per fare il reddito di cittadinanza. Se siamo la seconda potenza manifatturiera lo dobbiamo a loro, invece si mettono in campo politiche che finiranno per impoverirci. L’idea di difendere i pensionati è nel Dna di Forza Italia, ricordo quando Berlusconi a Bari Vecchia ci annunciò per la prima volta l’intenzione di alzare le minime a un milione di lire».