È polemica nei confronti di Juan Bernabé, lo storico addestratore dell’Aquila Olympia, simbolo della Lazio, il quale è accusato di avere fatto il saluto fascista ai tifosi nel corso della gara contro l’Inter di Serie A. Il video pubblicato sui social network proprio dai supporters biancocelesti presenti sugli spalti (che urlavano “Duce! Duce!”) ha destato parecchio scalpore.
Il falconiere, a seguito della notizia, è stato sospeso. Il club capitolino lo ha annunciato attraverso una nota: “La Società Sportiva Lazio ha inviato nelle scorse settimane una lettera ai fornitori per richiamarli al rispetto del Codice Etico in vigore ed in particolare ad un comportamento pienamente rispettoso dei principi ai quali si è sempre ispirata l’attività della Società, sia nel campo sportivo che nei rapporti ordinari. Particolare attenzione è stata sempre posta sul divieto assoluto di procedere ad azioni e comportamenti di qualunque genere discriminatori sotto tutti i profili tutelati dall’art. 3 della Costituzione. Pertanto, appresa l’esistenza del video che ritrae Juan Bernabè (non tesserato e dipendente di una società esterna alla Lazio) in atteggiamenti che offendono la Società, i tifosi e i valori ai quali la comunità si ispira, sono stati presi provvedimenti nei confronti della società finalizzati all’immediata sospensione dal servizio della persona interessata e all’eventuale risoluzione dei contratti in essere”. Questo quanto si leggeva.
Lazio, saluto fascista dell’addestratore di Olimpia: Bernabé si difende così
Juan Bernabé, storico addestratore dell’Aquila Olympia, simbolo della Lazio, dopo essere finito nel mirino dei media per il saluto fascista durante il match contro l’Inter, si è difeso dalle accuse. “Sono dispiaciuto per quello che è successo, in Spagna il gesto fascista si fa con il braccio teso in una linea retta. In Italia a quanto pare è anche così, dandosi una pacca sul petto. Io sono una persona assolutamente di destra, del partito Vox in Spagna come pure tanti amici calciatori, ma non di idea fascista, non è proprio nella mia mentalità”, ha spiegato ai microfoni dell’Adnkronos.
“Un saluto militare, mai fascista”. Così lo ha definito. L’uomo, dunque, ha voluto ufficialmente prendere le distanze dal fascismo, sottolineando come adesso si ritrovi a vivere un momento brutto della sua vita a seguito della sospensione dal ruolo di falconiere della Lazio.