E’ quasi un premio alla carriera, pur nella convinzione che si tratta di una carriera che tutti si augurano ancora lunga e proficua. Il volume che gli allievi e i collaboratori hanno voluto dedicare ad Alberto Quadrio Curzio (L’economia come scienza sociale, ed. Il Mulino, pag. 806, € 50) costituisce tuttavia anche un importante punto di riflessione sull’evoluzione del pensiero economico in questi ultimi anni particolarmente complessi, un’evoluzione che ha avuto nel professore emerito dell’Università Cattolica uno dei protagonisti più significativi di riflessione e di approfondimento.
Proprio le riflessioni di Alberto Quadrio Curzio hanno contribuito a mantenere vivo quel particolare approccio all’economia che la fa diventare una scienza dal volto umano, dove l’attenzione alla persona in tutti i suoi aspetti ha decisamente preso il sopravvento sui modelli matematici, sulle teorie quantitative e monetarie, sulle dimensioni astratte e puramente teoriche. Con il grande pregio di mantenere vivo un filone di pensiero che ha avuto in Italia profondità di analisi e forte capacità di proposte.
Dagli illuministi del Settecento, alla scuola dell’economia civile, dal pensiero liberale di Luigi Einaudi al cattolicesimo-liberale di Luigi Sturzo, la storia del pensiero economico si distingue per la sua capacità di andare oltre alle teorie a ai tecnicismi per guardare insieme alla dimensione personale e sociale. Un cammino che ha uno dei suoi punti più alti nell’enciclica Centesimus annus in cui con molto coraggio a pochissimi anni dal crollo del mondo comunista Papa Giovanni Paolo II ha delineato la supremazia di un’economia di mercato (non a caso denominata “economia d’impresa”) dove la libertà costituisce un elemento fondante insieme alla solidarietà, alla partecipazione, al rispetto per le diversità.
Alberto Quadrio Curzio definisce “liberalismo sociale” la sua prospettiva economica, una prospettiva che trova nella Dottrina sociale della Chiesa una conferma delle proprie ispirazioni, un compagno capace di affiancare la ricerca, un richiamo ad anteporre i valori agli interessi, l’equità al potere, la sussidiarietà alle catene di comando. “Liberalismo sociale” come paradigma per costruire un percorso di ricerca capace di coniugare le tensioni ideale alle problematiche concrete, quasi quotidiane, di ogni persona.
“Liberalismo sociale” come elemento in cui la dimensione della socialità non è un’aggiunta a un mercato dominato dal laissez faire, ma è un fattore capace di guidare ogni decisione pubblica e privata in un percorso in cui si completa il pensiero di Adam Smith: se è vero che dagli interessi privati può nascere la soddisfazione dei bisogni collettivi è altrettanto vero che perseguendo correttamente l’interesse collettivo, valorizzando i cosiddetti “beni sociali”, si realizzano anche gli interessi dei singoli.
Al punto di partenza tuttavia c’è la profonda convinzione che una scienza come l’economia non può essere costruttiva se non in un’ottica interdisciplinare, facendo tesoro delle conoscenze che possono derivare dalla psicologia, dalla sociologia, dalla storia, dalla filosofia e sicuramente anche dalla teologia. Perché non si può ridurre l’uomo a una dimensione: non nel senso dell’omologazione consumistica da cui è nata, con Herbert Marcuse, la contestazione del ’68, ma nel senso di una tensione sociale che non può che nascere da una profonda dimensione etica.
Ognuno dei 32 scritti che compongono questo volume ha il pregio di mettere a fuoco e di approfondire un aspetto delle molteplici “lezioni”, lezioni di vita prima che di economia, di Alberto Quadrio Curzio. Con alcuni punti fermi che merita sottolineare: un’attenzione profonda verso l’economia reale, verso l’industria, i territori, le imprese come componenti essenziali della dinamica sociale; una passione per l’Europa come esempio concreto della forza di un mercato sempre più allargato e insieme costruito su di una solidarietà sempre più ampia; una sentita convinzione della forza delle istituzioni al servizio delle persone e della loro libertà di iniziativa oltre che di pensiero; una chiara volontà di voler sfruttare le opportunità economiche e gli strumenti tecnico-finanziari (dal ruolo dei fondi sovrani al progetto di EuroUnionBond garantiti almeno in parte dall’oro delle Banche centrali) per aiutare il superamento della crisi.
Non solo un’economia dal volto umano, ma un’economia al servizio della persona, di ogni persona, di tutte le persone.