Si stringono i tempi in vista del Congresso federale della Lega che i prossimi 5 e 6 di aprile 2025 porteranno tutti e 700 i delegati regionali ad incontrarsi a Firenze per decidere la futura linea politica del Carroccio, con la mozione presentata dalla Liga Veneta che sembra essere quella più quotata per un appoggio a livello federale: a firmarla è stato il segretario regionale veneto Alberto Stefani, prendendo in contropiede quei ‘secessionisti’ che vorrebbero una rottura con la leadership di Salvini – da sempre fermamente esclusa dagli alti vertici della Lega – o un ritorno alle linee nordiste che hanno caratterizzato il partito precedentemente all’ingresso dell’attuale segretario federale.
Di fatto – poi arriveremo anche alla mozione veneta e all’appoggio fino ad ora ricevuto dalle segreterie regionali – è bene ricordare che quello della Lega sarà un Congresso vero, come non si vede da anni nel panorama politico nazionale. E se qualcuno pensava ad una resa dei conti contro Matteo Salvini, a una sua epurazione, come auspica da anni il partito di “Repubblica”, ne rimarrà deluso. Il segretario non è in discussione: in questi anni ha tenuto alimentato un dibattito interno vivace, senza soffocarlo, è stato capace di porsi sempre come punto di unione, di mediazione tra posizioni differenti. E questo congresso dunque sarà un momento di riflessione, un momento programmatico, che dovrà mettere le basi della “Lega di domani” in vista delle Regionali e delle prossime Politiche.
Chi sostiene e chi critica la mozione veneta per il Congresso della Lega: da Lombardia, Emilia, Friuli e Umbria pieno appoggio
Proprio qui entra in gioco la mozione della delegazione veneta della Lega proposta negli ultimi giorni da Alberto Stefani: caposaldo della nuova linea programmatica sarà la promozione delle autonomie locali – anche e forse soprattutto dal punto di vista delle elezioni Regionali rispetto al Carroccio -, seguita da temi sempre cari ai salviniani come il federalismo – sia quello fiscale, che quello interno -, la questione settentrionale, la tutela culturale ed identitaria; ed ancora la lotta al globalismo, la protezione e il buongoverno.
Un programma – insomma – del tutto in linea con l’attuale Lega di Salvini e che mira a rafforzare alcuni di quei punti critici per le regioni del Nord Italia: non a caso la mozione veneta ha presto raccolto l’appoggio dei vicini lombardi, friulani ed emiliani, ma anche dei colleghi umbri; mentre restano perplessi (ma per lo più d’accordo) i veneti Roberto Marcato – che chiede precisazioni sull’autonomia della Liga – e Marzio Favero – il quale vuole una rottura con certe mire “sovraniste” della Lega salviniana -.