La riforma della Lega Pro non passa e Francesco Ghirelli rassegna le dimissioni. La bocciatura da parte dell’Assemblea dei club della proposta di riforma della Serie C avanzata dal presidente e dal suo management è stata netta: nella votazione a scrutinio segreto non è stato raggiunto il quorum di 40 voti favorevoli su 59, indispensabili per approvare il progetto che poi doveva essere sottoposoto alla ratifica del Consiglio federale. I voti a favore si sono fermati a 34, quindi il fronte dei contrari guidati dalle big dei tre gironi, che non accettavano la cancellazione delle tre promozioni dirette, si è arricchito anche di altri club medi e piccoli. Decisivo anche lo scetticismo riguardo l’aumento dei ricavi. Secondo la Gazzetta dello Sport, era diffusa la sensazione che la riforma avrebbe incrementato i costi, nonostante una prima fase a gironi da 10 squadre con caratterizzazione territoriale.
Più in generale, è stata forte la voglia di confermare lo stato attuale delle cose, seppur nella consapevolezza delle difficoltà economiche in cui versa la Lega Pro e dei suoi problemi strutturali. «Va preso atto del voto, senza se e senza ma, come è doveroso nel gioco democratico», aveva dichiarato a caldo Francesco Ghirelli. Nelle ore successive, resosi conto che il voto è una sostanziale sfiducia dei club, ha deciso per le dimissioni, annunciando la decisione durante la cena di Natale riservata a collaboratori e dipendenti della Lega.
LEGA PRO, LA LETTERA DI GHIRELLI DOPO LE DIMISSIONI
Francesco Ghirelli ha poi formalizzato le sue dimissioni dalla carica di presidente della Lega Pro tramite una lettera in cui spiega che voleva «dare, con il fare la riforma del format, anche un segnale al Paese, in senso diametralmente opposto alla negatività, ad investire per cambiare trend, per passare da una situazione certa, negativa ad una sfida per tornare a sorridere e produrre risorse». Ghirelli ha ricordato che la Serie C, per quanto bella ed emozionante, ha un’urgenza, quella di «un progetto forte di sostenibilità economica e di ripresa di contatto con i giovani. Se non lo fa, sarà esposta ad incursioni, ad essere rinsecchita come una riserva indiana». Nella sua lettera trovano spazio diverse riflessioni, non senza un pizzico di amarezza. «Lasciate da parte le meschinerie, ci sono sempre e sempre ci saranno, ma se guardassi in quella direzione non capirei l’eccezionale portata della partita che ho giocato e in negativo avrei un unico risultato, sarebbe quello di aumentare la tristezza nel constatare la miseria di uomini “minuscoli”, poveracci», ha aggiunto, infatti, Francesco Ghirelli.