Lele Spedicato: “Con Clio Evans è stato destino”
Lele Spedicato, chitarrista dei Negramaro, e Clio Evans, attrice, hanno rilasciato un’intervista alla rivista F nella quale hanno raccontato il loro passato, segnato dall’emorragia cerebrale che ha colpito Lele a 38 anni. Anche Clio in passato aveva sofferto di un male simile, nel suo caso un tumore all’età di vent’anni. Una storia segnata dal dolore, ma anche dal grandissimo amore che gli ha permesso di superare qualsiasi sfida, assieme. E sulla loro storia a breve uscirà anche un libro, Destini.
Per Lele Spedicato il destino è “qualcosa che ci segna dal primo momento in cui veniamo al mondo”. Il loro era segnato “nascendo lo stesso giorno a distanza di un anno” ed è stato solamente un percorso, quello che li “ha fatti incontrare (per) vivere una vita insieme”. Era il 2013, ricorda Clio Evans, quando “lavoravo in un ristorante a Roma”, temeva di non trovare l’amore, fino a quando “un giorno è entrato lui”. Ma poi, nel 2018 la malattia di Lele, della quale ricorda che continuava a chiedere acqua a Clio “come fossi al bar. Ho iniziato a tossire, l’ultima immagine è il cancello del nostro giardino che si apre, l’ambulanza che entra”.
Lele Spedicato e Clio Evans, il racconto della malattia
“Poi il buio”, ricorda Lele Spedicato durante l’intervista per F in merito all’emorragia cerebrale che l’ha colpito nel 2018, “se non ci fosse stata Clio Evans vicino a me non sarei qui”. “Era incinta di 8 mesi”, racconta, e avrebbe deciso di chiamare l’ostetrica che “ha allertato tutto lo staff medico (..) non solo mi ha salvato la vita ma mi ha fatto rimanere integro”. Dopo 10 giorni di coma “ho pensato per prima cosa a lei e al figlio che stavamo aspettando”. Mentre per Clio Evans il supporto del figlio, in quel momento non ancora nato, “è stato fondamentale”, perché “ogni volta che gli prendevo la mano e la mettevo sulla mia pancia, notavo che la pressione si abbassava”.
Su cosa abbia aiutato Clio Evans a superare la malattia di Lele Spedicato, lei non ha dubbi, “ci ero passata e per questo non ero per nulla spaventata”. Ma confessa anche che “avevo una piccola Bibbia e gli leggevo dei salmi, poi mettevo delle musiche gospel, gli facevo massaggi ai piedi, gli accarezzavo il viso”. E nonostante lui in quel momento fosse incosciente, tutto questo “mi è arrivato profondamente”. “Poi c’è stato il risveglio”, continua il racconto Lele Spedicato, “non potevo parlare ma ho scritto un biglietto a Clio chiedendole come stava nostro figlio”.
Mentre ora, superata la malattia che ha permesso a Lele Spedicato e Clio Evans, in qualche modo, di consolidare il loro rapporto, hanno imparato una cosa importante, “a vivere il momento”, racconta il chitarrista. “inutile fare progetti o pensare al passato, siamo qui adesso, ci parliamo, ci tocchiamo, ci baciamo. Domani sarà un altro giorno ma non è il futuro, domani è il presente di domani”.