Carissimo direttore,
ho letto con interesse le importanti riflessioni del collega Marco Maltoni in merito al mio articolo, recentemente pubblicato sul Sussidiario. La sua esperienza di palliativista da tanti anni lo induce a fare una serie di considerazioni che condivido in molti passaggi, sia nelle citazioni degli ultimi pontefici, che nella testimonianza sempre attuale di Cecily Saunders, di cui raccomando l’ultimo libro che la vede protagonista di una forte apertura alla Speranza, per tutti i malati e i loro familiari.
Credo che Maltoni sappia perfettamente che della legge 38 sono una grande sostenitrice; ne sono stata relatrice in Parlamento oltre 15 anni fa. Da allora sono ripetutamente intervenuta con libri, articoli, convegni e altri eventi per chiarire il valore delle cure palliative e la necessità di sostenere sia la creazione di hospice in tutta Italia, riducendo una pesante differenza Nord-Sud, sia la rete di cure palliative domiciliari.
Il fatto è che negli ultimi anni c’è una insistenza, in gran parte patrocinata da Marco Cappato e dall’Associazione Coscioni, che punta alla legalizzazione dell’eutanasia, con una forte enfasi sulla liberalizzazione del suicidio assistito aperto a tutti e a carico del SSN. Ogni volta che la proposta di legge viene sottoposta alle diverse Regioni si intravvede come contrappeso il sostegno alle cure palliative, per venire incontro a una parte della pubblica opinione, da sempre contraria all’eutanasia, ed è contro questo approccio, analogo a quello che si sta verificando in Francia, che cerco di oppormi nel modo più chiaro e deciso.
Le cure palliative non possono essere in nessun caso strumentalizzate e destinate ad un uso fuorviante. Come dice Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae, e come riporta Maltoni, sono “destinate a rendere più sopportabile la sofferenza nella fase finale della malattia e assicurare al tempo stesso al paziente un adeguato accompagnamento”. Non hanno nulla a che vedere con la possibilità di anticipare la morte del paziente per risparmiargli dolore e sofferenze e tanto meno possono essere proposte per esaltare la sua volontà di “padrone assoluto” della sua vita, fino a poterne determinare la fine. Le cure palliative curano il malato fino alla fine della sua vita e sono l’estremo servizio che il SSN rende a lui e alla sua famiglia.
Ringrazio comunque Maltoni per la sua posizione tutta a favore delle cure palliative correttamente intese, nella speranza che si possa investire sempre più e sempre meglio per potenziarle e renderle accessibili a tutti.
Cordialmente
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