“DISARMARE PAROLE, MENTI E TERRA”: LA LETTERA-DENUNCIA DI PAPA FRANCESCO DAL GEMELLI
Spesso quando si è più fragili le cose si vedono con maggiore lucidità: così Papa Francesco dal letto d’ospedale dove è ricoverato da oltre un mese lancia una lettera-denuncia al mondo intero per provare a “spegnere” la logica del riarmo, vedendo nelle contromisure messe in campo dall’Occidente – contro le tante guerre che funestano il nostro tempo – un problema piuttosto che una soluzione.
Per esprimere tutta l’apprensione per la direzione che sta prendendo la situazione internazionale – non da ultimo il piano di riarmo messo in campo dall’Unione Europea che già nel weekend il Vaticano in un editoriale del direttore del Dicastero per la Comunicazione (Andrea Tornielli) aveva sostanzialmente bocciato – Papa Francesco ha scritto una lettera di suo pugno indirizzata al direttore del “Corriere della Sera”, Luciano Fontana. Nel pieno della fragilità e della malattia che sta sperimentando, scrive il Pontefice, «la guerra appare ancora più assurda».
L’intento di Papa Francesco è quello di smuovere menti e cuore dei governanti internazionali, oltre che parlare al cuore dei popoli intimoriti, spaventati e incerti sul prossimo futuro: secondo il successore di Pietro, «dobbiamo disarmare le parole», per poter poi «disarmare le menti» e infine «disarmare la Terra». Il Papa contro la logica delle armi parla fin dall’inizio del suo Pontificato, quando già metteva in evidenza il rischio enorme di una terza guerra mondiale a “pezzi” che avrebbe potuto spazzare via la comunità umana e il senso di fratellanza che invece dovrebbe guidare l’umanità in quanto tutta figlia dell’unico Dio.
ANCHE IL CARDINALE PAROLIN CONTRO LA LOGICA DEL RIARMO: “SERVE UN DISARMO GENERALE”
Contro la logica del riarmo, contro i piani di guerra che si contrappongono ad altrettanti conflitti, Papa Francesco sottolinea il grande bisogno che ogni Stato ha di ritornare il senso di «pacatezza», di riflessione e anche di «complessità». Nella breve lettera scritta lo scorso 14 marzo dal decimo piano dell’ospedale Gemelli di Roma – e pubblicata oggi sul “Corriere della Sera” – il Santo Padre insiste sulla guerra che continua a devastare le comunità umane, senza che in questo si riesca ad intravedere una vera luce in fondo al tunnel.
Papa Francesco si augura che le organizzazioni mondiali come la diplomazia possano avere nuova linfa fresca per incidere: in questo senso, l’appello è anche per le religioni che possano attingere «alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia». È solo così, conclude il Papa, che sarà possibile riaccendere la speranza della pace, con una Grazia celeste che «non smette mai di accompagnare e ispirare».
Ieri sera a margine dell’evento a Roma “Iftar – tavolo del Ramadan”, ha parlato coi giornalisti anche il Segretario di Stato Card. Pietro Parolin, commentando la posizione del Vaticano in merito ai vari piani di riarmo che l’Occidente (specie l’UE, ndr) sta mettendo in pratica in queste convulse settimane. E il prelato che regge la diplomazia della Santa Sede non usa giri di parole, ribadendo quanto già sottolineato nella telefonata con il Presidente del’Ucraina Zelensky lo scorso venerdì: «non bisogna mettere precondizioni che impediscano l’avvio del dialogo».
Parolin invita la Russia ad accettare di sedersi al tavolo con l’Ucraina dopo la svolta nella diplomazia con gli Stati Uniti: ma è sulle mosse dell’Europa che il Segretario di Stato in Vaticano esprime tutta la sua perplessità, se non proprio contrarietà, «quando ci si riarma, ad un certo punto le armi vanno utilizzate». Per il cardinale la politica della Santa Sede resta ferma sull’insistere a livello internazionale di riaffermare un «disarmo generale e controllato». La Chiesa intera non è per nulla contenta della piega e della direzione presa dagli eventi, specie dopo il piano di riarmo messo in campo dall’Unione Europea che ancora deve essere compreso e delineato, sia dal punto di vista economico che politico e militare.