Al sussulto di emozione e stupore, nel momento in cui il cardinale protodiacono Mamberti ha pronunciato il nome del nuovo Papa, immediatamente è subentrato un senso di gioiosa responsabilità: seguire il cammino, camminando insieme, dell’uomo, successore di Pietro, donato alla Chiesa e all’umanità. Lui stesso ha spiegato il perché di quel nome, richiamandosi a Leone XIII, il Papa della “nuova frontiera” della Chiesa chiamata ad entrare nell’agone della storia, affrontando il dramma del grande conflitto tra capitale e lavoro durante la prima grande rivoluzione industriale.
Sarà interessante seguire l’itinerario di pensiero e di opera che Leone XIV svolgerà nel corso del suo ministero apostolico. Sarà entusiasmante seguirlo, non anteponendo nostre analisi e schemi, coinvolgendoci con semplicità di sguardo nel cuore e nell’intelletto di fede propri di Papa Leone. “Cose nuove e cose antiche”, sempre arricchendo il tesoro di sensibilità e di intelligenza della fede nel reale, condividendo i bisogni e le attese umane: così, nel corso del tempo, si è sviluppato il patrimonio della dottrina sociale, da Leone XIII a Francesco, affondando le radici nel Vangelo, nel “Vangelo del lavoro”, “unzione di dignità”, secondo la profonda immagine di Papa Francesco.
A fronte di un sistema economico che minava alla base l’umana convivenza, violando, attraverso il lavoro, la dignità di uomini, donne e bambini, la Rerum Novarum di Leone XIII, nel mentre spronava i pubblici poteri ad un’adeguata legislazione sociale, assumeva la “questione operaia” all’interno dell’inderogabile apostolato sociale della Chiesa, dispiegandone l’azione evangelizzatrice e missionaria.
In questa prospettiva, rivendicava con fermezza la legittimità di “sodalizi, collegi e Ordini religiosi di tante specie a cui dà vita l’autorità della Chiesa e la pietà dei fedeli; e con quanto vantaggio del genere umano, lo attesta la storia fino ai nostri giorni (…) Non può dunque lo Stato arrogarsi su quelle competenza alcuna, né rivendicare a sé l’amministrazione, ha invece il dovere di rispettarle, conservarle e, se occorre, difenderle” (Leone XIII, Rerum Novarum, parte V, par. 43).
È il diritto di cittadinanza della Chiesa nello spazio pubblico per l’adempimento della sua stessa missione, che generò una ricca trama di istituzioni territoriali: casse rurali, società di mutuo soccorso e di previdenza, sindacati di lavoratori, scuole per il lavoro, opere di assistenza, “frutto di una effusione di carità” incidente sul piano civile: “Il fratello aiutato dal fratello è simile a una città fortificata”.
Nell’attuale cambiamento di epoca, insorgono interrogativi anche laceranti. “Oggi la Chiesa offre a tutti il patrimonio di Dottrina sociale”, ha affermato Leone XIV, per affrontare sfide inedite, in particolare per rispondere alle domande che interpellano l’umanità sul rapporto uomo-macchina: altra rivoluzione sociale, economica ed antropologica. Occorrerà attraversare i confini tra tecnica e tecnocrazia, ripensare il lavoro umano secondo il senso corrispondente alla dignità delle persone, suscitare energie creative per incrementare le opportunità di lavoro, specialmente per i giovani.
La costruzione del bene comune, soprattutto in questo frangente storico, consiste in special modo nella creazione di lavoro. “Ogni posto di lavoro creato è una ricchezza condivisa…” (Papa Francesco, Messaggio agli imprenditori francesi, Ippodromo di Loncamp, Parigi, 28, 29 agosto 2023).
“Dobbiamo domandarci che cosa possiamo fare per recuperare il valore del lavoro e quale contributo, come Chiesa, possiamo dare affinché esso sia riscattato dalla logica del profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona che esprime ed incrementa la sua dignità. Il lavoro è un modo di esprimere la nostra personalità, che per sua natura è relazionale. Ognuno fa il lavoro a suo modo, con proprio stile, lo stesso lavoro ma con stile diverso” (Papa Francesco, Udienza generale 12 gennaio 2022).
Sarà una pagina da scrivere con l’apporto di tutti, cooperando con tutti. Dalla dottrina sociale viene il contributo di carità intellettuale e di operosità a partire dal saluto del Risorto come riecheggiato da Leone XIV: “La pace sia con voi”. “Pace disarmata e disarmante”, cioè l’esperienza umana di pienezza, alba della Resurrezione, da offrire a tutti gli uomini nel presente storico.
“Chi ci potrà mai parlare dell’amore all’uomo proprio di Cristo, traboccante di pace?”. Figlio di Agostino, Papa Leone ci riconduce, secondo la personale sensibilità e secondo un carisma antico e sempre zampillante, a Colui che risponde in pienezza all’inquietudine del cuore di ogni persona, rendendo l’uomo consapevole dell’originaria dignità e quindi costruttore di “cose nuove”.
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