“Di Emilio Moreschi – dice l’ex direttore de L’Eco di Bergamo Giorgio Gandola, che lo ha avuto come presidente della società editrice – ho apprezzato moltissimo la solidità intellettuale. Di solito in Italia non è necessario che gli intellettuali siano molto profondi per definirsi tali. Lui invece ha una solidità di approccio alla cultura, così come l’ha avuta per decenni nella sua attività imprenditoriale. E in fondo nella sua vita stessa. Moreschi è uno dei più importanti collezionisti privati di mappe antiche del mondo. È stato per Bergamo un notabile illuminato, mai solo un contabile. Pur senza mai dimenticarsi dei bilanci (fondamentali per sopravvivenza di ogni azienda), nei miei cinque anni da direttore mi ha sempre ricordato una linea guida: lo sviluppo del giornale e la sua filosofia ultracentenaria sono molto più importanti del bilancino del farmacista”.
Moreschi è uno degli imprenditori bergamaschi più noti, uno di quegli “uomini del fare” che sono stati protagonisti, dagli anni 70, dell’espansione economica del nostro Paese. Sono molte le figure di questo tipo in Italia, per le loro mani è passata la trama e l’ordito del tessuto non solo industriale e tecnologico, ma anche civile del periodo di prosperità che abbiamo attraversato. Lui ha saputo portare una piccola impresa nata in una dimensione familiare al rango di una multinazionale che oggi ha sedi in decine di Paesi nel mondo; ma è stato per Bergamo anche un operatore culturale di primissimo piano, e un instancabile costruttore sociale.
Ora, a 87 anni, ha deciso di raccontarsi nel libro-intervista Emilio Moreschi. Uomo di cordata (a cura del giornalista Carlo Dignola, Edizioni Centro Studi Valle Imagna, 2024) che raccoglie i tanti capitoli della sua sfaccettata esistenza: dalla sua passione, da storico dilettante, per le vicende bergamasche e veneziane dal Medioevo in qua, alla sua attività di fotografo e alpinista di buon livello, compagno di ascensioni e amico di mitici alpinisti come Mario Merelli e Walter Bonatti; ma negli anni 50 Moreschi ha persino giocato nei ragazzi dell’Atalanta, contro gente come Gianni Rivera e Giacomo Bulgarelli, giovanissimi.
Il libro offre anche uno spaccato della vita economica e culturale di questi decenni, in dialogo con altri personaggi chiave come l’ex sindaco e oggi parlamentare europeo Giorgio Gori, il vescovo di Bergamo Francesco Beschi e tanti amici. Ma in queste “memoires” compaiono anche personaggi come Maria Callas, Pablo Picasso, Umberto Eco, impegnato con Moreschi tra i giovani di Azione Cattolica, Dino Buzzati, e soprattutto Simonetta Vespucci, cognata del celeberrimo Amerigo, gentildonna “senza pari” che nel 400 fece innamorare di sé tutta Firenze.
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“Emilio Moreschi. Uomo di cordata” viene presentato sabato 15 febbraio alle 11 al Teatro delle Grazie di Bergamo, presente la sindaca Elena Carnevali
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