Quarto Grado ha approfondito ancora una volta il giallo di Liliana Resinovich, la donna trovata morta a Trieste tre anni fa, a gennaio 2022. Non vi è ancora certezza su cosa sia accaduto e fra le ipotesi vagliate dal talk di Rete Quattro anche quella di una possibile aggressione in auto. “Non è un suicidio, è lampante, io spero che la dottoressa Cattaneo non possa che confermarlo”, racconta Claudio Sterpin, amico speciale di Liliana Resinovich, in vista dell’esito della nuova perizia chiesta a gran voce dai famigliari della vittima.
Da sempre parenti e amici della 63enne non credono alla tesi del suicidio e secondo indiscrezioni l’esito della nuova perizia farebbe pensare ad una aggressione: ma dove e come è accaduto? Quarto Grado ricorda come gli abiti della donna siano stati ritrovati troppo puliti, il che fa pensare ad una colluttazione non avvenuta nel boschetto dove è stata ritrovata il 5 gennaio del 2022, tre settimane dopo la sua scomparsa.
Dove si è verificata quindi l’aggressione? Secondo l’amica Gabriella Liliana Resinovich sarebbe stata agganciata da qualcuno in auto durante l’ultima passeggiata della donna inquadrata dalle telecamera: a quel punto sarebbe scattata una lite.
“Liliana Resinovich è stata aggredita, è salita in macchina con delle persone che lei conosceva”, racconta la donna, e anche l’amico Fulvio crede in questa tesi: “Lei più che probabilmente è salita in macchina con qualcuno”. Secondo Fulvio Liliana Resinovich sarebbe stata avvicinata da qualcuno in piazzale Gioberti, una zona lontana da sguardi indiscreti, poi sarebbe scoppiata una lite degenerata in violenza.
“Lei è morta a causa di una lite violenta e verbale, avrà ricevuto un colpo, un pugno, uno schiaffo, potrebbe aver sbattuto la faccia con il montante della porta”, spiega Sergio, fratello di Liliana Resinovich “E’ rimasta tramortita, chi era con lei l’ha creduta morta, avrà preso paura, non avrà chiamato nessuno per paura”.
LILIANA RESINOVICH, UCCISA IN CASA?
C’è poi il mistero della frattura della vertebra 2, forse dovuta ad una presa da dietro nel tentativo magari di uno strangolamento: potrebbe essere avvenuto a bordo di un’auto magari da qualcuno che si trovava sul sedile posteriore, oppure è avvenuto altrove? Tanti misteri, anche in merito al percorso effettuato quella mattina da Liliana Resinovich, che secondo i famigliari potrebbe essere diverso da quello che emerge dalle telecamere, passando da via San Cilino e poi un piccolo sentiero che riporta alla sua casa di via Verrocchio, dove sono stati ritrovati la fede e il cellulare della donna: l’omicidio è avvenuto quindi fra le 4 mura del suo appartamento?
Secondo Sebastiano: “Bisogna aspettare le risultanze degli esiti, che ci diano risposte certe. L’ipotesi che lei torni a casa con qualcuno? Le immagini sono da verificare, è tutta lì la chiave. Io non penso che Lily sia tornata a casa, non sono domande a cui posso rispondere, io attendo questo risposte, ma le cose sono talmente ingarbugliate e complesse, sarà difficile avere delle risposte”. Per Sebastiano comunque Lily non avrebbe mai seguito una persona che non conosceva, di conseguenza se è salita in auto con qualcuno sarebbe stata quella di un’auto guidata da un conoscente.
LILIANA RESINOVICH, L’INTERVISTA ALLA CUGINA
E per approfondire il giallo di Liliana Resinovich, Quarto Grado ha parlato ancora una volta con Silvia Radina, cugina della vittima, nonchè una delle principali accusatrici da sempre di Sebastiano Visintin, marito della 63 enne. Secondo Silvia Radin il corpo di Lily: “Non è stato subito portato nel boschetto, non era qui dall’inizio perchè l’erba e l’edera non era ingiallita, come dice l’esperta. Dove è stata tenuta quindi? Questo è un grande mistero.
Qui c’è una chiesetta vicino, l‘ex camera mortuaria dell’ospedale psichiatrico. La polizia dice di esserci stata e di aver guardato. Poteva essere lì? Il posto è freddo, c’è la condensa della notte… tutto può essere, secondo me non è stata portata troppo lontana, non c’era tempo, e sicuramente in due”.
Su Sebastiano: “Lui è furbo, dopo la mia intervista di oggi vedrai che dirà “l’incontrario” o sfrutterà l’intervista per dire le cose al modo suo. Lui ha sempre fatto questo in tutti i tre anni, ha sempre fatto così”. E ancora: “Ci sono le palazzine che facevano parte dell’ospedale psichiatrico e hanno la camera mortuaria, le conosco perfettamente perchè mia mamma ha lavorato qui per 35 anni, prima era aperto poi dopo la polizia l’hanno bloccato, ma prima era tutto aperto”.
Silvia Radin si domanda: “In casi simili arrivano i RIS con il luminol, controllano tutto, mettono le cose nel sacchetto, perchè per Liliana Resinovich non è stato fatto questo? Che fretta aveva di chiudere? L’importante è arrivare ad una conclusione in tempi brevi, ormai siamo stanchi”.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO REPLICA A SILVIA
Sebastiano ha quindi replicato a Silvia Radin, in diretta a Quarto Grado: “Non ho niente da replicare alla cugina, lei ha le sue idee, io ho le mie… secondo me bisogna analizzare il microclima della zona dove è stata ritrovata Liliana”.
Sulle analisi aggiunge: “Perchè non sono state depositate? Io sono molto arrabbiato, perchè si continua a fare delle ipotesi: ci diranno quando è successo e come, poi per carità ognuno ha le sue ipotesi. L’importante anche sapere se il corpo è stato congelato, queste sono le risposte che mi attendo io”.
Gianluigi Nuzzi si rivolge poi alle telecamere di Quarto Grado, in qualche modo difendendo Sebastiano e puntando il dito contro coloro che lo vorrebbero processare in tv: “Quest’uomo ha perso sua moglie e sta cercando la verità come tutti noi”. Il caso di Liliana Resinovich è decisamente mediatico ed ha appassionato molti telespettatori, divisi pressochè in due: chi crede nell’innocenza del marito e tutti gli altri.