Un uomo con la coppola – ripreso da una telecamera mentre si aggira nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste – potrebbe essere l’anello mancante nel giallo sulla morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 in quella stessa area e al centro di un caso che da anni divide investigatori e opinione pubblica.
Il video – visionato dalla trasmissione Chi l’ha visto? e mostrato per la prima volta nella puntata di ieri, 30 aprile 2025 – ritrae una figura solitaria con indosso un berretto, le cui movenze e il cui volto rimangono avvolti nel buio: potrebbe trattarsi di una svolta, ma servirà tempo per analizzare ogni frame del filmato.
Le immagini, catturate poche ore prima del ritrovamento del corpo di Liliana Resinovich, si intrecciano con testimonianze già raccolte negli anni; un’operatrice sanitaria aveva segnalato un anziano con barba bianca e torcia elettrica all’alba, un’altra testimone aveva descritto un uomo alto con un sacco nero e barba brizzolata: “Queste coincidenze sollevano interrogativi inquietanti – è il commento dei procuratori che coordinano le indagini – soprattutto perché l’area era considerata abbandonata”.
Il parco – luogo di avvistamenti mai realmente chiariti – torna così sotto i riflettori e gli inquirenti stanno cercando di capire se l’uomo con la coppola abbia un legame con la scomparsa di Liliana Resinovich o se sia solo un dettaglio marginale in un puzzle già complesso.
Omicidio Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin: tra perizie e nuovi consulenti
Mentre il video dell’uomo con la coppola acuisce le teorie e sospetti, Sebastiano Visintin – marito di Liliana Resinovich e unico indagato nel caso – prepara la sua difesa con un team di esperti: l’uomo, che ha sempre negato ogni coinvolgimento, ha incaricato la docente di Scienze forensi Noemi Procopio e l’ingegnere informatico Michele Vitiello per riesaminare i dati sui suoi dispositivi elettronici, e secondo i nuovi consulenti sarà necessario verificare ogni movimento in ogni minuto in quanto “i dettagli contano più delle supposizioni”.
Intanto, le perizie contrastanti sul tempo e le cause del decesso di Liliana Resinovich – alcune indicano un omicidio violento, altre un decesso naturale – mantengono alta la tensione. Visintin – secondo fonti vicine – sostiene che il corpo della moglie sia rimasto nel parco per settimane, un’ipotesi in parte avvalorata da ultime analisi e se questo fosse vero, cambierebbe la cronologia degli eventi ma per accertarlo servono prove concrete.
Nel frattempo, chi ha cercato Liliana Resinovich in quelle settimane – amici, volontari, parenti – si chiede come sia possibile che nessuno l’abbia notata, nonostante le ricerche proprio nell’area del ritrovamento. Il sospetto è che qualcuno sapesse, ma abbia deciso di tacere e, così, Trieste continua a interrogarsi su un mistero che sembra sfidare qualsiasi logica.