Claudio Sterpin è stato ospite ieri sera in collegamento con Quarto Grado per parlare del caso di Liliana Resinovich, la donna morta molto probabilmente il 14 dicembre del 2021, poi rinvenuta nei boschetti di Trieste ai primi di gennaio del 2022. Le prime parole di Claudio Sterpin sono state per Sebastiano Visintin, marito della vittima, da qualche settimana ufficialmente indagato per omicidio di Liliana Resinovich.
“Questo doveva succedere tre anni fa – racconta lo stesso Sterpin – e potevamo essere indagati una mezza dozzina, siamo completamente fuori tempo, farlo oggi è quasi ridicolo, meglio tardi che mai comunque. Dovevo essere anche io indagato tre anni fa, dovevano essere indagati tutti quelli che avevano mani in pasta e invece non è stato fatto, come mai? Io mi chiedo perchè non è stato fatto ma non sono io che devo fare le indagini”.
“Malafede da parte di qualcuno? La procura di allora non ha fatto niente per fare una indagine, tre anni fa doveva indagare marito, amante, parenti e tutti quelli che avevano voce in capitolo. Siamo fuori tempo massimo? Solo quando finisce la partita finisce il tempo ma secondo me tutto questo trambusto doveva succedere tre anni e mezzo fa”.
Quindi Claudio Sterpin ha proseguito: “Non ho detto che finirà tutto in nulla, ho detto che continuerà l’indagine, peggio per loro che alcuni personaggi pensino ancora al suicidio, mi dimostrino come Liliana Resinovich quella mattina avrebbe potuto suicidarsi e come abbia resistito così per 22 giorni se è rimasta nel bosco”.
“Il cordino che aveva sullo stomaco, posato, non legato, non è servito a niente ma veniva da casa sua: qualcuno vorrà spiegarmi come Lilly si è suicidata? Lei non poteva suicidarsi, punto”. E ancora: “Il cordino è arrivato da casa ed è stato messo lì con Liliana e tutto l’ambaradan fatto da qualcuno per inscenare un suicidio e qualcuno ci è cascato. Io ci sono andato una volta a casa sua, quando sono andato a prendere la cyclette, sono rimasto sulla porta in realtà, poi basta”.
LILIANA RESINOVICH, STERPIN E LA TESTIMONIANZA DELL’ALBERGATRICE
Sulla testimonianza dell’albergatrice contro Sebastiano, Claudio Sterpin precisa: “Tocca ad altri sentire e giudicare le parole di Jasmine, io mi son fatto la mia idea che non vi dico, ma probabilmente Jasmine ha fatto bene a non andare ad aiutare Sebastiano ma a mandare un amico”.
“Non voglio dire che Sebastiano avrebbe potuto aggredirla, ma se lei non se l’è sentita di andare aveva paura… io l’ho saputo mesi dopo questo aneddoto, io non voglio accusare Sebastiano ma dico solo che Jasmine ha avuto paura ad andarci, ed ha preferito mandare un amico. Succede a tutti di rimanere in panne con la macchina, io non punto il dito verso nessuno, fatto sta che Jasmine anzichè andare lei ha preferito mandare un amico”.
Sul maglione giallo sequestrato a Sebastiano Visintin, che il marito di Liliana Resinovich spiega di essere in possesso anche a Claudio Sterpin, lo stesso amico speciale della vittima precisa: “Ce l’hanno anche altri 600 soci del Trieste Atletica, è il nostro colore sociale, se avere il maglione giallo fluo vuol dire essere indagati, lo abbiamo in 600. Questo maglione ce l’hanno tutti, lo può comprare chiunque per capirci ma qualcuno deve spiegarci come Liliana sia stata portata in quel boschetto, i movimenti della gente, come lei aveva il cordino di casa sul petto, lei non poteva suicidarsi in quelle condizioni, non esiste una modalità di suicidio di questo tipo”.
LILIANA RESINOVICH, STERPIN METTE IN DUBBIO LA PRIMA PERIZIA
Sebastiano ha spiegato che Liliana Resinovich aveva debiti: “Lily non aveva debiti con nessuno, non aveva problemi economici – sottolinea Claudio Sterpin – non so perchè dice questo, avrà interesse a farlo. Da quello che so io i soldi di casa venivano tutti da Lily: lei pagava affitto, bollette, assicurazioni macchine, affitto sgabuzzino. Non dimentichiamoci, e purtroppo non se ne parla più, ma anche quando la polizia, pur non facendo le indagini fatte ultimamente, le prime volte che è andata in casa di Sebastiano ha trovato dei rotoli di soldi, in casa c’erano diverse migliaia di euro in liquidi”.
“In più Sebastiano aveva chiesto ad un amico di tenergli 20mila euro e ad un altro 15, poi è diventato una bufala: io non ho mai avuto 15mila euro liquidi in casa. Sebastiano seduto sul suo divano, in una intervista con la Rai, ha dichiarato a gennaio-febbraio 2022, di avere 15mila euro per fare un viaggio. Lui lo ha smentito? Il giorno prima l’ha detto poi l’ha smentito, comunque l’ha dichiarato lui”.
Claudio Sterpin ha chiosato: “Quando Liliana Resinovich è stata trovata c’erano tre persone che ravanavano dentro lei per cercare se avesse il ciuffo bianco, l’orologio rosa ma soprattutto il dottor Constantinides era reduce da un periodo di chemio, per la sua età, paragonare oggi il suo lavoro con quello della Cattaneo non è paragonabile”. Ma il generale Garofano, consulente di Visintin replica: “Dire questo non è giusto, il dottore Constantinides ha 50 anni di carriera ed è assolutamente riconosciuto, non è giusto gettare ombre sul suo lavoro”.
LILIANA RESINOVICH, LE PAROLE DELL’AVVOCATO DI STERPIN
Quarto Grado ha parlato anche con l’avvocato di Claudio Sterpin, Squitieri, che si è soffermato in particolare sulle immagini che inquadrano Liliana Resinovich, ma di cui non vi è certezza: “Quella donna ripresa non è Liliana Resinovich? L’analista forense Sara Capoccitti conclude che, anche per via che i pixel del filmato sono bassi, non è possibile identificare Liliana e questo è un dato che incide in maniera determinante su un aspetto fondamentale e cioè la collocazione dell’ora della morte”.
“Liliana Resinovich è quella ritratta dalle telecamere di via Damiano Chiesa? E’ proprio lei? Ci siamo insospettiti su una base sostanziale, ovvero Liliana Resinovich non fa altro che uscire quel giorno senza i suoi due telefoni e anche senza il portafogli, senza il green pass che allora era necessario e senza ulteriori documenti”.
Sulla conservazione del cadavere di Liliana Resinovich: “Stiamo valutando insieme ad altri esperti degli elementi. A livello di logica mi sembra singolare che un corpo possa stazionare per 22 giorni all’interno di quel bosco. Quel bosco, oltre che per le temperature e lo stato di decomposizione a cui sarebbe destinato quel corpo, è ricco di fauna, cinghiali, ratti, linci, roditori di ogni specie e quindi per me risulta alquanto difficile”.
“Dico questo perchè si è proceduto su una base di valutazioni di temperature costanti che sono sui 4 o 5 gradi ma temperatura costante significa che a volte si scende sotto lo zero ma si può anche salire a 10/12 gradi durante il giorno”.