Sembrava un caso prossimo alla chiusura per suicidio, invece è ancora da risolvere il giallo della morte di Liliana Resinovich, tra quelli di cui si occupa stasera il programma Quarto Grado su Rete 4. Sono giorni importanti per le indagini, perché gli inquirenti stanno effettuando diversi esami sui coltelli che sono stati sequestrati a Sebastiano Visintin, marito di Lilly.
Nel frattempo, parla il fratello, Sergio Resinovich, soprattutto alla luce dell’ultima e-mail inviata dalla sorella all’amico speciale Claudio Sterpin. Per il fratello della vittima, la diffusione della poesia proprio nel giorno dell’incidente probatorio sarebbe un espediente per far credere che la donna fosse triste e che, quindi, il suo sia stato un suicidio. “Se le stanno inventando tutte per farlo credere”, ha dichiarato Sergio ai microfoni del settimanale Giallo.

“Non hanno altro a cui arrampicarsi”. L’uomo si è detto pronto “a fare come Ilaria Cucchi”, cioè a pubblicare le foto di sua sorella, pur di dimostrare che non si è tolta la vita, ma è stata uccisa. Finora ha evitato di farlo per rispetto di sua sorella, ma pur di arrivare alla verità è pronto anche a fare questo passo.
LILIANA RESINOVICH SAPEVA DI ESSERE IN PERICOLO?
Secondo quanto riferito da Giallo, quei versi sarebbero l’ulteriore conferma dell’esistenza di una relazione stretta tra Liliana Resinovich e Claudio Sterpin, ma potrebbero anche fare riferimento “a un addio imminente”. Comunque, durante l’incidente probatorio del 23 giugno non è stato fatto alcun cenno a questa lettera.
Ne ha parlato lo stesso Sterpin, il quale all’epoca la giudicò uno dei tanti messaggi affettuosi ricevuti da Lilly, mentre ora lo interpreta come un possibile “messaggio premonitore”. Quelle parole, rilette ora, dopo la sua morte, non fanno dormire l’amico, secondo cui forse Lilly aveva paura che potesse accaderle qualcosa. “Sapeva di essere in pericolo”.
L’esistenza di questa e-mail, comunque, era nota. Lo fa notare Giallo, ricordando che però il contenuto non era stato pubblicato. Sterpin sostiene che diverse persone ne fossero a conoscenza, ma nessuno ha parlato. E non sarebbe stata presa neppure in considerazione dagli inquirenti che, però, ora sarebbero interessati a quel testo, precisa il settimanale, che non esclude la possibilità che venga acquisito il PC di Sterpin per controllare eventuali altri messaggi o lettere.