Liliana Resinovich: durissime parole del fratello Sergio e del consulente medico legale Vittorio Fineschi sulla condotta del tecnico di obitorio...
Liliana Resinovich e i misteri ancora irrisolti intorno alla sua morte sono stati al centro della scorsa puntata di Chi l’ha visto?. Il fratello della donna, Sergio Resinovich, si è scagliato contro il tecnico di obitorio che, a distanza di 3 anni dal ritrovamento del corpo, dice di aver forse provocato lui la frattura alla vertebra T2 indicata dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo come uno degli elementi fondanti l’ipotesi omicidio.
“Perché parlare solo adesso? – si chiede il fratello di Lilly – Se fosse confermata la versione di questo tecnico, venga licenziato subito e si prendano provvedimenti“. Durissimo anche l’intervento del medico legale Vittorio Fineschi, consulente di Sergio Resinovich da sempre fermamente convinto che Liliana non sia morta per suicidio. Ai microfoni della trasmissione di Federica Sciarelli, l’esperto ha spiegato perché il racconto del tecnico dell’obitorio rasenterebbe la “fantascienza”.
Liliana Resinovich, Fineschi smonta la versione del tecnico di obitorio: “Racconto grottesco”
Secondo il professor Vittorio Fineschi, luminare della medicina legale incaricato come consulente di parte da Sergio Resinovich, il racconto “tardivo” del tecnico di obitorio addetto alla preparazione delle salme prima dell’autopsia sarebbe “fantascientifico” e “grottesco” per almeno due motivi.
Anzitutto, ha spiegato Fineschi, la lesione alla vertebra T2 evidenziata su Lilly, come ogni altra frattura, è difficile da produrre in un cadavere: “Occorre una forza notevole, il corpo dovrebbe essere o caduto violentemente da un’altezza, quindi andare a urtare il pavimento, oppure, ma è una ipotesi che definirei residuale per non dire fantascientifica, qualcuno deve prendere a colpi, proprio a livello del rachide, questo cadavere. Che un preparatore anatomico si renda conto, dopo 3 anni, che potrebbe aver prodotto lui la frattura lo definisco grottesco. Dopo 4mila autopsie, non ho mai visto una ‘frattura da bara’ e insisto: mi sembra un modo un po’ puerile di affrontare un caso in cui si parla della morte di una donna“.
Il secondo motivo per cui Fineschi ritiene inverosimile la ricostruzione del tecnico di obitorio è che quella frattura vertebrale sul corpo di Liliana Resinovich è stata prodotta in fase perimortale – ovvero poco prima o poco dopo il decesso – come confermato dalla consulenza Cattaneo e come condiviso da tutti i consulenti delle parti. L’autopsia è intervenuta invece diversi giorni dopo il ritrovamento del cadavere, mentre la Tac eseguita precedentemente all’esame aveva già “fotografato” quella lesione sebbene non vista dai precedenti medici legali.