Ormai non ha più dubbi sul preparatore anatomico Giacomo Molinari: è stato lui a provocare la frattura della vertebra a Liliana Resinovich, durante le operazioni peritali della prima autopsia. Se fino a poche ore fa aveva espresso un po’ di incertezza oggi, parlando con i microfoni de Il Piccolo, ha sciolto ogni dubbio: “Non serve usare il condizionale”, precisando di essere certo di essere stato lui ad avere procurato la lesione della povera Liliana Resinovich. Il tecnico 40enne, dal 2012 impiegato presso l’ospedale di Cattinara, ha quindi raccontato come sono andate le cose, ricordando di aver sistemato dietro le spalle di Liliana Resinovich un “presidio particolare”.
Il capo della donna è stato quindi protesto all’indietro dopo di che il preparatore ha dovuto fare “una manovra di ipertensione del collo”, spingendo quindi il tratto cervicale verso di se. Ed è stato proprio in quel momento che si sarebbe verificata una frattura alla vertebra toracica T2: “Sì, senza il condizionale”, racconta il tecnico e ricordando di aver sentito anche il rumore tipico di un osso che si rompe.
A quel punto, dopo aver asportato la laringe, ha potuto constare che si fosse rotta la prima vertebra toracica. Giacomo Molinari ci tiene a precisare che la manovra effettuata non è stata sbagliata e che capita spesso, quando si effettua appunto un’ipertensione del collo, di rompere qualche piccolo osso, ma si tratta di una “manovra necessaria”, precisa ancora il preparatore, per permettere al medico di ispezionare bene l’area.
LILIANA RESINOVICH, GIACOMO MOLINARI: “SOFFRIVA DI OSTEOPORSI…”
Lo stesso racconta che anche altre volte è capitato, soprattutto nelle persone più anziane, dove la pelle ha meno elasticità. Liliana Resinovich era piuttosto magra, non era giovanissima, “e poi mi sembra di aver letto che soffrisse di osteoporosi”, aggiunge il preparatore, di conseguenza quello che è accaduto “non è nulla di eccezionale”, ecco perchè fino ad oggi non l’aveva mai segnalato.
Per Molinari è anche per quello che il dottor Constantinides non aveva indicato quella frattura nella sua prima relazione, essendo appunto post mortem. Il preparatore ha deciso di raccontarlo solo ora quel fatto dopo aver letto un articolo sempre su Il Piccolo in cui si ipotizzasse che la frattura potesse essere stata causata da una manovra in sede di autopsia e a quel punto “Mi si è accesa la lampadina”, dopo di che lo stesso si è rivolto agli inquirenti “in assoluta buona fede”. A breve l’uomo potrebbe essere ascoltato dal pm.