A Quarto Grado si parla di Liliana Resinovich e si torna sui 5 hard disk consegnati da Sebastiano ad un amico: che segreto nascondono?
Torna il giallo di Liliana Resinovich al centro dei servizi di Quarto Grado. Per la puntata di questa sera dello show condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, si cercherà di scoprire tutte le ultime novità in merito ad uno dei più grandi gialli degli ultimi anni, quello del boschetto di Trieste dove il 5 gennaio del 2022 è stata trovata senza vita Liliana Resinovich, sparita di casa il 14 dicembre precedente. Per la procura ad ucciderla è stato Sebastiano Visintin, il marito della donna, che però rimanda al mittente ogni accusa, dicendosi totalmente estraneo ai fatti.
Chi indaga pensa che l’uomo potrebbe averla aggredita e poi strangolata, forse avendo scoperto il tradimento con Claudio Sterpin, l’amico speciale della donna. Quest’ultimo è considerato una figura chiave al punto che settimana prossima, il 23 giugno, verrà sentito in incidente probatorio per cristallizzare le sue dichiarazioni in merito appunto al suo rapporto con la vittima.
LILIANA RESINOVICH, IL FOCUS DI QUARTO GRADO
Anche questa sera Quarto Grado si concentrerà sugli hard disk che Sebastiano aveva consegnato ad un amico pochi giorni dopo la scomparsa della moglie, cinque dispositivi di archiviazione su cui vi sono migliaia di foto. In una cartella, chiamata Modigliani, alcuni scatti riguardanti anche Claudio Sterpin, leggasi uno in cui si vede l’ex maratoneta assieme a Liliana Resinovich con il cappello dei bersaglieri, ma anche un’altra in cui si notano sempre i due ad un evento sportivo dell’associazione Marathon, e infine un altro di un tuffo di Sterpin a Barcola, per il tradizionale capodanno.
Chi sta indagando su questa vicenda ha il forte sospetto, come detto sopra, che Sebastiano spiasse i due da diversi anni, e una volta compreso che ormai Lily e Claudio stessero per andare a vivere assieme (come racconta sempre Sterpin), sarebbe entrato in azione.
LILIANA RESINOVICH, GLI HARD DISK E IL PENSIERO DEL LEGALE DI STERPIN
Ma è andata davvero così? Per l’avvocato di Claudio Sterpin, Giuseppe Squitieri, sentito in queste ore da Fanpage, le foto trovate in possesso di Sebastiano Visintin dimostrerebbero appunto che l’uomo era a conoscenza della relazione extraconiugale della moglie, nonostante abbia sempre raccontato il contrario. Una tesi che troverebbe d’accordo anche lo stesso Sterpin, come precisa ancora il suo legale, che non si è detto “sorpreso” del fatto che eventualmente Sebastiano sapesse di loro due.
Per Sterpin, infatti, il “rivale in amore” stava spiando lo smartphone della moglie da tempo, cosa però che fino ad oggi non è mai stata dimostrata. Resta comunque particolare la decisione di consegnare gli hard disk all’amico subito dopo la scomparsa, perchè? Cosa nascondono? Chissà se nelle prossime settimane la vicenda sarà più chiara certo è che la procura aveva già esaminato le foto nel 2022, non ritenendole utile mentre ora i nuovi inquirenti, alla luce dell’accusa di omciidio, vogliono vederci più chiaro.

LILIANA RESINOVICH, L’ASSENZA DI PROVE SCHIACCIANTI CONTRO SEBASTIANO
Al momento non sembrano esserci prove schiaccianti su un coinvolgimento diretto dell’uomo nell’omicidio della donna, e anche un eventuale incontro fra i due la mattina del 14 dicembre 2021 (quando Liliana Resinovich sarebbe stata uccisa), non sembra trovarsi. La famiglia della vittima ha poi un altro sospetto, che più di una persona sia coinvolta nell’omicidio. Probabilmente Lily è stata uccisa da un solo uomo, ma nell’occultamento del cadavere sarebbe intervenuta almeno un’altra persona secondo “l’accusa”.
Infine la questione del mantenimento del cadavere dal 14 dicembre 2021 al 5 gennaio del 2022: dove è rimasta Lily in quel lasso di tempo? Sia accusa che difesa sono concordi nel dire che non può essere rimasta nel boschetto viste le condizioni quasi intatte in cui è stato trovato il cadavere. Se ne parlerà questa sera con i noti opinionisti di Quarto Grado a cominciare da Carmelo Abbate, storico “difensore” di Sebastiano, nonché dal generale Garofano, consulente proprio dell’indagato.