Vi sarebbe una sosia di Liliana Resinovich? E’ questa l’ultima teoria, per certi versi assurda, che circola sul web in merito al caso dell’omicidio di Trieste. In poche parole la donna inquadrata dalle telecamere la mattina del 14 dicembre 2021, che si vede con i sacchetti della spesa, non sarebbe Liliana Resinovich bensì una sua sosia “messa in strada” volutamente da colui che ha ucciso Lily, un po’ come accaduto anni fa al caso di Isabella Noventa, una donna che sembrava la vittima, posta appositamente per depistare le indagini.
Chi l’ha visto ha scoperto la donna che sul web è stata indicata come la possibile sosia di Liliana Resinovich, una signora che tra l’altro appare anche in una fotografia a fianco di Sebastiano Visintin. Raggiunta al telefono ha spiegato: “Io le dico che è una cosa mediatica e basta – racconta al programma di Rai Tre – nella foto che ho visto è stata estratta da una passeggiata che ho fatto a Portorose in dicembre, ero con giubbotto, occhiali e cappellino, quindi non so so dove ci sia tutta questa somiglianza, ma ha fatto tutto questo scalpore”.
LILIANA RESINOVICH, LA “SOSIA”: “QUELLE MATTINA ERO AL FRUTTIVENDOLO”
Ma dove si trovava la mattina del 14 dicembre 2021? “Io quella mattina lavoravo perché ho un fruttivendolo, ho lavorato in vista del Natale, ero nel mio magazzino dove ho tutte le cose di Natale oppure in negozio. No no no assolutamente non sono passata sotto le telecamere di via Damiano Chiesa vicino alla scuola di polizia – racconta – io ero da tutt’altra parte della città. Ho conosciuto Sebastiano perchè veniva a fare la spesa qua, Liliana? Io conoscevo tutti quanti di vista”, chiosa.
Ma da dove deriva la teoria della sosia? Tutto nasce da una consulenza redatta dall’ingegner Sara Capoccitti, consulente della difesa, secondo cui la donna che appare nei video delle telecamere di sorveglianza di Trieste, più volte in quadrata nel suo tragitto mentre va a gettare la spesa, non sembrerebbe corrispondere a Liliana Resinovich, o per lo meno, non vi sarebbero certezze a riguardo.
Una tesi sostenuta anche dal fatto che inizialmente le forze dell’ordine avevano visto questi filmati, non riconoscendo appunto Liliana. Solo dopo il ritrovamento del corpo, e l’analisi dei vestiti indossati, si è registrato il match, ma sono molti coloro che mettono in dubbio questa presenza, e da qui è nata appunto la teoria, un po’ mirabolante, della sosia.
LILIANA RESINOVICH, LE PAROLE DELL’AVVOCATO DI SEBASTIANO
Chi l’ha Visto ha parlato anche con Paolo Bevilacqua, il legale del marito di Liliana Resinovich, che ha ammesso: “In cuor mio non dovrebbero esserci indagati ma è necessario indagare tutte quelle persone che hanno manifestato interesse in questa vicenda, quasi mettendo le mani avanti e che hanno detto tante cose che vanno esplorate, non c’è una novità nel fatto che Visintin sia formalmente indagato”.
In merito alle sue numerose contraddizioni nel corso degli ultimi anni, che secondo i parenti della vittima proverebbero il fatto che l’uomo avrebbe mentito negli ultimi tre anni, l’avvocato ha una tesi completamente diversa: “Sebastiano è una persona reale, viva, che è stato travolto e coinvolto in questa vicenda, emotivamente prima e processualmente poi, è ovvio che non ha preparazione, astuzia e riserva di farsi un copione, le sue contraddizioni lo rendono ancora più credibile”.
Chiusura dedicata alla perizia della dottoressa Cattaneo, quella che avrebbe decretato la morte per omicidio di Liliana Resinovich, ma che sembra lasciare ancora dei dubbi: “Quando è stato conferito l’incarico alla Cattaneo tutti gli elementi erano già stati cristallizzati, quindi penso che la Cattaneo abbia avuto modo di esplorare tutto ciò che c’era nel fascicolo”.